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Locuste

Si teme una crisi umanitaria nei paesi africani invasi da sciami di locuste

La Fao ha annunciato che occorrono almeno 76 milioni di dollari per intervenire nei cinque paesi colpiti nei quali 12 milioni di persone già soffrivano di insicurezza alimentare acuta

Svipop 10_02_2020

In Mozambico dei raccolti sono andati distrutti da sciami di cavallette come sempre succede durante la stagione delle piogge. Ma i danni per quanto ingenti non sono comparabili a quelli che le locuste stanno causando soprattutto nel Corno d’Africa. Secondo la Fao i paesi più gravemente colpiti sono Etiopia, Somalia, Kenya, Eritrea e Gibuti. Il direttore generale della Fao, Qu Dongyu, il 31 gennaio durante un incontro informale svoltosi nella sede di Roma ha annunciato che la sua agenzia ha già messo a disposizione 15,4 milioni di dollari dei 76 necessari per assistere i cinque paesi in difficoltà. Ha inoltre spiegato che quasi sicuramente saranno però necessari altri fondi perché si teme che l’emergenza si estenda ad altri paesi, in particolare il Sudan del Sud e l’Uganda. Il direttore generale ha assicurato di aver mobilitato personale e risorse e di lavorare a stretto contatto con i governi e i partner della regione. “Spero che possiamo lavorare giorno e notte per impedire che le popolazioni colpite perdano i raccolti” ha detto. Senza un intervento tempestivo il rischio è che si produca una grave crisi umanitaria perché nella regione quasi 12 milioni di persone già soffrono di insicurezza alimentare acuta e molti dipendono dall’agricoltura per sopravvivere. Si ritiene che l’attuale invasione di locuste sia la peggiore verificatasi in Etiopia e in Somalia da 25 anni e in Kenya da 70. Le locuste sono considerate gli animali più nocivi al mondo. Anche un piccolo sciame su un chilometro quadrato in un giorno può mangiare tanto cibo quanto 35.000 persone. Nel solo Kenya, dove le province colpite sono 13, grossi sciami, su una estensione di 60 chilometri per 40, hanno invaso le province settentrionali e qualche provincia centrale in meno di un mese provocando seri danni ai raccolti e ai pascoli.