Scoperte in Ghana due “fabbriche di bambini”
Vendevano per poche migliaia di dollari i figli di donne ospitate nelle due strutture durante la gravidanza. Grazie a una soffiata le autorità hanno proceduto all’arresto di 11 persone
C’è un’industria in Africa che prospera e prolifera, anche in periodo di pandemia, e sono le cosiddette “fabbriche di bambini”: le strutture in cui praticano l’incetta e la tratta di neonati. Il termine “fabbrica” è del tutto appropriato perché queste strutture hanno la funzione di “produrre” bambini da vendere. Di recente in Ghana ne sono state scoperte due: una nella capitale Accra e un’altra nella vicina città di Tema. All’apparenza erano dei centri sanitari che prestavano assistenza a donne incinte. Invece dopo il parto ne vendevano i neonati. Dopo mesi di indagini, iniziate in seguito alla soffiata di un autista di taxi, la prova si è avuta quando i responsabili della struttura sono caduti in una trappola e hanno venduto due bambini a dei clienti che in realtà erano agenti. I due piccini valevano uno 5.000 dollari e l’altro 4.800. La polizia ha proceduto all’arresto di 11 persone: due medici, quattro infermiere, due madri, due assistenti sociali e una levatrice. Le autorità ritengono che ad alcune mamme fosse fatto credere che i bambini erano morti dopo la nascita. Altre che non avevano i mezzi per allevare i figli sono state incoraggiate a venderli. In Africa esistono altre fabbriche di bambini. Nel 2019, ad esempio, in Nigeria, a Lagos, ne è stata scoperta una che vendeva i neonati a 1.400 dollari se maschi e 830 dollari se femmine. Lì le madri erano donne di età tra 15 e 28 anni rapite o circuite promettendo una occupazione in diverse parti del paese, tenute prigioniere e costrette ad avere rapporti sessuali con diversi uomini finché non rimanevano incinte. L’anno precedente in un’altra fabbrica di bambini e in due orfanotrofi illegali, sempre a Lagos, sono stati liberati più di 160 bambini. Lo scorso novembre in Kenya, invece, una indagine ha portato alla scoperta di un traffico di neonati, anche di pochi giorni, rapiti persino negli ospedali della capitale Nairobi. Secondo l’ong Bambini smarriti Kenya, negli ultimi tre anni sono quasi 600 i bambini rapiti e venduti. Un assistente sociale del Mama Lucy Kibaki, un ospedale pubblico della capitale, è stato arrestato perché ha venduto per 2.700 dollari un bambino abbandonato di due settimane a una coppia di reporter sotto copertura.