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INCONTRO

Scola: «I media tornino a essere mezzi e non fini»

Riflessione dell'arcivescovo di Milano su comunicazione e società nel corso di un'udienza concessa al Club Santa Chiara, una compagnia di operatori della comunicazione.

Attualità 24_02_2012
Il cardinale Angelo Scola
“Siamo in una società in cui si è andati addirittura oltre l’individualismo, che era la tendenza di un uomo ancora in relazione con altri uomini a ripiegarsi su se stesso. Oggi si teorizza invece la persona come puro individuo, slegato da qualsiasi relazione, una monade. Ma questo è un principio distruttivo della società, perché l’io ha la possibilità di crescere soltanto in una compagnia stabile, la relazione è un fattore imprescindibile per la persona”. Lo ha detto l’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, ricevendo in udienza una delegazione del Club Santa Chiara, una compagnia di operatori dei media dedicata alla santa patrona della televisione. Per Scola sono proprie compagnie come quella del club santa Chiesa a essere “il migliore antidoto a questo concepirsi come un individuo”.

L’arcivescovo di Milano ha poi detto che i media, come dice la parola stessa, “devono tornare a essere mezzi, e non fine, come invece oggi tendono ad essere”. Questo è “un equivoco vissuto sia dagli operatori della comunicazione sia da chi riceve la comunicazione”. In questo equivoco si assiste alla “rimozione del soggetto” sostituito da “un soggetto collettivo tecnologico frutto dei poteri dominanti”.
Il Club Santa Chiara, presieduto da Marco Palmisano, è stato fondato nel 1995 e oggi raccoglie oltre 250 professionisti dei media nazionali, raccolti sotto l'unica idea della ricerca del bello, del vero e del giusto al di là - e non contro - ogni logica commerciale e politica.