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il nuovo ddl

Sequestro dei cellulari, equilibrio tra privacy e indagini

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Il Senato ha dato il via libera al disegno di legge che rende più difficile sequestrare i device in caso di indagini penali, facendolo rientrare nel regime previsto per le intercettazioni. Bisogna ricercare un equilibrio tra la necessità di combattere il crimine e il rispetto dei diritti individuali.

Politica 13_04_2024

L’evoluzione tecnologica ha notevolmente potenziato le funzioni di vigilanza e sorveglianza, generando crescenti preoccupazioni in merito alla tutela della privacy. I progressi nella raccolta e nell'elaborazione dei dati, insieme alla diffusione di dispositivi interconnessi e tecnologie di monitoraggio, hanno semplificato il compito delle autorità nell'acquisire e analizzare grandi quantità di dati personali. Questo ha prodotto un incremento dei rischi nell’utilizzo di quelle informazioni e ha reso indispensabile un rafforzamento della regolamentazione dell'accesso ai dati e dell'adozione di misure adeguate per garantire la salvaguardia della privacy dei cittadini.

Proprio in questi giorni il Senato ha dato il via libera al disegno di legge, a firma Pierantonio Zanettin (Forza Italia) e Giulia Bongiorno (Lega), che rende più difficile sequestrare i device in caso di indagini penali, facendolo rientrare nel regime previsto per le intercettazioni. Se anche la Camera approverà il testo, diventerà definitiva questa modifica del codice di procedura penale e sarà il giudice a decidere sul sequestro degli smartphone e non più il pubblico ministero.

Il testo del disegno di legge presenta una procedura dettagliata per il sequestro dei dispositivi elettronici durante le indagini penali, mirando a bilanciare le esigenze investigative con la protezione dei diritti fondamentali dei cittadini. Una novità importante è la necessità di autorizzazione da parte di un giudice per il sequestro dei dispositivi informatici, con l'obbligo che siano indispensabili per l'indagine e nel rispetto della proporzionalità.

In situazioni di urgenza, il pubblico ministero può procedere con il sequestro temporaneo, ma deve poi ottenere l'approvazione giudiziaria rapidamente. Le perquisizioni informatiche sono regolate con tempi rigorosi e i decreti di sequestro saranno riesaminati. Ciò assicurerà una maggiore tutela dei diritti degli indagati e dei terzi coinvolti, escludendo ad esempio dal sequestro le comunicazioni tra avvocato e cliente. I difensori avranno la possibilità di partecipare alla duplicazione dei dati e di esprimere le loro osservazioni prima del processo. Solo le informazioni rilevanti saranno incluse nei documenti processuali, garantendo che le comunicazioni siano trattate secondo le norme applicabili, simili a quelle per le intercettazioni tradizionali.

Il senso del provvedimento lo ha chiarito molto bene Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia: «Siamo assai soddisfatti per l'approvazione del disegno di legge che disciplina, finalmente in senso garantista, il sequestro degli smartphone, strumenti attraverso i quali, ormai, si può sapere vita, morte e miracoli di ognuno di noi. Grazie all’iniziativa del senatore Zanettin e di Forza Italia, facciamo un ulteriore passo avanti verso la costruzione di una giustizia rispettosa dei cittadini e dei loro diritti, compreso quello, costituzionalmente tutelato, alla riservatezza. Poniamo fine a quella gogna mediatica che per decenni ha travolto tutto e tutti, mettendo insieme gossip e notizie penalmente irrilevanti per distruggere carriere, reputazioni e vite intere».

Come ha sottolineato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, «oggi negli smartphone c’è una vita». Questa affermazione evidenzia la crescente consapevolezza riguardo alla centralità dei dispositivi digitali nella vita quotidiana e nelle indagini penali.

L’opposizione, a differenza della maggioranza, non ha votato in maniera compatta. Il Movimento 5 Stelle, dopo i durissimi interventi dell’ex pm di Palermo Roberto Scarpinato, ha votato contro. Il Pd invece si è astenuto.

Questi differenti atteggiamenti riflettono sicuramente una diversità di vedute tra i due partiti, ma anche la complessità delle questioni legate alla giustizia digitale e alla protezione dei dati personali. Tuttavia, rimane essenziale il perseguimento di un equilibrio tra la necessità di combattere il crimine e il rispetto dei diritti individuali, un obiettivo che richiede un costante dialogo tra tutte le parti interessate. La discussione del disegno di legge alla Camera potrebbe offrire ulteriori opportunità per migliorare e affinare le disposizioni proposte, nella speranza di garantire un quadro normativo equilibrato e adeguato alle sfide dell’era digitale.

In definitiva l'approvazione di questa modifica legislativa segna un significativo consolidamento della salvaguardia dei diritti fondamentali dei cittadini. Il nuovo Ddl si propone di mantenere un equilibrio tra l'importanza delle indagini efficaci e il rispetto dei principi costituzionali come la legalità, la proporzionalità e la protezione della privacy. Introducendo procedure più rigide per l'autorizzazione dei sequestri di dispositivi mobili, si mira a diminuire il rischio di abusi e manipolazioni delle prove, contribuendo a consolidare la fiducia dei cittadini nel sistema giudiziario e nel rispetto dello stato di diritto. E’ la strada giusta che dovrebbero percorrere tutte le forze politiche, evitando sterili divisioni che allontanano il Paese da un sano equilibrio tra i diversi diritti da tutelare.