Sessualità e piacere, la rivincita di Paolo VI
Dopo oltre 50 anni si deve riconoscere che il "Sessantotto" ha spazzato via le norme morali e religiose che regolavano la sessualità umana. E una promessa di liberazione si è trasformata in una realtà ancora più complicata. Come aveva previsto Paolo VI nell'enciclica Humanae Vitae. A Roma a fine novembre un convegno affronta il tema «Sessualità che piacere?!».
L'anno scorso è stato il cinquantesimo anniversario del cosiddetto «Sessantotto». Un anniversario, chissà perché, un pò in sordina, sottotono. Purtroppo, insieme alle celebrazioni, sono mancate anche le analisi, le riflessioni su quel fenomeno tanto importante quanto (inaspettatamente) dimenticato.
Il Sessantotto ha spazzato via (tra le altre cose) le norme morali e religiose che regolavano la sessualità umana. È la «rivoluzione sessuale» auspicata e promossa dalla «Scuola di Francoforte», think tank freudiano e trockista nato in Germania e sviluppatosi negli USA. Purtroppo, la promessa di portare la pace e la felicità a questo mondo eliminando i tabù sessuali non è stata mantenuta, anzi: la sessualità non è mai stata tanto problematica quanto dopo il Sessantotto.
Basta guardarsi intorno: la donna, non più protetta dalle leggi morali, è ridotta ad un mero oggetto sessuale in balìa del più forte (l’uomo); le dipendenze sessuali dilagano e con esse le malattie sessualmente trasmissibili; il sesso ha perso ogni connotazione relazionale ed è ridotto a pura ginnastica (quante calorie…); e potremmo continuare a lungo.
Paolo VI l’aveva predetto. Nella sua ultima e contestata enciclica Humanae vitae, uscita proprio nel Sessantotto, il pontefice aveva messo in guardia dalle conseguenze dell’abbandono della legge morale in materia di contraccezione e aborto: «Gli uomini retti potranno ancora meglio convincersi della fondatezza della dottrina della Chiesa in questo campo, se vorranno riflettere alle conseguenze dei metodi di regolazione artificiale delle nascite. Considerino, prima di tutto, quale via larga e facile aprirebbero così alla infedeltà coniugale ed all’abbassamento generale della moralità. Non ci vuole molta esperienza per conoscere la debolezza umana e per comprendere che gli uomini - i giovani specialmente, così vulnerabili su questo punto - hanno bisogno d’incoraggiamento a essere fedeli alla legge morale e non si deve loro offrire qualche facile mezzo per eluderne l’osservanza. Si può anche temere che l’uomo, abituandosi all’uso delle pratiche anticoncezionali, finisca per perdere il rispetto della donna e, senza più curarsi del suo equilibrio fisico e psicologico, arrivi a considerarla come semplice strumento di godimento egoistico e non più come la sua compagna, rispettata e amata. Si rifletta anche all’arma pericolosa che si verrebbe a mettere così tra le mani di autorità pubbliche, incuranti delle esigenze morali. Chi potrà rimproverare a un governo di applicare alla soluzione dei problemi della collettività ciò che fosse riconosciuto lecito ai coniugi per la soluzione di un problema familiare? Chi impedirà ai governanti di favorire e persino di imporre ai loro popoli, ogni qualvolta lo ritenessero necessario, il metodo di contraccezione da essi giudicato più efficace? In tal modo gli uomini, volendo evitare le difficoltà individuali, familiari o sociali che s’incontrano nell’osservanza della legge divina, arriverebbero a lasciare in balia dell’intervento delle autorità pubbliche il settore più personale e più riservato della intimità coniugale» (Humanae vitae, § 17).
Non solo Paolo VI è rimasto inascoltato; queste parole, insieme al resto dell’enciclica, hanno suscitato una reazione furibonda, furiosa: il cosiddetto «dissenso ecclesiastico» che sconvolse il futuro Giovanni Paolo II e lo spinse a mettere mano a quella che divenne la Teologia del Corpo.
In questo contesto post-sessantottino la Confederazione Italiana dei Centri per la Regolazione Naturale della Fertilità (CIC RNF) (https://www.confederazionemetodinaturali.it/ ) organizza a Roma, il 29 e 30 novembre e il 1 dicembre 2019, un convegno dal titolo «Sessualità che piacere?!» (https://www.confederazionemetodinaturali.it/userfiles/News/files/pieghevole_A5-sessaulita_-OK-08.pdf).
L’obiettivo è quello di analizzare i meccanismi connessi al piacere nella sessualità umana; e svelare come essi possono creare dipendenze e infelicità, oppure donare all’uomo e alla donna unione e felicità.
Tra i relatori: padre José Noriega, già docente di teologia morale presso l’Istituto Giovanni Paolo II; Mariolina Ceriotti Migliarese, neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta; sua eccellenza monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore; Luca Marelli, fondatore e presidente di Puri di Cuore; Giuseppe Spimpolo, insegnante dei metodi naturali. Nel corso dei lavori è anche prevista una sessione condotta dall’associazione Turris Eburnea (http://www.turriseburnea.it/chi_siamo/come_nasce.htm ), nata a Torino negli anni ‘40 e impegnata nella diffusione della purezza e della modestia attraverso la moda e l’eleganza.
Per partecipare è necessario inviare la scheda di partecipazione compilabile on line al seguente indirizzo (https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSezdmgcsP1tTAgiy7LN2_-ngM6oLrWyMJvaKTA0XGng_fONgQ/viewform ).
Coi tempi che corrono, sarà sicuramente un successo.