Soldati italiani in Siria? Arriva la smentita, ma...
L'Ondus, il famoso Osservatorio per i diritti umani in Siria, con sede a Londra, lancia lo scoop: italiani impiegati in operazioni segrete contro l'Isis in Siria. Dove ufficialmente non abbiamo mai messo piede. Il Ministero della Difesa smentisce. Ma l'Ondus rilancia e conferma. Proprio quando si parla del ritiro dai vari teatri di guerra.
Militari italiani, assegnati all’operazione “Prima Parthica” e probabilmente appartenenti alle forze speciali, sarebbero impegnati in questi giorni in Siria nell’offensiva della Coalizione internazionale a guida Usa contro lo Stato Islamico nella regione sud orientale del Paese a circa 56 chilometri dal confine con l’Iraq. La notizia è stata resa nota dall’Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus), la discussa organizzazione non governativa con sede a Londra, vicina ai ribelli anti-Assad sostenuti dalla Coalizione e sospettata di venire foraggiata dagli anglo-americani.
Nei giorni scorsi le Forze Democratiche Siriane (FDS) che riuniscono milizie arabe e soprattutto curde, hanno avviato l’offensiva per la liberazione di al Dashisha, ultimo caposaldo del Califfato nella provincia di Deir ez-Zor, dove operano in aperta rivalità le FDS affiancate da truppe Usa e occidentali e forze regolari siriane sostenute da truppe russe. La conquista di al Dashisha è di rilevanza strategica per mettere in sicurezza il confine tra Siria e Iraq ma la nutrita presenza di truppe della Coalizione e forze speciali potrebbe essere messa in relazione alla caccia al leader dello Stato Islamico poiché in quella zona sembra aver trovato rifugio Abu Bakr al Baghdadi. Almeno secondo il Centro per le informazioni di sicurezza di Baghdad, che ha scatenato alcuni raid aerei contro il quartier generale dell’IS nella citta” di Hajin”, considerata la “nuova Raqqa” lungo le sponde del fiume Eufrate, a circa 20 chilometri dal confine siro-iracheno. Alcune settimane fa, Abu Ali al Basri, direttore per l’Intelligence e l’antiterrorismo presso il ministero dell”Interno iracheno, aveva detto che al Baghdadi sarebbe stato individuato proprio nella regione al confine tra Siria e Iraq. “In base alle ultime informazioni in nostro possesso, (Al Baghdadi) è stato localizzato nel villaggio di Hijin, in Siria, 18 chilometri dalla frontiera siro-irachena, nel governatorato di Deir ez-Zor”, ha dichiarato Al Basri.
Tornando alla presenza di forze italiane, i militari occidentali sarebbero impegnati al fianco delle FDS, lo Stato maggiore della Difesa ha smentito categoricamente quanto affermato dall’Ondus. “L’Italia partecipa alla coalizione anti-Isis con una missione di addestramento delle forze di sicurezza in Iraq”. A differenza di Usa, Gran Bretagna e Francia, l’Italia ha finora limitato l’intervento delle sue forze aeree e terrestri assegnate alla Coalizione al territorio iracheno perché, a differenza di quello di Baghdad, il governo di Damasco non ha mai né richiesto né accettato l’intervento della Coalizione sul suo territorio nazionale. Ciò nonostante in passato erano circolate indiscrezioni circa voli effettuati da cacciabombardieri AMX e droni Reaper italiani (che operano disarmati dalle basi in Kuwait) per effettuare missioni di ricognizione e sorveglianza lungo la fascia di confine con la Siria. Circa le forze speciali, già negli anni scorsi incursori italiani vennero segnalati dai media anglosassoni aggregati a forze irachene anche in prima linea e in aree molto lontane dal Kurdistan iracheno dive sono schierati i nostri istruttori militari.
Inutile però attendere conferme eventuali di queste operazioni poiché l’impiego delle forze speciali è in tutto il mondo coperto dal massimo riserbo per ragioni non solo di segreto militare ma anche di necessità o opportunità politica. Contattato dall’agenzia di stampa Askanews, che aveva raccolto le smentite della Difesa italiana, il direttore dell’Ondus, Rami Abdul Rahman, ha rilanciato confermando tutto. “Ho con me fotografie con soldati regolari italiani che marciano a fianco di uomini delle FDS nell’operazione in corso a sud della provincia orientale siriana al Haskah” ha detto il direttore aggiungendo però che “non sono autorizzato a pubblicare queste foto”.
Curiosamente le indiscrezioni sulle forze italiane in azione in Siria emergono nel pieno del dibattito sulle missioni militari all’estero che il nuovo governo guidato da Giuseppe Conte vorrebbe rivalutare n senso restrittivo, valutando anche l’eventuale ritiro del contingente in Afghanistan, già ridotto sulla carta dal governo Gentiloni da 900 a 700 militari.