Senatore gay contro il Ddl Zan
Il senatore PD Tommaso Cerno, gay dichiarato, si è astenuto dal voto sul Ddl Zan. Ha dichiarato: "quel testo aveva molti difetti, che rischiava di istituire un grottesco e sbagliato reato di opinione".
Il senatore PD Tommaso Cerno, gay dichiarato, si è astenuto dal voto sul Ddl Zan. Ha dichiarato a Il Giornale: “«Il ddl Zan? Altro che legge di civiltà che ci allontana da Polonia e Ungheria: un testo tardo-medievale, già vecchio, malfatto: per questo non ho partecipato al voto».
«Ho ripetuto in tutte le salse che quel testo aveva molti difetti, che rischiava di istituire un grottesco e sbagliato reato di opinione, che poteva essere migliorato. Invece lo hanno proclamato intoccabile, come se Zan fosse Mosè e il suo ddl fossero le tavole della legge dettate dal dio dei gay».
A parte il giudizio sul medioevo e sul fatto che il testo poteva essere migliorato quando invece l’unica scelta possibile era solo l’affossamento, ciò che dice il senatore Cerno mette in evidenza come la strategia dell’on. Zan e di altri sostenitori del disegno di legge fosse massimalista e non incline a nessun compromesso.
Poi il cronista de Il Giornale gli chiede perché, in merito a questa strategia risultata perdente, quelli del Pd hanno dato retta più a Zan che a lui. Il senatore così risponde: «Mah, cosa le devo dire, siamo tutti finocchi ma qualcuno è più finocchio degli altri».