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ELEZIONI

Scozia, i nazionalisti perdono perché non sono più cristiani

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I nazionalisti scozzesi hanno subito una sconfitta disastrosa nelle ultime elezioni supplettive, in una loro roccaforte. Segno di declino, dopo che il partito ha emarginato la popolare leader cristiana praticante Kate Forbes, a favore del pakistano Humza Yousaf. 

Esteri 12_10_2023
Humza Yousaf

Nei giorni scorsi si sono tenute delle elezioni supplettive per il Parlamento di Westminster  in un collegio della Scozia, che hanno visto una netta sconfitta degli indipendentisti dello Scottish National Party. Ha vinto il candidato laburista che ha ottenuto il 58,6% dei voti, mentre  la candidata dello Scottish National Party ha avuto il 27,6%. Era il primo test elettorale dopo il cambio al vertice del partito, con le dimissioni della Lady di ferro scozzese Nicola Sturgeon scivolata su uno scandalo economico familiare, e sostituita dal nuovo leader Humza Yousaf, di origini pakistane.

Le elezioni suppletive si sono svolte per un seggio rimasto vacante al parlamento britannico, dopo che la deputata scozzese Margaret Ferrier, dello Scottish National Party, era stata rimossa dal suo incarico per aver violato le durissime restrizioni imposte dal governo scozzese - molto più dure che in Inghilterra - per il Covid: leggi volute dalla Sturgeon che guardò al modello italiano di lockdown e applicate con assoluta intransigenza. La Ferrier aveva avuto la colpa di ritornare in Scozia da Londra in treno, nonostante avesse fatto un tampone risultato positivo. La Sturgeon, con l’intransigenza talebana che la contraddistingueva,  la cacciò dal partito, e in seguito ne pretese anche le dimissioni da parlamentare. Così si è arrivati a questo voto, in un collegio - Rutherglen and Hamilton West, a circa 10 chilometri da Glasgow- dove da anni lo SNP otteneva percentuali altissime. Ora il consenso si è letteralmente dimezzato, e la stampa scozzese e inglese ha cominciato a parlare di inizio di un inesorabile declino dell’indipendentismo scozzese.

Il leader laburista britannico Keir Starmer ha definito la vittoria “un terremoto” per la politica scozzese, dove lo Scottish National Party, di orientamento nazionalista e socialdemocratico, è di gran lunga da tempo il partito più votato. Tra le cause di questo disastro politico, c’è la decisione di aver puntato su una figura di leader poco incisiva e popolare come Yousaf, una scelta dovuta ad un veto implacabile posto sulla candidata alla guida del partito e del Governo scozzese Kate Forbes. La Forbes, trentatre anni, ma già con importanti incarichi di governo alle spalle, una laurea a Edimburgo e una a Cambridge, nativa delle Highlands, il cuore e l’anima della Scozia, volitiva e carismatica, sarebbe stata la figura ideale per guidare la Scozia nel cammino verso l’indipendenza sfiorata nel referendum del 2014.

Tuttavia, nei suoi confronti, nel congresso dello scorso marzo si alzò un vero e proprio muro ideologico, da far impallidire il Vallo d’Adriano: la Forbes è una cristiana praticante e convinta, membro della Chiesa Presbiteriana di Scozia, e non ha mai fatto mistero delle sue idee politicamente scorrettissime: contraria all’aborto, contraria al matrimonio tra persone dello stesso sesso, contraria alla cultura transgender, contraria all’indottrinamento pansessualista nelle scuole, a favore della libertà religiosa e della famiglia naturale. Inoltre, aveva avuto anche il coraggio di dichiarare pubblicamente che i giovani dovrebbero arrivare vergini al matrimonio, attirandosi le ire feroci dei media mainstream.

Eppure, con questa sua agenda basata sui valori cristiani e la legge morale naturale, Kate Forbes aveva conseguito un grande successo elettorale, e aveva moltissimo seguito tra la gente di Scozia e anche nel partito, e quando la Sturgeon era uscita di scena, non aveva esitato a candidarsi alla leadership del Paese. A questo punto, come si diceva, si era formato un blocco interno al partito che le si era opposto con tutte le forze. Infine, questo blocco trovò nel candidato Yousaf un nome sul quale coalizzarsi per fermare la ragazza delle Highlands, sconfitta al congresso col 48% contro il 52 del figlio di immigrati pakistani, formalmente musulmano, ma in realtà assolutamente secolarizzato e disposto a continuare la politica di tipo radicale che era stata della Sturgeon. 

Il risultato dell’elezione supplettiva dimostra che questa scelta non ha pagato, anzi. Una Scozia senz’anima, senza identità, senza valori etici, non sembra interessare gli scozzesi. Un’indipendenza a scapito di una società dominata dal politicamente corretto, dal dispotismo sanitario, dal gender fluid, dall’intolleranza di Stato con leggi sempre più liberticide verso chi non si conforma al pensiero unico non sembra suscitare entusiasmi. E così la Scozia si allontana dalla libertà, surrogata dal libertinismo. C’è da sperare che al più presto Kate Forbes- che non ha accettato incarichi di governo nell’esecutivo di Yousaf, possa prendersi la sua rivincita.