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Sant’Igino

Durante il suo pontificato, si trovò a fronteggiare lo gnosticismo. Secondo la tradizione si deve a lui l’istituzione della figura del padrino e della madrina per il Battesimo

Santo del giorno 11_01_2024 English Español

Sant’Igino, nono papa, salì al soglio pontificio nel 138 dopo la morte di san Telesforo, che secondo sant’Ireneo di Lione (130-202) aveva subito un «glorioso martirio». Dal Liber Pontificalis si ricava che Igino era originario di Atene ed è possibile che si debba a lui l’istituzione degli Ordini minori e una migliore definizione della gerarchia ecclesiastica, forse distinguendo con più chiarezza gli incarichi di presbiteri e diaconi. Secondo quanto riferisce Ireneo nel suo trattato Adversus haereses («Contro le eresie»), durante il suo pontificato arrivò a Roma l’egiziano Valentino, un eretico iniziatore di una scuola gnostica e perciò di carattere esoterico, che riteneva la fede e la conoscenza prerogative di pochi eletti.

Sotto Igino si stabilì a Roma anche lo gnostico siro Cerdone, che sant’Ireneo indica come «predecessore di Marcione», cioè dell’eresiarca originario del Ponto che negli anni successivi «ingrandì la scuola [di Cerdone] con bestemmie impudenti», rigettando l’Antico Testamento e costruendosi la sua fede personale, fatta di alcuni brani del Nuovo Testamento appositamente privati di tutti i passaggi (cioè tantissimi, se si pensa alla quantità di citazioni veterotestamentarie disseminate nel Nuovo; basti dire che Marcione eliminò di sana pianta tre Vangeli su quattro) che contraddicevano il suo modo di vedere le cose. Igino si trovò perciò a dover contrastare questi errori, confermando nella fede la comunità cristiana.

Secondo la tradizione si deve a lui l’istituzione della figura del padrino e della madrina per il Battesimo. Nella sua Storia Ecclesiastica, Eusebio di Cesarea riporta che Igino morì dopo quattro anni di pontificato, perciò nel 142 (il Liber Pontificalis indica il 149), ed ebbe come successore san Pio I. Fu sepolto vicino al corpo di san Pietro.