Sbarchi record, Italia terra di conquista
Il 2016 è già oggi, quando manca ancora tutto dicembre, l’anno record per gli sbarchi di immigrati illegali in Italia giunti a quota 171 mila superando quindi i 170 mila sbarcati nel 2014, fino ad oggi l’anno record per i flussi di clandestini. Solo pochi, fra loro, sono rifugiati. Ma l'Italia insiste con la politica dell'accoglienza.
Lo avevamo previsto con ampio anticipo e oggi i dati del Ministero dell’Interno ci danno ragione. Il 2016 è già oggi, quando manca ancora tutto dicembre, l’anno record per gli sbarchi di immigrati illegali in Italia giunti a quota 171 mila superando quindi i 170 mila sbarcati nel 2014, fino ad oggi l’anno record per i flussi di clandestini.
Un risultato perseguito con pervicace tenacia dal governo italiano e dalla Ue impiegando flotte militari come traghetti per arricchire criminali legati al terrorismo islamico e incoraggiare nuovi flussi di clandestini dall’Africa senza neppure riuscire a ridurre il numero di morti in mare, stimato in 4.600 persone da gennaio di quest’anno. I dati resi noti il 28 novembre dal Ministero degli Interni riferiscono di 171.299 clandestini nei primi 11 mesi del 2016, contro i 170.100 del 2014 e i 152.840 del 2015. Tra questi vi sono 35.716 nigeriani, 20.100 eritrei, 12.352 provengono dalla Guinea, 11.406 dalla Costa d’Avorio e 11.022 dal Gambia. Tanto per chiarirci le idee, nessuno di questi Paesi è in guerra e i clandestini sono per oltre l’80% maschi giovani.
Molti tra l’altro creano problemi di sicurezza e ordine pubblico protestando anche con violenza, occupando strade e piazze (è accaduto ieri a Verona) per criticare cibo e alloggi, o per litigi e insofferenze tra le diverse comunità. O contestando i tempi d’attesa per le richieste di asilo a cui non avrebbe diritto nessuno di loro, stando alla Convenzione di Ginevra sui Rifugiati del 1951 che impone di accogliere chi fugge direttamente da un paese in guerra, non chi attraversa otto frontiere, paga criminali per giungere in Italia, ma pretende di andare altrove. La citata convenzione prevede inoltre che possa essere espulso chi non rispetta le leggi del Paese accogliente o costituisca una minaccia per sicurezza e ordine pubblico. L’Italia invece continua a raccogliere chiunque paghi i criminali per venire qui, e siccome gli altri paesi europei hanno chiuso i confini ce li teniamo tutti. E’ infatti senza precedenti il numero di clandestini inseriti nel circuito dell’accoglienza: ben 176.720 contro i 103.792 del 2015.
Numeri che non tengono conto dei tantissimi che sono fuggiti dai centri d’accoglienza e ospedali cercando di andare in altri Paesi europei e che in numeri non precisati vagano per l’Italia senza alcun controllo. A spanne potremmo valutare che del mezzo milione di clandestini portati in Italia, dal 2014 a oggi, 176 mila siano ufficialmente ancora qui, circa 100 mila siano andati in Nord Europa illegalmente e almeno 200 mila vivano clandestinamente di espedienti vagando per l’Italia o cercando di raggiungere Svizzera, Francia e Austria. Il Viminale conferma anche l’aumento record di minori stranieri non accompagnati (da gennaio ne sono giunti in Italia 22.772, a fronte dei 12.360 di tutto il 2015) e il fallimento del programma di ricollocamento nei Paesi della Ue dove sono stati accolti solo 1.800 immigrati illegali dei 40 mila previsti. Un aspetto tutto sommato secondario poiché in due o tre mesi sbarcherebbero in Italia altrettanti clandestini da saturare anche l’accoglienza che i partner europei avrebbero potuto offrire.
Un recente rapporto dell’Onu rivela che quest’anno il flusso di immigrati clandestini in Italia è stato in media di 450 unità al giorno e di “solo” 75 al giorno in Grecia dove i flussi sarebbero però dovuti cessare dopo l’accordo di marzo tra Ue e Turchia. Accordo che peraltro Recep Tayyip Erdogan minaccia di far saltare dopo la risoluzione del Parlamento di Strasburgo che chiede la sospensione dei negoziati di adesione della Turchia all’Unione. “La Turchia aprirà le sue frontiere ai rifugiati diretti in Europa se la Ue proseguirà su questa strada” ha ammonito Erdogan aggiungendo che gli europei “sanno benissimo che se andranno avanti votando contro di noi, quella stessa frontiera sarà aperta”. In Turchia ci sono almeno 3,5 milioni di immigrati (per lo più siriani, iracheni, afghani e pakistani) che si riverserebbero in Europa se Erdogan facesse saltare l’accordo, negoziato con Angela Merkel ma siglato in cui la Turchia si impegna a bloccare i flussi in cambio di sei miliardi di euro e del via libera all’ingresso nella Ue di cittadini turchi senza visto.
Angela Merkel è la più vulnerabile alle minacce turche. Ha gestito personalmente l’accordo con Erdogan e candidandosi per il suo quarto mandato ha promesso una maggiore rigidità sull’immigrazione illegale che verrebbe ridicolizzata se Ankara riaprisse i confini. Erdogan ha del resto l’opportunità di “invadere” in ogni caso l’Europa: se non otterrà l’abrogazione dei visti darà il via per “rappresaglia” a un nuovo esodo di milioni di migranti. Se l’otterrà potrebbe inviarli ugualmente in Europa dopo aver concesso loro il passaporto turco come da tempo sostiene di voler fare. Se riaprisse la rotta balcanica dei clandestini sarebbero guai anche per l’Italia sia per il rischio di sconfinamenti dalla Slovenia sia per la possibilità che riprendano i flussi via mare dall’Albania.
Un’Europa debole, incapace di usare le forze armate per difendere i suoi confini e l’arma economico-finanziaria per piegare la Turchia è ormai diventata lo zimbello di tutti i farabutti del Mediterraneo: terroristi, trafficanti e despoti.