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IL DOCUMENTO PLACUIT DEO

"Solo Cristo salva": contro neo gnostici e neo pelagiani

Presentato ieri in Vaticano Placuit Deo il documento della Congregazione per la Dottrina della fede «su alcuni aspetti della salvezza cristiana». 

-MULLER BOCCIA L'INTERCOMUNIONE di Marco Tosatti

Ecclesia 02_03_2018

Otto pagine, una lettera: è Placuit Deo, piacque a Dio, il documento della Congregazione per la Dottrina della fede «su alcuni aspetti della salvezza cristiana» presentato ieri in Vaticano dal prefetto monsignor Luis Ladaria e dal segretario monsignor Giacomo Morandi.

Il testo afferma «la confessione di fede in Cristo, Salvatore unico e universale» di tutti gli uomini, mettendo in guardia da un doppio rischio che papa Francesco ha rilevato fin dall’esordio del suo pontificato nell’esortazione Evangelii gaudium, quello del cosiddetto «neo pelagianesimo» e del «neo gnosticismo». In un certo senso il documento presentato ieri è tutto qui; monsignor Ladaria ha specificato che la lettera «vuole insistere di più su ciò che è la salvezza cristiana» e «non rispondere direttamente» alle polemiche che si erano generate dopo la pubblicazione della Dominus Iesus, lettera sull’unicità e l’universalità della mediazione salvifica di Cristo e della Chiesa pubblicata nel 2000 a firma dell’allora prefetto cardinale Joseph Ratzinger.

Leggendo le poche pagine in effetti ci si accorge che il documento ruota tutto intorno alla distinzione tra «neo pelagiani» e «neo gnostici», categorie messe in campo da Francesco per richiamare i fedeli a non uscire dall’ovile. Peccato che la distinzione resta assolutamente generica e anche meno ricca di particolari rispetto a quella che in varie occasioni il pontefice ha offerto. Secondo la Placuit Deo i «neo pelagiani» sono quei fedeli che affidano la loro salvezza «alle forze del singolo, oppure a delle strutture puramente umane, incapaci di accogliere la novità dello Spirito di Dio», mentre i «neo pelagiani» ricercano «una salvezza meramente interiore, rinchiusa nel soggettivismo», intimistica.

Specialmente quando ha parlato dei «neo pelagiani», Papa Francesco in varie occasioni ha offerto un identikit un po’ più dettagliato, in Evangelii guadium ha scritto che si tratta di «coloro che in definitiva fanno affidamento unicamente sulle proprie forze e si sentono superiori agli altri perché osservano determinate norme o perché sono irremovibilmente fedeli ad un certo stile cattolico proprio del passato». Comunque monsignor Ladaria ha ricordato che «la comparazione con le eresie pelagiana e gnostica intende solo evocare dei tratti generali comuni, senza entrare in giudizi sull’esatta natura degli antichi errori. Grande è, infatti, la differenza tra il contesto storico odierno secolarizzato e quello dei primi secoli cristiani, in cui queste eresie sono nate». Insomma, queste due categorie evocano semplicemente una tipologia, ma non la definiscono precisamente, anche perché il loro confine appare labile.

Contro questo doppio rischio la salvezza cristiana si fonda sulla persona di Gesù che «ci ha donato una «via nuova e vivente che Egli ha inaugurato per noi attraverso [...] la sua carne» (Eb 10,20). Insomma, Cristo è Salvatore in quanto ha assunto la nostra umanità integrale e ha vissuto una vita umana piena, in comunione con il Padre e con i fratelli. La salvezza consiste nell’incorporarci a questa sua vita, ricevendo il suo Spirito». E Gesù si incontra nella Chiesa. 

«Il luogo dove riceviamo la salvezza portata da Gesù è la Chiesa, comunità di coloro che, essendo stati incorporati al nuovo ordine di relazioni inaugurato da Cristo, possono ricevere la pienezza dello Spirito di Cristo (cf. Rom 8,9)». E nella Chiesa ci sono i sacramenti, segni e strumenti mediante i quali si diffonde la grazia di Cristo: «La partecipazione, nella Chiesa, al nuovo ordine di rapporti inaugurati da Gesù avviene tramite i sacramenti, tra i quali il Battesimo è la porta, e l’Eucaristia la sorgente e il culmine». A proposito dei sacramenti, qui si incontra in modo mirabile il rapporto tra azione di grazia e libertà umana: sacramenti e conversione si richiamano in modo speciale, e i primi, canali di grazia e medicina per deboli, sono nello stesso tempo luogo di conversione in cui la libertà umana deve decidersi per Dio.

Questa economia della salvezza va portata fino ai confini del mondo, in modo che gli uomini possano conoscere colui che è «la via, la verità e la vita». «La consapevolezza della vita piena in cui Gesù Salvatore ci introduce», conclude il documento, «spinge i cristiani alla missione, per annunciare a tutti gli uomini la gioia e la luce del Vangelo» e così i fedeli «saranno anche pronti a stabilire un dialogo sincero e costruttivo con i credenti di altre religioni, nella fiducia che Dio può condurre verso la salvezza in Cristo “tutti gli uomini di buona volontà, nel cui cuore lavora invisibilmente la grazia”».