Solo la famiglia ci salva dal calo demografico
Il seminario (27-29 maggio) della Family Science Alliance e della European Family Science Alliance ha avuto per relatori politici, uomini di Chiesa e testimoni dell'importanza della famiglia. Lo scopo è stato di “promuovere la formazione e la stabilità dei matrimoni”. È emersa la consapevolezza che solo la comprensione degli attacchi alla famiglia darà la forza di affrontare la sua disintegrazione e la crisi demografica.
Il 1° Giugno si celebra in tutto il mondo il ‘Giorno dei Genitori’, giornata promossa dalle Nazioni Unite dal 2012 per onorare i genitori ed il loro "impegno disinteressato nei confronti dei figli e il loro sacrificio per tutta la vita nel coltivare questa relazione". Nei giorni scorsi, proprio a partire dal ruolo dei genitori e la promozione della famiglia, come risorse per superare la crisi demografica, si sono confrontati a Budapest decine di scienziati, esperti, uomini di fede e leaders di organizzazioni pro vita e famiglia di molti paesi europei.
Il seminario di tre giorni organizzato dal 27 al 29 maggio a Budapest dalla ‘Family Science Alliance’ e dalla ‘European Family Science Alliance’ ha avuto relatori provenienti dalla Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria e Stati Uniti. Lo scopo fondamentale della ‘Family Science Alliance’ è quello di “promuovere la formazione e la stabilità dei matrimoni, formulando e diffondendo un'immagine sana dell'uomo e innalzando il livello della cultura delle relazioni di coppia”. In particolare il network di esperti internazionale si occupa di “sviluppare e implementare soluzioni a breve e lungo termine alla crisi sociale della vita familiare; sviluppare ricerche sugli effetti e sulle conseguenze dei diversi tipi di relazioni di coppia e delle famiglie sugli individui; elaborare e diffondere sistemi di valori e modelli di stile di vita completi basati su risultati scientifici in relazione alla vita di coppia, al matrimonio e alla famiglia; sensibilizzare l'opinione pubblica sulle cause della crisi della vita familiare; aumentare la stabilità dei matrimoni e delle famiglie; alleviare la crisi demografica come sintomo della vita familiare”.
Tra i tanti relatori che si sono succeduti nelle conferenze nei tre giorni, in molti hanno denunciato la confusione di valori che mettono in crisi l’identità personale, educativa e famigliare. Le tre linee principali di questo attacco globale alla famiglia sono state la diffusione dell'amore libero, il matrimonio omosessuale e la teoria gender o LGBTI. E’ emersa la consapevolezza che solo una piena e chiara comprensione delle sfide e degli attacchi ai quali è sottoposta la famiglia, darà la forza di affrontare efficacemente la crisi demografica e la disintegrazione delle famiglie.
Perciò è sempre più preoccupante che i paesi colpiti dalla crisi demografica non cerchino di frenare la sessualità libera, anzi talvolta (vedi Spagna ed Italia) si favoriscano misure che accelerano i divorzi invece di investire sulla stabilità famigliare. Dalla tre giorni di Budapest emergono chiaramente diverse fondamentali linee di azione per costruire e rilanciare le politiche famigliari (e demografiche): 1. Sfidare gli ostacoli allo sviluppo e stabilità di matrimoni e famiglie, dimostrare gli effetti dannosi di questi ostacoli per l'individuo e le comunità ed invece promuovere gli effetti benefici della famiglia sposata, per adulti, bambini e comunità. 2. (Ri)Costruire la società, partendo dalle analisi delle scienze sociali, in modo che si rafforzi la cultura dei ‘valori di appartenenza’ e di ‘complementarietà’ tra uomini e donne. 3. Fornire anche sostegni finanziari e benefici materiali ai giovani coniugi e genitori. Il 27 Maggio (qui il video della conferenza), dopo l’ apertura dei lavori del Ministro per le Politiche Famigliari ungherese, Katalin Novak, che ha ribadito l’impegno ed i successi ottenuti dal suo paese, si sono succeduti gli esponenti di moltissime chiese cristiane ed comunità ebraiche, dal Vescovo di Vac Zsolt Marton (sul ruolo dei padri e la ‘Patris Corde’) al rappresentante delle comunità ebraiche ungheresi Slómo Köves (sul ruolo dei genitori, l’amore coniugale e l’educazione dei figli).
Il secondo giorno (qui il video della conferenza) si è caratterizzato per la presenza e le testimonianze di diversi leaders pro family e pro life europei (dall’ungherese Edit Frivaldszky del Human Dignity Center, ai rappresentanti nazionali di Citizen Go) e anche dagli interventi di alcuni studiosi e filosofi di diverse nazioni come la tedesca Gabriele Kuby che ha illustrato il nesso tra ‘gnosticismo moderno e gli attacchi alla dignità umana’, tre brillantissimi esperti della organizzazione polacca ‘Ordo Juris’ (Tymoteusz Zych, Anna Kubacka, Filip Furman) che hanno illustrato non solo i rischi della Convenzione di Istanbul, ma anche l’importanza della cura materna nei primi anni di vita del bambino e la conseguente necessità di una maggiore flessibilità nel mondo del lavoro. Il pomeriggio è stato dedicato alle testimonianze di due rappresentanti del mondo pro family bulgaro: Mihaela Djorgova e Latchezar Popov hanno descritto la situazione del paese e le iniziative di cui sono stati protagonisti per impedire l’approvazione della Convenzione di Istanbul e la legalizzazione delle unioni civili gay. In seguito Brian Brown (Presidente di IOF) ha sottolienato l’esemplarità del modello pro famiglia ungherese, il Prof. Pat Fagan ha illustrato la centrale importanza della figura del padre nella vita dei figli, Sharon Slater (Presidente di Family Watch International) si è dedicata a denunciare molte folli iniziative promosse dalla Nazioni Unite, gli effetti devastanti della ‘liberalizzazione sessuale’ sui bambini e i pericoli della ideologia LGBTI e transgender.
Infine sabato 29 maggio (qui il video della conferenza), molti rappresentanti e famiglie ungheresi e provenienti dalle regioni transnazionali del bacino dei Carpazi (Serbia, Romania, Ucraina, Ungheria , Slovacchia, Polonia e Repubblica Ceca) e della Transilvania (Ungheria, Serbia, Romania e Ucraina), hanno presentato le proprie testimonianze su come rafforzare i legami famigliari, combattere le avversità e anche le ideologie che in molti sistemi educativi, nei mass media e attraverso internet possono distruggere la vita famigliare di genitori e figli. Molte le testimonianze e le proposte anche per un’educazione alla bellezza del matrimonio. Mentre a Budapest si onoravano i genitori, le famiglie e ci si confrontava sulla natalità, in Italia ci si impegnava per abolire il ‘retaggio patriarcale’ del cognome del padre.