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TORINO

Sesso con le bambole, finto amore in tempi di plastica

La Lumidolls, un’azienda che vende sexy dolls, apre a Torino una casa chiusa, perfettamente legale, con realistiche bambole di plastica al posto delle prostitute e dei gigolò. E' una perfetta metafora del sesso, per come viene vissuto oggi: senza confrontarsi, solo ludico e virtuale.

Attualità 10_08_2018
Una delle case chiuse della Lumidolls

“Ehi bambola!”. Dal 3 settembre questa espressione cesserà di essere intesa solo come una metafora (a dir il vero assai datata). Infatti a partire da quella data a Torino si aprirà un casino di silicone. Proviamo a spiegarci meglio. La Lumidolls è un’azienda che vende sexy dolls, ossia manichini che riproducono uomini muscolosi e donne procaci da usarsi non nelle vetrine dei negozi, ma in camera da letto. Sono sostanzialmente i nipotini delle classiche bambole gonfiabili che, ormai attempate, oggi vanno solo bene sul bagnasciuga dei lidi romagnoli. Dunque si tratta di copie assai realistiche di prostitute e prostituti, solo che sono fatti di gomma e aspettano clienti che, evidentemente, non si sono mai stancati di giocare con le bambole. Una sorta di Barbie e Ken hardcore.

Dato che dalle brillanti idee spesso vengono partorite altre brillanti idee, ecco che quelli della Lumidolls hanno pensato bene di mettere un bel po’ di queste sexy bambole sotto lo stesso tetto affinchè le signorine buonasera Cicciobello potessero prostituirsi, ma con uomini e donne vere. E dunque la casa delle bambole è diventata un bordello o più precisamente è diventata un casa della plastica dedita al meretricio. La Lumidolls ha fatto spuntare queste case chiuse al buon senso e al buon gusto anche a Barcellona e Mosca. L’azienda ha spiegato che “vogliamo farvi godere della sessualità in un modo completamente diverso, in uno spazio lussuoso, assolutamente riservato e del tutto legale. Nella nostra location di Torino entrerete in un luogo confortevole, di buon gusto, dove riuscirete a realizzare tutte le vostre fantasie fin nei minimi dettagli. Offriamo una vasta gamma di servizi e ci adattiamo alle esigenze dei nostri clienti in uno spazio ludico-sessuale totalmente sicuro”. In effetti difficile che un pezzo di gomma possa trasmetterti dei virus – a patto che tra un cliente e l’altro qualcuno si degni di pulirla con un po’ di Cif  - al massimo gli allergici alla gomma dovranno fare un po’ di attenzione. Dunque niente condom perché è la bambola stessa a ben vedere ad essere un grande profilattico. In merito poi ai problemi legati alla legge non si tratta di prostituzione, semmai di un modo un po’ barocco di masturbarsi, un percorso di autoerotismo che più che sofisticato è malato. Una prova? Una delle sexy doll è pure incinta.

In effetti questa trovata è il precipitato di un certo modo di intendere oggi il sesso: sempre più virtuale grazie ad internet. E così quando molli lo schermo del pc ed entri nella cosiddetta vita reale, cerchi la finzione anche lì, volendoti accoppiare con una donna di silicone. Inoltre la sessualità oggi è intesa come attività ludica: volere un amplesso con un manichino è come giocare con una bambola e, in modo analogo, accoppiarsi con una donna vera rimane sempre per certi versi fare sesso non con un persona ma con una bambola. Chiamasi reificazione della persona: è l’iperbole dell’idea della donna-oggetto. Tra parentesi: dove sono in questo caso le femministe? D’altronde un mondo che produce bambini con la fecondazione artificiale come fossero bambolotti e che fugge in paradisi artificiali con le droghe come non poteva rifugiarsi anche nell’artificio quando gli ardori lombari cercano sfogo? E poi queste gommose prostitute sono la rappresentazione davvero “plastica” di come viene vissuta la sessualità nella post-modernità: in modo asettico, anaffettivo. Solo piacere zero zuccheri, cioè solo orgasmi senza legami. Infine questi casini in gomma sono anche emblema di una mentalità collettiva che coltiva sogni di plastica, posticci, omologati, fittizi e seriali alla Andy Warhol. La tua geisha torinese in silicone è infatti la stessa che troverai a Barcellona e a Mosca.

Non nascondiamo che una trovata simile ha anche risvolti positivi (l’ironia speriamo che si possa leggere almeno in filigrana). Ad esempio il marito che viene colto in fallo (si perdoni il gioco di parole triviale) potrà giustamente scusarsi dichiarando a sua difesa che non ha tradito. Come si fa a tradire con Miunana (chi ha bambine sa di cosa stiamo parlando)? Altro aspetto positivo, la squillo in resina non farà mai gaffe con il cliente mettendolo in imbarazzo, né porgerà domande indiscrete, chiusa in quel suo silenzio plastico tanto confortante quanto squallido. In terzo luogo le ninfomani potranno essere pienamente soddisfatte relativamente alle dotazioni del gigolò polimerizzato perché basterà scegliere quello più consono alle proprie alte aspettative. Parimenti gli amanti delle donne curvy. E poi diciamolo: molte donne oggi sono così rifatte che tra loro e le sexy dolls la differenza è difficile da notare. La chirurgia plastica in questo senso ha preparato il terreno all’ingresso delle lucciole in caucciù. Donne così siliconate da sembrare bambole e bambole così realiste da sembrare donne. Infine a breve sicuramente produrranno un modello di etera ecologicamente sostenibile in plastica biodegradabile, perché troppa plastica nelle nostre città inquina. Certo l’idea di avere un amplesso con l’evoluzione del sacchetto dell’umido potrebbe essere un deterrente per alcuni, ma ci affidiamo alla coscienza ambientale di ciascuno per superare questa impasse.

Doppia avvertenza finale per gli avventori della casa di tolleranza real women free. Non fumate in presenza della bambola perché potrebbe andare a fuoco e non ci riferiamo al fuoco della passione. Secondo: quando accarezzerete la vostra Molly, che stolidamente con fredda fissità guarderà voi o il vuoto, non ditele mai “Che bella pelle che hai”, bensì “ Che splendido elastomero termoplastico che hai”. Potreste ferire il suo cuore di plastica, così simile al vostro cervello.