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GUERRA INFINITA

Siria, raggiunta l'intesa fra Russia e Turchia

Neppure l’abbattimento dell’aereo spia russo IL-20, a quanto sembra ad opera di missili antiaerei siriani, ingannati dalle contromisure elettroniche dei caccia israeliani, è riuscito a far saltare l’intesa tra Mosca e Ankara che sembra poter disinnescare la crisi nella provincia di Idlib. Si dovrà però combattere contro i guerriglieri qaedisti.

Esteri 21_09_2018
Erdogan e Putin

Neppure l’abbattimento dell’aereo spia russo IL-20, a quanto sembra ad opera di missili antiaerei siriani, ingannati dalle contromisure elettroniche dei caccia israeliani che stavano bombardando installazioni a Tartus e Latakya, è riuscito a far saltare l’intesa tra Mosca e Ankara che sembra poter disinnescare la crisi nella provincia di Idlib.

L’ultima roccaforte dei ribelli anti-Assad difesa da 10-15 mila miliziani per lo più jihadisti e qaedisti dell’ex Fronte al-Nusra, stava per essere attaccata in forze dalle truppe di Damasco appoggiate da russi e iraniani. Una battaglia che vedeva contrariati i turchi, che a nord di Idlib proteggono una zona cuscinetto lungo il confine, e minacciava di determinare attacchi aerei anglo-franco-americani con la scusa di attacchi chimici dei quali accusare il regime di Assad. La battaglia aerea che ha visto pesanti bombardamenti israeliani su installazioni industriali e depositi nell’area costiera, definite da Gerusalemme come deposito di armi diretti alle milizie libanesi sciite di Hezbollah, aveva forse l’obiettivo di provocare le forze russe basate a Latakya e Tartus, alzando irrimediabilmente la tensione. Se i militari russi non hanno risparmiato dure risposte a Israele, Vladimir Putin ha invece smorzato i toni parlando di un tragico incidente ed evitando così di cadere nella trappola di un’escalation militare dopo la morte dei 15 uomini di equipaggio a bordo dell’IL-20.

"Mosca considera irresponsabili e non amichevoli le azioni dell'aeronautica israeliana che hanno esposto ad un pericolo l'Iluyshin 20 e hanno portato alla morte di 15 membri del suo equipaggio. La Russia adotterà tutte le misure necessarie per rimuovere ogni minaccia alla vita e alla sicurezza dei suoi militari impegnati contro il terrorismo in Siria" ha ribadito ieri l'ambasciata russa in Israele. Un avvertimento giunto mentre il comandante dell'Aeronautica israeliana, generale Amikam Norkin, si stava recando a Mosca per fornire spiegazioni circa “l’incidente” che rischia di compromettere le ottime relazioni tra Gerusalemme e Mosca. Non è interesse di nessuno dei due Stati arrivare ai ferri corti in Siria, dove, con un imbarazzante ritardo di tre giorni, il presidente siriano Assad ha espresso le sue "più sentite condoglianze" al presidente russo Vladimir Putin per l'abbattimento del velivolo.

Per giorni, mentre il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha subito espresso le condoglianze a Putin e ha inviato una delegazione militare a Mosca, il presidente siriano è rimasto in silenzio. Nel messaggio di condoglianze, pubblicato sul sito dell'agenzia di stampa governativa siriana Sana, si legge che Assad addossa la responsabilità dell'incidente “all’arroganza di Israele". Stretta tra un tenace negoziato con la Turchia, la necessità di non rompere con Israele e di tenere a bada un alleato siriano che vorrebbe chiudere i conti con i ribelli nella loro ultima sacca di resistenza, Mosca non ha risposto alla provocazione per difendere l’accordo con Erdogan che potrebbe costituire un buon compromesso per chiudere il conflitto salvaguardando le milizie filo turche intrappolate a Idlib ma chiudendo i conti con i qaedisti e altre milizie jihadiste definite anche dai turchi “terroristi”.

Questi i dieci punti dell'intesa. I punti di osservazione e check-point dell’esercito turco sul territorio (12, ndr) potranno contare su un maggiore spiegamento di uomini e mezzi. La Russia si asterrà da attacchi e operazioni militari e prenderà le adeguate misure di sicurezza al mantenimento dello status quo. Sarà costituita un'area demilitarizzata di 15-20 chilometri. I confini dell'area demilitarizzata saranno definiti dalle necessità delle operazioni sul campo. Tutti i terroristi saranno costretti ad abbandonare l'area demilitarizzata entro il prossimo 15 ottobre (data in cui Ankara ha annunciato il rientro in Turchia dell'artiglieria pesante ndr). I carri armati, blindati, razzi, mortai, artiglieria a lunga gittata e armi pesanti appartenenti ai gruppi terroristici saranno portati fuori dall' area demilitarizzata il prossimo 10 ottobre. La sorveglianza dell'area demilitarizzata sarà svolta dall' esercito turco e russo, anche attraverso l'ausilio di droni.  Consolidamento della sicurezza e riapertura delle autostrade M4 e M5 nel nord della Siria entro la fine dell'anno. Russia e Turchia costituiranno un centro di coordinamento congiunto per decidere le misure più efficaci a garantire un cessate il fuoco duraturo. Le parti rinnovano il comune impegno nella lotta al terrorismo.

Per raggiungere questi obiettivi occorrerà, a quanto pare, combattere contro le milizie qaediste che controllano il 60% della ”sacca di Idlib”, sono ben armate e hanno respinto l'accordo turco-russo confermando che non cederanno le armi pesanti né smobiliteranno. La presenza sul terreno di forze militari congiunte russo-turche dovrebbe inoltre scoraggiare ogni avventura militare di Washington e dei suoi alleati europei, ma nulla può essere dato per scontato. Lo scenario siriano resta in continua evoluzione.