LETTERE IN REDAZIONE
Solidarietà e grazie ad Antonio Livi
Sul caso Enzo Bianchi e il dibattito innescato dall'articolo di monsignor Antonio Livi sulla Bussola Quotidiana, sono arrivate in redazione numerose lettere di solidarietà, di cui pubblichiamo una selezione.
LETTERE IN REDAZIONE
23_03_2012
Pubblichiamo un'ampia selezione delle lettere pervenute sul caso Enzo Bianchi sollevato da monsignor Antonio Livi dalle colonne de La Bussola Quotidiana:
Grazie per la chiarezza con cui trattate gli argomenti! In particolare, ultimamente, sul priore di Bose.
E grazie a mons. Livi per la fedeltà al Magistero.
Carla Biasi
Grazie per la chiarezza con cui trattate gli argomenti! In particolare, ultimamente, sul priore di Bose.
E grazie a mons. Livi per la fedeltà al Magistero.
Carla Biasi
Ho letto la magistrale risposta di mons. Livi a Enzo Bianchi.
Veramente irritante, ma anche in certo modo incomprensibile, la posizione del direttore di Avvenire!
Matteo Soldi
Condivido appieno gli articoli di Mons. Antonio Livi circa la “ortodossia” del religioso Enzo Bianchi. Vi segnalo un altro bellissimo articolo di Francesco Agnoli sul come il suddetto priore di Bose consideri i principi negoziabili: vedi http://www.mascellaro.it/node/57051
(......Bianchi vuole fare pulizia, anzitutto all’interno del mondo cattolico, mettere i puntini sulle i, spiegare quale debba essere il comportamento dei suoi fratelli di fede. Costoro, scrive Bianchi, debbono smetterla di riunirsi in “gruppi di pressione (sic) in cui la proposta della fede non avviene nella mitezza e nel rispetto dell’altro, per diventare intransigenza e arrogante contrapposizione a una società giudicata malsana e priva di valori”. La lettura del seguito fa capire bene il significato di queste parole, del tutto simili a quelle di un Augias o di un Odifreddi: esse sono una condanna chiara, anche se un po’ ipocrita nelle modalità, della posizione della Chiesa e dei cattolici, riguardo al referendum sulla legge 40 e alla questione dei pacs-dico.)
Quanta sofferenza per la Santa Chiesa tutta!!!!!!!!!!
Pino
Ho seguito con attenzione e partecipazione la polemica in corso tra mons. Livi e il priore di Bose . E desidero ringraziarvi per avere dato spazio a questo confronto che ho trovato cruciale per la fede di noi popolo di Dio . Ringrazio vivamente mons. Livi per avere, con linguaggio diretto e comprensibile a tutti, difeso e chiarito i punti cardine della nostra fede . Sinceramente gli sono grato perchè il leggere i tre articoli che ha scritto per BQ, mi ha reso ancora più saldo nella mia povera fede in Dio e nel Suo Unigenito , il Signore che vive e che viene nell'Eucarestia.
Permettetemi di dire che sono rimasto attonito e amareggiato nel constatare che su Avvenire non una riga dopo l'intemerata del suo direttore . E sì, è uno che si vanta di essere un giornalista corretto e professionale . Il suo silenzio mi ha richiamato alla memoria (ho 68 anni) i metodi che allora chiamavamo della "Pravda" e dell' "Unità" di Togliatti (denigrare senza appello chi non la pensa come te).
Ultima cosa, voglio segnalarvi che leggo nel programma del prossimo incontro mondiale delle famiglie a Milano, il 1 giugno alle 15 Enzo Bianchi parlerà sul tema "L’Eucarestia della Famiglia nel Giorno del Signore" con il supporto di testimonianze. Ma la CEI come fa ad affidare un tema come questo a chi non si mostra aderente al Magistero?
Non sarebbe opportuno per salvaguardare "la fede del popolo" chiedere pubblicamente alla CEI di sostituirlo con un relatore più fedele al Magistero della Chiesa e meno ad Hans Kung e Karl Rahner? Credo che l'autorevolezza della BQ possa farlo
Corrado Galluzzi
Pisa
(......Bianchi vuole fare pulizia, anzitutto all’interno del mondo cattolico, mettere i puntini sulle i, spiegare quale debba essere il comportamento dei suoi fratelli di fede. Costoro, scrive Bianchi, debbono smetterla di riunirsi in “gruppi di pressione (sic) in cui la proposta della fede non avviene nella mitezza e nel rispetto dell’altro, per diventare intransigenza e arrogante contrapposizione a una società giudicata malsana e priva di valori”. La lettura del seguito fa capire bene il significato di queste parole, del tutto simili a quelle di un Augias o di un Odifreddi: esse sono una condanna chiara, anche se un po’ ipocrita nelle modalità, della posizione della Chiesa e dei cattolici, riguardo al referendum sulla legge 40 e alla questione dei pacs-dico.)
Quanta sofferenza per la Santa Chiesa tutta!!!!!!!!!!
Pino
Ho seguito con attenzione e partecipazione la polemica in corso tra mons. Livi e il priore di Bose . E desidero ringraziarvi per avere dato spazio a questo confronto che ho trovato cruciale per la fede di noi popolo di Dio . Ringrazio vivamente mons. Livi per avere, con linguaggio diretto e comprensibile a tutti, difeso e chiarito i punti cardine della nostra fede . Sinceramente gli sono grato perchè il leggere i tre articoli che ha scritto per BQ, mi ha reso ancora più saldo nella mia povera fede in Dio e nel Suo Unigenito , il Signore che vive e che viene nell'Eucarestia.
Permettetemi di dire che sono rimasto attonito e amareggiato nel constatare che su Avvenire non una riga dopo l'intemerata del suo direttore . E sì, è uno che si vanta di essere un giornalista corretto e professionale . Il suo silenzio mi ha richiamato alla memoria (ho 68 anni) i metodi che allora chiamavamo della "Pravda" e dell' "Unità" di Togliatti (denigrare senza appello chi non la pensa come te).
Ultima cosa, voglio segnalarvi che leggo nel programma del prossimo incontro mondiale delle famiglie a Milano, il 1 giugno alle 15 Enzo Bianchi parlerà sul tema "L’Eucarestia della Famiglia nel Giorno del Signore" con il supporto di testimonianze. Ma la CEI come fa ad affidare un tema come questo a chi non si mostra aderente al Magistero?
Non sarebbe opportuno per salvaguardare "la fede del popolo" chiedere pubblicamente alla CEI di sostituirlo con un relatore più fedele al Magistero della Chiesa e meno ad Hans Kung e Karl Rahner? Credo che l'autorevolezza della BQ possa farlo
Corrado Galluzzi
Pisa
Grazie, grazie grazie Padre Livi,
per il suo coraggio!! Grazie alla Bussola perché esiste, ed io posso leggerla e formarmi. Grazie padre Livi ancora per il suo coraggio della veritá, che é amore!!!
Grazie!!
Un saluto pieno di affetto
Laura
Nell'esprimere la piena consonanza con il pensiero e tutte le considerazioni che il prof. Livi lucidamente e serenamente svolge per aiutare questo fratello in Cristo, mi permetto di evidenziare che la nota di Enzo Bianchi in propria difesa non esprime MAI obbedienza a Pietro.
Anzi, il priore di Bose nomina il Papa come "il teologo e cardinale Ratzinger", riferendosi a lui quasi come ad un collega accademico.
Non appare, neanche di sfuggita, il riferimento alla Sua persona come al successore di Colui al quale Gesù ha affidato la Chiesa da Lui fondata.
Sono certo che ciò non Le sarà sfuggito.
Affiorano alla mia memoria le espressioni di Fabrice Hadjadj, filosofo cattolico convertito dall'ebraismo, il quale afferma: <<...per colui che legge i Vangeli, l'erudizione dei demoni è cosa nota. La tentazione del deserto presenta un avversario che cita le scritture come un autentico biblista. (...). Non vi è nulla di più pertinente, quindi, che raffigurare il diavolo in abito monastico. La sua astuzia consiste nell'utilizzare le nostre stesse difese e rivolgerle contro di noi. >>. E altrove: <<...Altri reputano che il demonio si nasconda prima di tutto tra gli atei e gli agnostici, mentre - come ricorda S.Giacomo - "i demoni credono e tremano", al punto che non esiste un solo articolo di fede della cui verità essi dubitino! Per di più , (...) essi sono spesso famelici di spiritualità.>>.
(Hadjadj, F., La fede dei demoni, Genova-Milano, Marietti, 2010)
per il suo coraggio!! Grazie alla Bussola perché esiste, ed io posso leggerla e formarmi. Grazie padre Livi ancora per il suo coraggio della veritá, che é amore!!!
Grazie!!
Un saluto pieno di affetto
Laura
Nell'esprimere la piena consonanza con il pensiero e tutte le considerazioni che il prof. Livi lucidamente e serenamente svolge per aiutare questo fratello in Cristo, mi permetto di evidenziare che la nota di Enzo Bianchi in propria difesa non esprime MAI obbedienza a Pietro.
Anzi, il priore di Bose nomina il Papa come "il teologo e cardinale Ratzinger", riferendosi a lui quasi come ad un collega accademico.
Non appare, neanche di sfuggita, il riferimento alla Sua persona come al successore di Colui al quale Gesù ha affidato la Chiesa da Lui fondata.
Sono certo che ciò non Le sarà sfuggito.
Affiorano alla mia memoria le espressioni di Fabrice Hadjadj, filosofo cattolico convertito dall'ebraismo, il quale afferma: <<...per colui che legge i Vangeli, l'erudizione dei demoni è cosa nota. La tentazione del deserto presenta un avversario che cita le scritture come un autentico biblista. (...). Non vi è nulla di più pertinente, quindi, che raffigurare il diavolo in abito monastico. La sua astuzia consiste nell'utilizzare le nostre stesse difese e rivolgerle contro di noi. >>. E altrove: <<...Altri reputano che il demonio si nasconda prima di tutto tra gli atei e gli agnostici, mentre - come ricorda S.Giacomo - "i demoni credono e tremano", al punto che non esiste un solo articolo di fede della cui verità essi dubitino! Per di più , (...) essi sono spesso famelici di spiritualità.>>.
(Hadjadj, F., La fede dei demoni, Genova-Milano, Marietti, 2010)
Ignazio Carabellese
Grazie ancora a Mons. Antonio Livi (e a voi) per la chiarezza ed il coraggio della disputa . Sono trascorsi almeno 30 anni di politicamente corretto (meglio,politicamente corrotto) in cui non ho avuto la possibilità di ascoltare una difesa così accorata e puntuale del "dogma".
cordialmente
Cosi Silvano
A proposito di Enzo Bianchi: alla luce di quanto detto a Pescara e da voi riportato, a mio parere basterebbe che rispondesse a una domanda per capire cosa pensa veramente: ritiene che per essere cristiani bisogna prima essere uomini autentici?
F. Maceri
Tempo fa, in tempi non sospetti, ebbi modo di leggere un commento positivo di Pannella su Bianchi della comunità di Bose. Al di là quindi delle polemiche tra monsignor Livi e il sig. Bianchi, già da allora non avevo dubbi: se qualche cosa che dovrebbe avere a che fare con la Chiesa, è gradito a Pannella.... meglio starne lontani!
Alberto Maffioli
Grazie ancora a Mons. Antonio Livi (e a voi) per la chiarezza ed il coraggio della disputa . Sono trascorsi almeno 30 anni di politicamente corretto (meglio,politicamente corrotto) in cui non ho avuto la possibilità di ascoltare una difesa così accorata e puntuale del "dogma".
cordialmente
Cosi Silvano
A proposito di Enzo Bianchi: alla luce di quanto detto a Pescara e da voi riportato, a mio parere basterebbe che rispondesse a una domanda per capire cosa pensa veramente: ritiene che per essere cristiani bisogna prima essere uomini autentici?
F. Maceri
Tempo fa, in tempi non sospetti, ebbi modo di leggere un commento positivo di Pannella su Bianchi della comunità di Bose. Al di là quindi delle polemiche tra monsignor Livi e il sig. Bianchi, già da allora non avevo dubbi: se qualche cosa che dovrebbe avere a che fare con la Chiesa, è gradito a Pannella.... meglio starne lontani!
Alberto Maffioli
Vorrei far pervenire a Mons. Antonio Livi il mio sostegno alla sua persona e alle sue fondatissime argomentazioni riguardo alla Dottrina Cattolica e alla diffusa ignoranza (quando non malafede...) su di essa.
Ing. William Giampietro
Poderosa la risposta di mons Antonio Livi. Ineccepibile, e inoppugnabile. Grazie alla Bussola per questa chiarezza.
Carlo Principe
Complimenti. Ho letto con interesse l'intervento di Mons Antonio Livi riguardo Enzo Bianchi. L'ho trovato in sintonia con quanto scrissi io nel 2008, ad alcuni miei amici sacerdoti, dopo aver ascoltato Enzo Bianchi a Trieste alla Sala Marittima.
Le invio la mia riflessione se può esserle utile, ho anche la registrazione dell'intervento di allora.
Ci tengo ribadire che rispetto e non desidero giudicare la fede di Bianchi, ne la sua cattolicità. Penso sia arricchente per tutti, porsi proprio sul piano di Bianchi, cioè usare la ragione per disquisire, soppesare, criticare, non solo la chiesa, ma anche ciò che dice lui. Mi pare poco corretto, invocare la libertà di esternare ciò che si desidera su magistero e dottrina, ed indignarsi se qualcuno si permette di soppesare ciò che Bianchi propone.
La meraviglia su Bianchi e Bose, mi era sorta nel 2007, quando un mio confratello si recò a Bose con gli scout. Arrivati alla sera, chiesero la possibilità di celebrare la S. Messa. Gli fu impedito per il motivo che i fratelli a Bose celebrano solo alcune volte la settimana, ed in quel giorno non era previsto. Dovettero ritirarsi in camera, e furtivamente celebrare, fra i letti e a voce bassa, per non farsi sentire. Questo si sembra un dogmatismo fondamentalista ed intransigente.
don Duilio Peretti,
Salesiani Tolmezzo
Ing. William Giampietro
Poderosa la risposta di mons Antonio Livi. Ineccepibile, e inoppugnabile. Grazie alla Bussola per questa chiarezza.
Carlo Principe
Complimenti. Ho letto con interesse l'intervento di Mons Antonio Livi riguardo Enzo Bianchi. L'ho trovato in sintonia con quanto scrissi io nel 2008, ad alcuni miei amici sacerdoti, dopo aver ascoltato Enzo Bianchi a Trieste alla Sala Marittima.
Le invio la mia riflessione se può esserle utile, ho anche la registrazione dell'intervento di allora.
Ci tengo ribadire che rispetto e non desidero giudicare la fede di Bianchi, ne la sua cattolicità. Penso sia arricchente per tutti, porsi proprio sul piano di Bianchi, cioè usare la ragione per disquisire, soppesare, criticare, non solo la chiesa, ma anche ciò che dice lui. Mi pare poco corretto, invocare la libertà di esternare ciò che si desidera su magistero e dottrina, ed indignarsi se qualcuno si permette di soppesare ciò che Bianchi propone.
La meraviglia su Bianchi e Bose, mi era sorta nel 2007, quando un mio confratello si recò a Bose con gli scout. Arrivati alla sera, chiesero la possibilità di celebrare la S. Messa. Gli fu impedito per il motivo che i fratelli a Bose celebrano solo alcune volte la settimana, ed in quel giorno non era previsto. Dovettero ritirarsi in camera, e furtivamente celebrare, fra i letti e a voce bassa, per non farsi sentire. Questo si sembra un dogmatismo fondamentalista ed intransigente.
don Duilio Peretti,
Salesiani Tolmezzo
Esprimo il mio pieno apprezzamento, solidarietà ed affetto al grande filosofo cattolico e pio sacerdote Mons. Antonio Livi; le cui considerazioni - e fraterne correzioni - rispetto alle reiterate deviazioni dottrinali di Enzo Bianchi sono state puntuali, illuminanti e oggi preziose!
Luigi Torre
Grazie per le sue parole e per aver avuto il coraggio di sollevare la questione "Bianchi". Già da diverso tempo avvertivo un certo disagio verso il successo di questo personaggio ambiguo nelle dottrine e così apprezzato dal "mondo" e da un certo ambiente cattolico. Spero che il suo coraggio non rimanga isolato ma possa aprire una pagina quantomai urgente da trattare.... ma si può sperare qualcosa in questo tempo in cui il Direttore del quotidiano cattolico"ufficiale" fa confusione tra monofisismo e arianesimo?!
Luce Zareschi
Grazie Mons. Livi, lei mi incoraggia: Eliminati i santi ci sono i guru!!!!
Volevo manifestarle la mia solidarietà per quanto detto a proposito di Enzo Bianchi è ora che qualcuno controbatta a questi guru di questo nuovo totalitarismo del cristianesimo ateo.
Concetta
Carissimi,
esprimo tutta la mia solidarietà a mons. Antonio Livi condividendo in pieno il suo articolo di oggi.
E’ da tanto tempo che mi meraviglio del fatto che Enzo Bianchi sia invitato a tenere discorsi da tutte le parti nella Chiesa pur dicendo cose che suonano strane alle orecchie di chi ha studiato il catechismo.
Purtroppo ha amicizie diffuse non solo in Famiglia Cristiana ed Avvenire, ma anche in alto perché vedo che ci sarà propinato anche al prossimo incontro mondiale delle famiglie, venerdì 1 giugno alle 15 (punto 19 del programma)
http://www.family2012.com/it/congresso-internazionale/#!day-3
Se non si smette di fare così gli si dà una patente di ortodossia che non gli spetta e si alimenta la confusione
Carlo Cigolini
Ho seguito con attenzione il dibattito tra Antonio Livi e Avvenire in merito alle posizioni di Enzo Bianchi.
Non solo condivido appieno quanto espresso dal professor Livi, ma credo anche che il problema non riguardi soltanto gli "addetti ai lavori", ma che sia in atto una specie di "guerra" senza quartiere interna alla Chiesa, molto estesa e molto preoccupante. L'aspetto più allarmante non riguarda, a mio avviso, le discussioni ad alto livello su questi temi che di tanto in tanto appaiono anche sui quotidiani.
Ciò che veramente trovo inquietante è il fatto che queste ideologie abbiano ormai da tempo permeato tutti gli strati ecclesiali, fino ad arrivare anche a noi, al "popolo". Le ideologie gnostiche e la religione umanistica dei loro araldi si è fatta spazio da tempo anche tra i banchi delle chiese, soprattutto ad opera dei nostri parroci e coloro che a vario titolo svolgono servizio nelle loro parrocchie.
Nella mia parrocchia, ad esempio, potrei ascoltare quasi quotidianamente prediche la cui sostanza è esattamente quella oggetto della giusta critica dell'articolo di don Antonio Livi.
Naturalmente, anche i comportamenti si piegano alle ideologie, ed ecco che nelle nostre celebrazioni è diventata consuetudine non inginocchiarsi durante la consacrazione, né dopo aver ricevuto l'Eucarestia. Non per comando esplicito del Parroco (ci mancherebbe), ma per tacita "convenzione", conoscendo la sua avversione a questo atto di sottomissione a un Gesù che è soprattutto (dal punto di vista delle conseguenze pratiche: "esclusivamente") uomo e la cui trascendenza non deve in alcun modo "disturbare" l'idea che Cristo sia del tutto uguale (uguale, non "simile") a noi. Non solo le parole "inferno" e "paradiso" sono completamente assenti nei sermoni dei nostri sacerdoti (parlo ancora della mia parrocchia), ma anche "miracolo" o "segno". La nostra missione? Quella di sfamare i poveri. L'evangelizzazione? Bandita, per non urtare la suscettibilità dei nostri "fratelli musulmani" e dei "non credenti". Maria? Una brava moglie (moglie, non "sposa", ché suona troppo aulico). I mistici? Dei fanfaroni buoni solo per i creduloni. Perfino quando è il Vangelo stesso della domenica a parlare, per somma sventura, quasi esclusivamente dei miracoli e dei segni di Gesù, si porta il discorso su argomenti più pragmatici e "realisti".
Il tema di cui ha trattato il professor Livi meriterebbe ben più ampio spazio di quello che può essere riservato ad un articolo e alle successive repliche. No, non propongo di farlo voi tramite i Vostri preziosi articoli sulla Bussola. Qui si tratta di un'emergenza pastorale che devono risolvere al più presto i nostri Vescovi. Quando si decideranno ad intervenire e a far sentire la loro voce? Come è possibile che preti come quello della mia Parrocchia non vengano mai richiamati, in ben 36 ANNI da quando è stato nominato parroco (sempre della stessa Parrocchia)?
Luigi Torre
Grazie per le sue parole e per aver avuto il coraggio di sollevare la questione "Bianchi". Già da diverso tempo avvertivo un certo disagio verso il successo di questo personaggio ambiguo nelle dottrine e così apprezzato dal "mondo" e da un certo ambiente cattolico. Spero che il suo coraggio non rimanga isolato ma possa aprire una pagina quantomai urgente da trattare.... ma si può sperare qualcosa in questo tempo in cui il Direttore del quotidiano cattolico"ufficiale" fa confusione tra monofisismo e arianesimo?!
Luce Zareschi
Grazie Mons. Livi, lei mi incoraggia: Eliminati i santi ci sono i guru!!!!
Volevo manifestarle la mia solidarietà per quanto detto a proposito di Enzo Bianchi è ora che qualcuno controbatta a questi guru di questo nuovo totalitarismo del cristianesimo ateo.
Concetta
Carissimi,
esprimo tutta la mia solidarietà a mons. Antonio Livi condividendo in pieno il suo articolo di oggi.
E’ da tanto tempo che mi meraviglio del fatto che Enzo Bianchi sia invitato a tenere discorsi da tutte le parti nella Chiesa pur dicendo cose che suonano strane alle orecchie di chi ha studiato il catechismo.
Purtroppo ha amicizie diffuse non solo in Famiglia Cristiana ed Avvenire, ma anche in alto perché vedo che ci sarà propinato anche al prossimo incontro mondiale delle famiglie, venerdì 1 giugno alle 15 (punto 19 del programma)
http://www.family2012.com/it/congresso-internazionale/#!day-3
Se non si smette di fare così gli si dà una patente di ortodossia che non gli spetta e si alimenta la confusione
Carlo Cigolini
Ho seguito con attenzione il dibattito tra Antonio Livi e Avvenire in merito alle posizioni di Enzo Bianchi.
Non solo condivido appieno quanto espresso dal professor Livi, ma credo anche che il problema non riguardi soltanto gli "addetti ai lavori", ma che sia in atto una specie di "guerra" senza quartiere interna alla Chiesa, molto estesa e molto preoccupante. L'aspetto più allarmante non riguarda, a mio avviso, le discussioni ad alto livello su questi temi che di tanto in tanto appaiono anche sui quotidiani.
Ciò che veramente trovo inquietante è il fatto che queste ideologie abbiano ormai da tempo permeato tutti gli strati ecclesiali, fino ad arrivare anche a noi, al "popolo". Le ideologie gnostiche e la religione umanistica dei loro araldi si è fatta spazio da tempo anche tra i banchi delle chiese, soprattutto ad opera dei nostri parroci e coloro che a vario titolo svolgono servizio nelle loro parrocchie.
Nella mia parrocchia, ad esempio, potrei ascoltare quasi quotidianamente prediche la cui sostanza è esattamente quella oggetto della giusta critica dell'articolo di don Antonio Livi.
Naturalmente, anche i comportamenti si piegano alle ideologie, ed ecco che nelle nostre celebrazioni è diventata consuetudine non inginocchiarsi durante la consacrazione, né dopo aver ricevuto l'Eucarestia. Non per comando esplicito del Parroco (ci mancherebbe), ma per tacita "convenzione", conoscendo la sua avversione a questo atto di sottomissione a un Gesù che è soprattutto (dal punto di vista delle conseguenze pratiche: "esclusivamente") uomo e la cui trascendenza non deve in alcun modo "disturbare" l'idea che Cristo sia del tutto uguale (uguale, non "simile") a noi. Non solo le parole "inferno" e "paradiso" sono completamente assenti nei sermoni dei nostri sacerdoti (parlo ancora della mia parrocchia), ma anche "miracolo" o "segno". La nostra missione? Quella di sfamare i poveri. L'evangelizzazione? Bandita, per non urtare la suscettibilità dei nostri "fratelli musulmani" e dei "non credenti". Maria? Una brava moglie (moglie, non "sposa", ché suona troppo aulico). I mistici? Dei fanfaroni buoni solo per i creduloni. Perfino quando è il Vangelo stesso della domenica a parlare, per somma sventura, quasi esclusivamente dei miracoli e dei segni di Gesù, si porta il discorso su argomenti più pragmatici e "realisti".
Il tema di cui ha trattato il professor Livi meriterebbe ben più ampio spazio di quello che può essere riservato ad un articolo e alle successive repliche. No, non propongo di farlo voi tramite i Vostri preziosi articoli sulla Bussola. Qui si tratta di un'emergenza pastorale che devono risolvere al più presto i nostri Vescovi. Quando si decideranno ad intervenire e a far sentire la loro voce? Come è possibile che preti come quello della mia Parrocchia non vengano mai richiamati, in ben 36 ANNI da quando è stato nominato parroco (sempre della stessa Parrocchia)?
lettera firmata
Sono molto contento della lettera aperta scritta da Mons Livi al Direttore di “Avvenire“. Sono contento, perché finalmente qualcuno armato di una buona dose di coraggio inizia a levare alta la voce contro le stereotipate voci che sentiamo come una litanica sequenza da oltre 30 anni . Non c’è trasmissione televisiva a carattere religioso che non ospiti almeno uno o due volte l’autorevole voce del priore di Bose ( insieme ad altre voci, fedelmente allineate) per istruirci in merito ai grandi passi fatti dalla teologia moderna e dall’ecclesiologia . Questo continuo “ catechizzarci” disorientando gran parte dei cattolici, è diventato ancora più subdolo e maniacale con l’avvento del pontificato di Ratzinger. I cosidetti” uomini del dialogo con il mondo” o “cattolici adulti” adesso sono arrivati con maggior frequenza nelle diocesi ( non che prima non ne fossero ospiti) per parlarci ancora una volta “dello spirito “ del Concilio vaticano II e non già del Concilio che a parer loro “ruppe” con la Tradizione bi millenaria della Chiesa .
Spero che la lettura ferma e pacata di Mons Livi , possa aprire le menti e il cuore di tanti prelati che vedono solo nel priore di Bose e dei teologi malati di verbite ii grandi maestri spirituali della Chiesa del post Concilio, non volendo ammettere che è sempre più vasta quella realtà cattolica che mostra una certa repulsione per questi “maestri dello spirito” mentre ama il parlar semplice e profondo del teologo Ratzinger.
Sono molto contento della lettera aperta scritta da Mons Livi al Direttore di “Avvenire“. Sono contento, perché finalmente qualcuno armato di una buona dose di coraggio inizia a levare alta la voce contro le stereotipate voci che sentiamo come una litanica sequenza da oltre 30 anni . Non c’è trasmissione televisiva a carattere religioso che non ospiti almeno uno o due volte l’autorevole voce del priore di Bose ( insieme ad altre voci, fedelmente allineate) per istruirci in merito ai grandi passi fatti dalla teologia moderna e dall’ecclesiologia . Questo continuo “ catechizzarci” disorientando gran parte dei cattolici, è diventato ancora più subdolo e maniacale con l’avvento del pontificato di Ratzinger. I cosidetti” uomini del dialogo con il mondo” o “cattolici adulti” adesso sono arrivati con maggior frequenza nelle diocesi ( non che prima non ne fossero ospiti) per parlarci ancora una volta “dello spirito “ del Concilio vaticano II e non già del Concilio che a parer loro “ruppe” con la Tradizione bi millenaria della Chiesa .
Spero che la lettura ferma e pacata di Mons Livi , possa aprire le menti e il cuore di tanti prelati che vedono solo nel priore di Bose e dei teologi malati di verbite ii grandi maestri spirituali della Chiesa del post Concilio, non volendo ammettere che è sempre più vasta quella realtà cattolica che mostra una certa repulsione per questi “maestri dello spirito” mentre ama il parlar semplice e profondo del teologo Ratzinger.
Carmelo Ferraro
Ragusa
Grazie, di quanto specificato riguardo alla persona sopra citata che mi servito per far togliere ogni dubbio del mio confessore ma sopratutto che questi falsi profeti vengano smascherati poiché fanno molto danno.
Maria Michelazzi Orlandi
Ho letto ammirato le precisazioni di monsignor Livi al direttore di Avvenire, che ho trovato puntuali, pertinenti, pacate. Un grazie a monsignore e a voi che fate un pregevole servizio.
Ragusa
Grazie, di quanto specificato riguardo alla persona sopra citata che mi servito per far togliere ogni dubbio del mio confessore ma sopratutto che questi falsi profeti vengano smascherati poiché fanno molto danno.
Maria Michelazzi Orlandi
Ho letto ammirato le precisazioni di monsignor Livi al direttore di Avvenire, che ho trovato puntuali, pertinenti, pacate. Un grazie a monsignore e a voi che fate un pregevole servizio.
Alfredo Mori
Desidero sostenere quanto mons. Livi ha sottolineato a proposito di Enzo Bianchi. Spiace dover leggere su un giornale, che tutti reputano vicino e obbediente al magistero, commenti come quello in questione e affermazioni decisamente eretiche, indipendentemente dall’estrapolazione. Parlare di creaturalità di Cristo è eresia, piaccia o no. Spiace anche leggere l’acredine nella risposta del direttore Tarquinio quasi vi fosse qualcosa di diverso o di più da difendere dalla Verità!! In ogni caso ho scritto immediatamente una lettera al mio giornale diocesano, forse anche perché la mia diocesi invita spesso il priore e i ai nostri giovani vengono proposti gli esercizi spirituali a Bose, che, ovviamente, non è stata pubblicata. A riguardo, poi, della questione che quella di Bose NON è una comunità monastica, vorrei dare, benché non ce ne sia bisogno, la mia conferma offertami da un professore di diritto canonico. Da tempo personalmente nutro molti dubbi sull’ortodossia della predicazione di E. Bianchi e sono contenta che ci sia chi ha il coraggio di parlarne. Solo un’ultima cosa: pare anche che il priore, contrariamente all’invito evangelico “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”, chieda ben più di un mero rimborso spese per le sue “evangelizzazioni” in diocesi, parrocchie e quant’altro.
Graziamaria D.D.
Mi sembra che anche nella ns. Diocesi non si faccia nulla per eliminare o ridurre confusione.
Venerdì 1 giugno p.v. alle ore 15,30 Bianchi terrà un incontro su "l'Eucaristia della famiglia nel giorno del Signore" programma incluso nelle giornate del VII Incontro Mondiale delle Famiglie a Milano col Santo Padre. Da cattolico poco "adulto" mi domando: ma allora è una persona valida, sarà bene che provi leggermi qualche sua pubblicazione o no ? Oh povera Chiesa, speriamo che il Signore ci aiuti.
Scusate, grazie e buon lavoro.
Graziamaria D.D.
Mi sembra che anche nella ns. Diocesi non si faccia nulla per eliminare o ridurre confusione.
Venerdì 1 giugno p.v. alle ore 15,30 Bianchi terrà un incontro su "l'Eucaristia della famiglia nel giorno del Signore" programma incluso nelle giornate del VII Incontro Mondiale delle Famiglie a Milano col Santo Padre. Da cattolico poco "adulto" mi domando: ma allora è una persona valida, sarà bene che provi leggermi qualche sua pubblicazione o no ? Oh povera Chiesa, speriamo che il Signore ci aiuti.
Scusate, grazie e buon lavoro.
Antonio Santambrogio
Centro Culturale "Cristo Re"
Pienamente d'accordo con voi sulla questione "Enzo Bianchi", Le segnalo questa intervista del 2008 fatta dal settimanale diocesano di Trieste al "Priore":
http://www.vitanuovatrieste.it/content/view/1359/35/
dove spiccano le affermazioni seguenti, in forte contrasto con il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 2384 e segg.) in materia di divorzio:
Lo Stato cerca il male minore e non il bene massimo?
Certo. Non possiamo far altro. Come la legge sul divorzio. Se ci sono cristiani protestanti che lo ammettono, gli ebrei che lo ammettono, gli uomini non cattolici che lo ammettono, noi dobbiamo far sì che lo Stato legiferi anche la possibilità del divorzio. Noi cattolici ci asterremo dal divorziare, se avremo la forza di vivere coerentemente il Vangelo.
Centro Culturale "Cristo Re"
Pienamente d'accordo con voi sulla questione "Enzo Bianchi", Le segnalo questa intervista del 2008 fatta dal settimanale diocesano di Trieste al "Priore":
http://www.vitanuovatrieste.it/content/view/1359/35/
dove spiccano le affermazioni seguenti, in forte contrasto con il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 2384 e segg.) in materia di divorzio:
Lo Stato cerca il male minore e non il bene massimo?
Certo. Non possiamo far altro. Come la legge sul divorzio. Se ci sono cristiani protestanti che lo ammettono, gli ebrei che lo ammettono, gli uomini non cattolici che lo ammettono, noi dobbiamo far sì che lo Stato legiferi anche la possibilità del divorzio. Noi cattolici ci asterremo dal divorziare, se avremo la forza di vivere coerentemente il Vangelo.
È pensabile un’etica comune nella società moderna?
Va cercata. Come convergenza. Non credo che ci sarà mai. Bisogna cercarla altrimenti la nostra società va verso la barbarie. Secondo me il vero scontro di civiltà, che io temo per il futuro, non è tra l’Islam ed il cristianesimo o tra religioni, ma tra etiche che, nella misura in cui si induriscono e diventano fondamentaliste, possono scatenare delle guerre. "
Sinceramente siamo tra coloro che sono stufi di vedere imperversare da anni Enzo Bianchi in tanti media cattolici, e di vederlo additato come "profeta" (giustamente l'articolo di Livi finalmente lo pone nella luce più adeguata di "falso profeta", che sta abbagliando tanti in casa cattolica).
Lina Serusi e Giuseppe Marrone
Sentinelle del Mattino - Padova
Le scrivo per attestare la mia solidarietà a La Bussola in merito alle polemiche susseguitesi dopo l'articolo di Mons. Livi su Enzo Bianchi. Tutte le perplessità di Mons. Livi sono da anni le mie. E finalmente qualcuno le scrive. Era l'ora. E se qualcuno non è d'accordo, va bene: ma sia chiaro che non è un dogma cattolico il dover apprezzare senza se e senza ma l'ingegner Enzo Bianchi, tra l'altro convinto assertore dell'inutilità dei dogmi.
Il quale Enzo Bianchi è diventato come il prezzemolo; spazia da Avvenire a Repubblica, da Che tempo che fa a Radio Rai, dai convegni diocesani a Famiglia Cristiana: un vero tormentone, da evidentemente apprezzato senza tema di poter opinare...
Che poi sia la fede dell'uomo a salvare Dio invece di essere Dio a salvare l'uomo donandogli la fede, mi pare davvero grossa ed indifendibile. Persino per chi è stato chiamato a partecipare al recente Sinodo vaticano sulla Parola di Dio.
La Dei Verbum è una cosa seria, come il Concilio Vaticano II. Qualcuno dovrà spiegare perchè la rilettura interpretata della Parola deve essere pura solo se si è sciacquata i panni nei torrentelli che scorrono attorno a Bose.
Se diventa un problema dire troppi rosari o amare una liturgia che ricordi anche il sacrificio e non solo il banchetto insieme...
Se diventa un problema affermare un dogma di fede...
Se diventa meglio la mia fede nella resurrezione, che la rende vera per me, invece della resurrezione di cui un uomo potrebbe essere scettico, rimanendo vera di per sè...
Se diventa un problema difendere la vita di Eluana, quella dei bambini abortiti o crioconservati, quella dei cristiani vessati, preferendo dialogare con chi per tutto questo non trova pena...
Se diventa un problema difendere la famiglia da equiparazioni improbabili, utili ad essere graditi ai sdalotti buoni...
Se bisogna essere cristiani nel mondo, col mondo e per il mondo, ritenendolo assai più spendibile che essere semplicemente, in Cristo, per Cristo e con Cristo... beh, io mi sento spiazzato e a disagio.
Non perchè mi chiudo, e faccio il difficile, il pianta grane, o udite udite il fondamentalista tacciabile di proselitismo...
No, semplicemente perchè io sono un partigiano: c'è la dittatura del relativismo e vorrei tornare a vivere libero.
Gesù è stato scaricato da Pilato, sacrificato al posto di Barabba, condannato dai traffici de sommi Sacerdoti, tradito persino dai suoi.
Oggi noi con tutti questi vogliamo dialogare, ma lo facciamo davvero in nome di Gesù?
O Gesù rischia di diventare un ostacolo? Perchè la croce non è un "volemose bene" facile facile... E' il più grande dei vogliamoci bene, capace di dare la vita per gli amici, amando persino i nemici. Non trasformando i nemici in amici, senza il bisogno di conversione e gli amici in nemici, perchè insistono a dire che c'è qualcosa che non va.
Ruggero Sangalli
Monsignor Livi,
grazie davvero per l'eccellente articolo forte e chiaro che, sono certo, non mancherà di suscitare vivi apprezzamenti in chi, "borgataro" come me, di fronte a certi personaggi avverte uno spiacevole senso di malessere. Grazie all'intera redazione del Quotidiano che, sin dall'inizio, ha scelto e mantenuto coraggiosamente una linea di franca chiarezza.
Salvatore
Vorrei semplicemente ringraziare il prof. Antonio Livi per l'articolo su Enzo Bianchi.
Avevo già forti perplessità su Bianchi e Kung; con le sue considerazioni, il prof. Livi, oltre a togliere la maschera a questi due ambigui personaggi, ha tracciato un quadro completo e illuminante sul ruolo dei media e soprattutto dei sedicenti giornali cattolici.
E' stato messo il dito sulla piaga maggiore della Chiesa italiana (ricchissima di "cavalli di Troia"); questo mi ha fatto anche star male ma è nulla rispetto alla sofferenza che prova Benedetto XVI.
Fabrizio Lucchesi
Livorno
Va cercata. Come convergenza. Non credo che ci sarà mai. Bisogna cercarla altrimenti la nostra società va verso la barbarie. Secondo me il vero scontro di civiltà, che io temo per il futuro, non è tra l’Islam ed il cristianesimo o tra religioni, ma tra etiche che, nella misura in cui si induriscono e diventano fondamentaliste, possono scatenare delle guerre. "
Sinceramente siamo tra coloro che sono stufi di vedere imperversare da anni Enzo Bianchi in tanti media cattolici, e di vederlo additato come "profeta" (giustamente l'articolo di Livi finalmente lo pone nella luce più adeguata di "falso profeta", che sta abbagliando tanti in casa cattolica).
Lina Serusi e Giuseppe Marrone
Sentinelle del Mattino - Padova
Le scrivo per attestare la mia solidarietà a La Bussola in merito alle polemiche susseguitesi dopo l'articolo di Mons. Livi su Enzo Bianchi. Tutte le perplessità di Mons. Livi sono da anni le mie. E finalmente qualcuno le scrive. Era l'ora. E se qualcuno non è d'accordo, va bene: ma sia chiaro che non è un dogma cattolico il dover apprezzare senza se e senza ma l'ingegner Enzo Bianchi, tra l'altro convinto assertore dell'inutilità dei dogmi.
Il quale Enzo Bianchi è diventato come il prezzemolo; spazia da Avvenire a Repubblica, da Che tempo che fa a Radio Rai, dai convegni diocesani a Famiglia Cristiana: un vero tormentone, da evidentemente apprezzato senza tema di poter opinare...
Che poi sia la fede dell'uomo a salvare Dio invece di essere Dio a salvare l'uomo donandogli la fede, mi pare davvero grossa ed indifendibile. Persino per chi è stato chiamato a partecipare al recente Sinodo vaticano sulla Parola di Dio.
La Dei Verbum è una cosa seria, come il Concilio Vaticano II. Qualcuno dovrà spiegare perchè la rilettura interpretata della Parola deve essere pura solo se si è sciacquata i panni nei torrentelli che scorrono attorno a Bose.
Se diventa un problema dire troppi rosari o amare una liturgia che ricordi anche il sacrificio e non solo il banchetto insieme...
Se diventa un problema affermare un dogma di fede...
Se diventa meglio la mia fede nella resurrezione, che la rende vera per me, invece della resurrezione di cui un uomo potrebbe essere scettico, rimanendo vera di per sè...
Se diventa un problema difendere la vita di Eluana, quella dei bambini abortiti o crioconservati, quella dei cristiani vessati, preferendo dialogare con chi per tutto questo non trova pena...
Se diventa un problema difendere la famiglia da equiparazioni improbabili, utili ad essere graditi ai sdalotti buoni...
Se bisogna essere cristiani nel mondo, col mondo e per il mondo, ritenendolo assai più spendibile che essere semplicemente, in Cristo, per Cristo e con Cristo... beh, io mi sento spiazzato e a disagio.
Non perchè mi chiudo, e faccio il difficile, il pianta grane, o udite udite il fondamentalista tacciabile di proselitismo...
No, semplicemente perchè io sono un partigiano: c'è la dittatura del relativismo e vorrei tornare a vivere libero.
Gesù è stato scaricato da Pilato, sacrificato al posto di Barabba, condannato dai traffici de sommi Sacerdoti, tradito persino dai suoi.
Oggi noi con tutti questi vogliamo dialogare, ma lo facciamo davvero in nome di Gesù?
O Gesù rischia di diventare un ostacolo? Perchè la croce non è un "volemose bene" facile facile... E' il più grande dei vogliamoci bene, capace di dare la vita per gli amici, amando persino i nemici. Non trasformando i nemici in amici, senza il bisogno di conversione e gli amici in nemici, perchè insistono a dire che c'è qualcosa che non va.
Ruggero Sangalli
Monsignor Livi,
grazie davvero per l'eccellente articolo forte e chiaro che, sono certo, non mancherà di suscitare vivi apprezzamenti in chi, "borgataro" come me, di fronte a certi personaggi avverte uno spiacevole senso di malessere. Grazie all'intera redazione del Quotidiano che, sin dall'inizio, ha scelto e mantenuto coraggiosamente una linea di franca chiarezza.
Salvatore
Vorrei semplicemente ringraziare il prof. Antonio Livi per l'articolo su Enzo Bianchi.
Avevo già forti perplessità su Bianchi e Kung; con le sue considerazioni, il prof. Livi, oltre a togliere la maschera a questi due ambigui personaggi, ha tracciato un quadro completo e illuminante sul ruolo dei media e soprattutto dei sedicenti giornali cattolici.
E' stato messo il dito sulla piaga maggiore della Chiesa italiana (ricchissima di "cavalli di Troia"); questo mi ha fatto anche star male ma è nulla rispetto alla sofferenza che prova Benedetto XVI.
Fabrizio Lucchesi
Livorno