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LETTERA A PRETI E VESCOVI

Sarah: «Nessuna autorità può sospendere il culto divino»

Dopo l'intervista alla Nuova BQ il prefetto del culto divino Sarah torna con una lettera a vescovi e preti sulle profanazioni eucaristiche e di culto al tempo del lockdown e mette in guardia vescovi e preti. 

Borgo Pio 07_05_2020

A meno di una settimana dall'intervista concessa alla Nuova BQ contro le profanazioni dell'Eucarestia, il cardinale Robert Sarah torna a far sentire la sua voce. Lo fa con un intervento pubblicato sulla versione online de Il Foglio proprio a poche ore dall'ufficializzazione del via libera al protocollo tra Cei e Governo che fissa al 18 maggio la ripresa delle celebrazioni aperte ai fedeli.

I destinatari sono vescovi e sacerdoti: il prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti ringrazia coloro i quali "hanno assicurato la continuità del culto cattolico pubblico nei paesi più colpiti dalla pandemia" perché "celebrando in solitudine hanno pregato nel nome di tutta la Chiesa, erano la voce di tutti i cristiani che saliva al Padre".

La situazione vissuta da inizio marzo fino ad oggi, secondo il cardinal Sarah, è "una sofferenza" ma anche "un’opportunità che Dio ci offre per comprendere meglio la necessità e il valore del culto liturgico". Infatti, "molti sacerdoti hanno scoperto la celebrazione senza la presenza della gente" ed "hanno così sperimentato che la liturgia è principalmente e soprattutto 'il culto della maestà divina'". Questa riflessione porta il porporato guineano a sfiorare il tema a lui caro della celebrazione ad orientem: "i sacerdoti (...) - scrive nell'intervento, citando anche un'omelia di Origene - si sono resi conto che la celebrazione della messa è ancora indirizzata al Dio Uno e Trino. Volgi lo sguardo verso est. Perché 'è dall’est che arriva l’espiazione. Questo è il luogo da cui proveniva l’uomo di nome Oriente, che divenne un mediatore tra Dio e gli uomini. Con ciò, siete quindi invitati a guardare sempre verso est, dove sorge il Sole di giustizia, dove la luce appare sempre per voi'". Sarah mette in guardia contro il pericolo di quella che papa Francesco ha definito "fede viralizzata": "nessuna trasmissione virtuale - sostiene il cardinale - sostituirà mai la presenza sacramentale.

A lungo termine, potrebbe persino essere dannoso per la salute spirituale del sacerdote che, invece di rivolgere lo sguardo a Dio, guarda e parla a un idolo; a una telecamera, allontanandosi così da Dio che ci ha amato fino al punto di liberare il suo unico Figlio sulla croce affinché possiamo avere la vita". Il rischio è che "i mezzi di trasmissione virtuale potrebbero indurre una logica di ricerca di successo, immagine, spettacolo o pura emozione" che "non è quella del culto cristiano (...) diretto e orientato verso il Dio della Trinità" e non verso una telecamera. Il porporato invita sacerdoti e vescovi a riflettere su ciò che Dio vuole dirci attraverso la situazione attuale: "oggi - continua Sarah - attraverso una malattia che non ha voluto, Dio ci offre la grazia di sentire quanto ci mancano le nostre chiese; (...)  ci offre la grazia di provare che abbiamo bisogno di questa casa che sta  al centro delle nostre città e dei nostri villaggi". L'intervento sottolinea il bisogno di "un posto, un edificio sacro, (...) riservato esclusivamente a Dio" e se la prende con la tendenza a trasformare le chiese "in sale da concerto, ristoranti o dormitori per poveri, rifugiati o migranti privi di documenti".  Una tendenza che non risparmia neppure le cattedrali "diventate grandi musei, calpestate e profanate" dove sfilano "turisti, spesso non credenti e irrispettosi dei luoghi santi e del Santo Tempio del Dio vivente". Il prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti si concentra poi a condannare le deviazioni nel campo della liturgia: quando "crediamo di favorire la partecipazione dei fedeli e riduciamo la liturgia a un gioco umano - dice, rivolgendosi ai sacerdoti - c’è il rischio reale di non lasciare spazio a Dio nelle nostre celebrazioni".

Tornando su un tema affrontato anche nell'intervista alla Nuova BQ, il cardinale africano si sofferma sull'Eucarestia. "La perdita della comunione - spiega Sarah è stata una profonda sofferenza per molti fedeli" e "la loro sofferenza è proporzionale al loro desiderio", ma ricorda anche che "nessun sacerdote dovrebbe sentirsi impedito di confessare e dare comunione ai fedeli nella chiesa o nelle case private, con le necessarie precauzioni sanitarie". Molti sacerdoti dimostrano di aver dimenticato la santità dell'Eucarestia: "ascoltiamo - ricostruisce il cardinale - storie di sacrilegio che tolgono il fiato (di) sacerdoti che avvolgono le ostie consacrate in sacchi di plastica o di carta, per consentire ai fedeli di usare liberamente le ostie consacrate e portarle a casa, o anche altri che distribuiscono la santa comunione osservando la distanza corretta e usando, ad esempio, una pinzetta per evitare il contagio".

"Questo modo di trattare Gesù come un oggetto senza valore - sentenzia Sarah - è una profanazione dell’eucaristia". Dunque, la situazione attuale può diventare un'opportunità laddove permette di ricordare che "dovremmo tremare di gratitudine e cadere in ginocchio davanti alla Santa Comunione". Per questo, il prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti incoraggia i pastori, non appena le condizioni sanitarie lo consentano, ad "offrire al popolo cristiano l’opportunità di adorare insieme e solennemente la maestà divina nel santissimo sacramento" così come le manifestazioni di pietà popolare e le preghiere per i defunti.

A tal proposito, Sarah si sofferma a condannare "alcune pratiche recenti che favoriscono lo sviluppo di nuovi modi di smaltire i resti mortali, tra cui l’idrolisi alcalina" in quanto non mostrano "rispetto per la dignità del corpo umano che corrisponde a quella proclamata dalla legge della Chiesa". Allo stesso modo, esorta i sacerdoti e i vescovi a celebrare messe solenni per i defunti sepolti in questi mesi senza funerale per dimostrare che "la Chiesa, come una vera madre, si prenderà cura di tutti i suoi figli viventi e deceduti e presenterà a Dio in nome di tutto un servizio di adorazione, ringraziamento, propiziazione e intercessione".

Alla luce dell'atteggiamento dell'esecutivo italiano sulla questione Messe, particolarmente significativo è anche il passaggio nel quale Sarah afferma che "nessuna autorità secolare" può "sospendere il culto pubblico della Chiesa" perché "questa adorazione è una realtà spirituale sulla quale l’autorità temporale non ha alcun controllo". E se è auspicabile la collaborazione tra vescovi ed autorità civili, "d’altra parte - scrive il porporato - è inaccettabile che le autorità incaricate del bene politico si permettano di giudicare la natura urgente o non urgente del culto religioso e vietino l’apertura di chiese, il che consentirebbe ai fedeli di pregare, confessarsi e comunicarsi, purché siano rispettate le norme sanitarie".