Solo la castità aiuta a prevenire il divorzio
Uno studio della Florida State University smonta la leggenda progressista secondo cui i matrimoni sono più solidi grazie al periodo di prova di sesso pre-matrimoniale. La realtà dimostra l'esatto contrario. Il campione monitorato rivela infatti che le coppie di sposi sono più solide se prima del matrimonio erano casti.
Se c’è una tesi che da anni va per la maggiore nel mondo cattolico, è quella della necessità di accrescere la tolleranza in tema di morale sessuale e di non fissarsi troppo su principi carini, certo, ma non più proponibili e, soprattutto, di dubbia utilità. Una linea permissiva che però viene sovente sconfessata dalla ricerca scientifica sulla vita coniugale che non di rado, sorprendentemente, «riabilita» proprio i vituperati valori d’una volta: pure in fatto di rapporti prematrimoniali. È accaduto anche in questi giorni con la pubblicazione sulla rivista Psychological Science di un lavoro degli studiosi della Florida State University i quali hanno scoperto che le opinioni liberali sui rapporti prematrimoniali non solo comportano conseguenze, ma possono costituire addirittura un pericolo per la felicità e stabilità coniugale.
Infatti, monitorando un campione di 204 coppie di uomini e donne dal loro matrimonio in avanti, gli autori di questa ricerca hanno scoperto un chiaro legame tra i convincimenti moralmente permissivi in fatto di rapporti sessuali prematrimoniali e occasionali e la solidità della coppia sposata. «La soddisfazione coniugale generalmente diminuisce nel tempo», ha spiegato Juliana French, una delle responsabili della pubblicazione, «ma quello che abbiamo scoperto è che quando, prima del loro matrimonio, uno o entrambi i coniugi coltivano convinzioni favorevoli al sesso senza impegno, poi ciò contribuisce al fallimento matrimoniale».
Si tratta di evidenze notevoli e per nulla banali. Perché se da un lato la ricerca sull’argomento già da decenni aveva riscontrato un chiaro legame tra la convivenza prematrimoniale e l’instabilità coniugale – si pensi ai lavori apparsi su American Sociological Review nel 1988 o su Demography nel 1992 -, dall’altro detto legame da qualche anno andava sbiadendosi e, soprattutto, riguardava un comportamento, quello della convivenza, senza includere desideri e convincimenti; inclusione che invece è stata operata in questo studio davanti al quale non si può restare indifferenti. Più precisamente, tutto ciò alimenta un interrogativo, vale a dire: come mai? Per quale ragione idee sessualmente permissive possono mettere a repentaglio, anni dopo, un matrimonio?
Gli studiosi americani ci tengono a sottolineare di non ritenere la cosiddetta «sociosessualità» senza restrizioni - e quindi il sesso occasionale - qualcosa di negativo né positivo, così come evidenziano che non sempre visioni morali permissive si sono rivelate coniugalmente esiziali; il che è comprensibile, dato che nessuno è così ingenuo da considerare una sola variabile come predittiva del successo o del naufragio di un matrimonio. Tuttavia, lo si ripete, un legame tra determinate concezioni sulla condotta sessuale e la tenuta di coppia è stato riscontrato, e pertanto merita una riflessione sul significato che esprime.
Sì, perché un significato tutto ciò non può non averlo. Ed è verosimile che sia il seguente: quando non si ha una retta visione delle gradualità e dell’ordine con cui la vita coniugale deve essere avviata oltre che vissuta, tutto diventa più difficile. In particolare, quando si fatica a mettere a fuoco l’importanza della castità prima e della fedeltà poi, far durare un rapporto di coppia, cosa già non banale, rischia di diventare davvero un’impresa titanica. Suffraga quest’ipotesi un robusto insieme di ricerche, fra cui si segnala uno studio pubblicato nel 2010 sul Journal of Family Psychology con cui, esaminando un campione di poco più di 2.000 soggetti sposati, si è riscontrato proprio come la castità prematrimoniale renda la coppia più solida, favorendo un miglioramento della qualità della vita dei partner.
Le risultanze di quanto scoperto dagli studiosi della Florida State University, per quanto sbalorditive, non sono insomma state un caso. Ne consegue come, anziché cedere alla mentalità dominante, anche i pastori e gli educatori cattolici dovrebbero trovare il coraggio di proporre con rinnovato vigore la loro visione morale nella consapevolezza che determinati valori, da molti creduti superati, non solo non rappresentano un pericolo per la coppia sposata ma ne sono, spesso, un formidabile supporto.