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Scuola di stregoneria, la Diocesi non sa che si mette in casa i fan dell'occulto

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La Diocesi di Piacenza minimizza la scuola di stregoneria ospitata da domani nella villa di sua proprietà. Ma non sa neppure che l'agenzia organizzò un evento horror chiamato “la maledizione degli altari”, sull'esaltazione delle forze del Male in netto contrasto con la fede. A Piacenza è mancata la vigilanza del vescovo, converrà ammetterlo invece di arrampicarsi sugli specchi. 

Ecclesia 23_10_2025

La diocesi di Piacenza prende posizione sulla scuola di magia ospitata da domani fino a domenica a Villa la Bellotta, di proprietà dell’Opera diocesana di promozione della fede. E lo fa nel peggiore dei modi con un comunicato stampa anodino in cui si arrampica letteralmente sugli specchi per difendere un’iniziativa che ha creato sconcerto tra i fedeli e tra alcuni sacerdoti.

Il comunicato stampa diffuso ieri dall’ufficio stampa della Diocesi di Piacenza-Bobbio interviene per spiegare che «non si tratta affatto di evento esoterico». L’Ufficio stampa diocesano ha ricordato che la “Bellotta” non è riservata esclusivamente a ritiri spirituali, ma è aperta anche a iniziative di carattere ludico, aggregativo e sportivo. «Non vi è alcuna intenzione di promuovere o avallare pratiche esoteriche o contenuti contrari alla fede cristiana» – si legge nel comunicato – precisando che gli eventi autorizzati «si collocano piuttosto nell’ambito della fantasia e del gioco».

A sostegno della propria posizione, la Diocesi ha riportato anche la dichiarazione di Luigi Fichera, presidente di Malastrana Srl, che la Bussola aveva già pubblicato ieri in cui si ribadisce che «l’iniziativa non ha alcun contenuto esoterico né prevede riti o pratiche magiche di qualsivoglia natura, contrarie alla fede o alla ragione».

Ma l’Accademia di stregoneria senza tempo, così è stata ribattezzata la tre giorni che vedrà protagonisti ragazzi maggiori di 18 anni, mentre per i bambini dai 7 a 18 anni ci sarà un evento apposito prima di Natale, definisce quello che è: cioè un momento di “educazione” in cui scoprire magia, divinazione, stregoneria il tutto con il cappello del gioco. Tutte pratiche contrarie alla fede. E chi conosce queste pratiche sa che, dietro la facciata di un’innocua proposta ricreativa si possono nascondere le insidie dell’occulto e dell’esoterismo. Nel comunicato, la Diocesi richiama i numeri 2115-2117 del Catechismo della Chiesa Cattolica, che mettono in guardia dalle forme di magia volte a dominare le forze occulte o a sostituirsi alla Provvidenza.

Un richiamo, però, che «non implica il rifiuto di ogni narrazione simbolica o fantastica». La Curia assicura di voler vigilare affinché ogni attività ospitata nei propri spazi «contribuisca al bene, alla crescita e all’educazione integrale delle persone». E conclude invitando la comunità «a mantenere uno sguardo di fiducia, ricordando che la vera luce capace di vincere ogni oscurità rimane quella del Vangelo di Cristo».

La presa di posizione della Chiesa piacentina dopo giorni di disorientamento dei fedeli risulta però insufficiente a cogliere la portata e il messaggio di un evento di questo tipo.

Esiste un’Opera di promozione della fede che fa capo alla Diocesi guidata da monsignor Adriano Cevolotto e che introita ingenti somme di denaro dall’affitto degli spazi di villa La Bellotta. Ora, il soggetto a cui si affitta, trattandosi di un’Opera ecclesiastica, dovrebbe essere determinante nella scelta delle realtà a cui aprire le porte. Il fatto che la Diocesi non si faccia problemi ad aprire le porte di casa, e a incassare il giusto affitto, ad un’agenzia che dalla sua mission dichiara di voler perseguire finalità contrarie alla fede cattolica, è sicuramente un problema che stupisce non venga colto appieno dai vertici ecclesiastici della cittadina emiliana.

Tanto più che, da quanto ha scoperto la Bussola, il soggetto in questione organizzatore della tre giorni, la “Mala strana eventi” di Gallarate, non è nuovo a iniziative discutibili nel campo dell’educazione dei più piccoli e che hanno come obiettivo tematiche nettamente in contrasto con la fede.

Nella storia di questa realtà associativa, infatti, compaiono anche iniziative di dubbio gusto, che non si sposano per nulla con l’ospitalità concessa da un ente ecclesiastico. Come la Bussola ha potuto scoprire, nel 2018, proprio la Mala strana eventi aveva promosso un happening chiamato la maledizione degli altari. In una location non distante da Piacenza, il castello di Varano Dè Melegari in provincia di Parma, dove le animazioni proposte prendevano le mosse da «una voce, proveniente dalle sale sotterranee, rieccheggia fra le mura dell'antica fortezza: “Nella notte più oscura del secolo, le forze del Male sono all'opera... E quando le Porte dell'Abisso si apriranno, nessuno sarà risparmiato...”».

La sceneggiatura proposta per gli amanti dell’evento horror, aperto solo ad un pubblico adulto, proseguiva con «l'officiante della messa di sacrificio che chiude il pesante libro da cui stava leggendo, e, per qualche secondo, regna il silenzio... Voi vi trovate qui, esattamente centotre anni dopo, nello stesso castello: la dimora del Conte Rovien... Cosa avranno in serbo per voi le forze del Male?».

Insomma, di educativo nelle attività di questa realtà c’è ben poco, mentre è evidente che regna il gusto dell’horror, dell’occulto e dell’esoterico con una speciale attenzione alle scimmiottature della fede, rappresentate dagli altari da distruggere, dalle messe di sacrificio e dall’interrogativo che evoca le forze del male.

Sicuramente la diocesi non sa che l’agenzia in questione non si occupa di eventi ludici ed educativi a tema Harry Potter, ma non disdegna, anzi predilige, il gusto dell’occulto con particolare offesa ai simboli della fede cristiana. Questo, a casa di ogni cristiano si chiama pesante compromissione col satanismo e con l’esoterico, non vederlo e ricondurlo ad una dimensione innocua e ludica non è solo dabbenaggine, ma scarsa cura d’anime dato che il vescovo della Diocesi dovrebbe vigilare su tutto quello che accade nel suo territorio e che mina le fondamenta della fede. E stavolta gli apre pure le porte di casa sapendo di fare cassa.

Un fatto è fuori discussione: a Piacenza è mancato un vescovo capace di esprimere un giudizio netto. Converrà ammetterlo invece di continuare ad arrampicarsi sugli specchi.