Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Leonardo da Porto Maurizio a cura di Ermes Dovico

CONTRO IL TERRORISMO

Se i musulmani scoprono che l'islam è violento

Mentre in Italia, a Roma e Milano, si sfila sotto gli hashtag #not inmyname, mescolando il no all’assimilazione tra musulmano moderato e musulmano terrorista, in Francia è la Conferenza degli imam, organismo che conta assai nel Paese transalpino, a prendere una posizione netta dinanzi alla mattanza di Parigi. 

Editoriali 22_11_2015
Musulmani in piazza per dire no al terrorismo islamico

Mentre in Italia, a Roma e Milano, si sfila sotto gli hashtag #notinmyname, mescolando il no all’assimilazione tra musulmano moderato e musulmano terrorista (un’ovvietà, visto che nessuno dotato di senno può ritenere che sul pianeta ci sia più di un miliardo di individui pronti a farsi saltare in aria al grido di Allahu Akbar) e il no all’islamofobia (quindi con tutti i consueti distinguo del caso), in Francia è la Conferenza degli imam – organismo che conta assai nel Paese transalpino, considerato anche il numero di milioni di fedeli praticanti sul territorio – a prendere una posizione netta e inequivocabile dinanzi alla mattanza andata in scena il 13 novembre a Parigi. «Ci siamo serviti di imam importati dall’estero che non parlano neanche una parola di francese e che non conoscono i veri problemi che questi giovani musulmani francesi ed europei affrontano nella società occidentale», è messo nero su bianco nel comunicato fatto leggere ieri, venerdì di preghiera, nelle moschee francesi.

C’è un problema enorme, affermano senza trincerarsi dietro il lessico politicamente corretto i religiosi islamici d'oltralpe: «Secondo l’ideologia di questi islamisti ignoranti, apertura tolleranza umanesimo e dialogo interreligioso rappresentano un tradimento e una collaborazione con l’Occidente, al punto che gli imam tolleranti sono minacciati nelle loro stesse moschee da parte di estremismi che hanno scelto la durezza e l’odio verso tutti coloro che non sono musulmani». Il risultato di questa operazione è che queste “autorità religiose” hanno «reso il nostro islam universale una religione settaria e odiosa che non accetta l’apertura e l’adattamento ai valori europei. Questi incompetenti e responsabili del fallimento devono lasciare il loro posto».

Ma non è tutto, perché si arriva al punto dolente, a quello che più viene tirato in ballo anche da molti “moderati” quando interrogati su qualche strage compiuta qua e là nel mondo e in particolare in Europa: «Fate attenzione», scrive la Conferenza degli imam francesi, «a quanti cercano di giustificare l’ingiustificabile in nome del razzismo, della emarginazione e della colonizzazione. Sono pretesti per dissimulare il loro odio e il fanatismo religioso nel nome del Dio che ci ha creati per l’amore e la fratellanza, e non per la guerra e la ferocia. Non è più sufficiente condannare gli attacchi. Non possiamo più continuare a fare come gli struzzi, nascondendo la testa sotto la sabbia ripetendo che “non siamo stati noi, sono stati loro”. Ogni imam, ogni leader religioso musulmano deve prendersi la propria parte di responsabilità per questi attacchi criminali che sono stati commessi nel nome della nostra religione». 

Va sempre infatti ricordato che «cristiani, ebrei ed atei vivono in condizioni difficili nel domino musulmano. Costruire una chiesa o una sinagoga è un sogno impossibile in questi Paesi se non interviene il presidente della Repubblica». É questo, ad esempio, il caso dell’Egitto. Se questa è la situazione nella realtà musulmana, si legge ancora nel comunicato, «viceversa i musulmani vivono in libertà e con dignità in Francia e in Europa. Costruiscono moschee, centri islamici e scuole religiose senza alcuna difficoltà o esclusione». 

Da qui la necessità di «mettere in pratica i metodi migliori per combattere le idee di odio (che covano, ndr) nella nostra religione e la fragilità della nostra gioventù musulmana di fronte a un pseudo islam siro-hollywoodiano che si serve dell’immagine e della propaganda per manipolare e radicalizzare più giovani possibili, che possono diventare bombe dei terroristi». Bombe che «vogliono distruggere i valori dei Paesi occidentali, ma che in realtà distruggono l’immagine dell’islam e il futuro dell’islam in Francia e in Europa».