Sant’Augusto Chapdelaine
Martire in Cina, apparteneva alla Società per le missioni estere di Parigi
Tra i 120 martiri in terra cinese canonizzati da Giovanni Paolo II l’1 ottobre 2000 c’è anche il sacerdote francese Augusto Chapdelaine (1814-1856), appartenente alla Società per le missioni estere di Parigi.
Nato in un paesino della Normandia, La Rochelle, nella prima giovinezza si dedicò all’agricoltura insieme ai suoi familiari. Sentendo la chiamata di Dio, entrò in seminario e a 29 anni ricevette l’ordinazione sacerdotale. Iniziò a svolgere il suo ministero nel villaggio di Boucey, dove stette fino al 1851, quando passò al seminario della Società per le missioni estere, sentendo la vocazione da missionario. Un anno più tardi si imbarcò verso la Cina, che già dalla fine del 1850 era in subbuglio per la cosiddetta Rivolta dei Taiping (riguardante prima l’area di Nanchino e poi estesasi nel sud del Paese asiatico).
Dopo aver soggiornato in più città cinesi, nel 1854 padre Chapdelaine riuscì finalmente a raggiungere la provincia del Guangxi, celebrando la sua prima Messa in loco l’8 dicembre di quell’anno (data della solenne proclamazione dogmatica dell’Immacolata Concezione). Fu arrestato pochi giorni dopo, trascorrendo in carcere più di due settimane. A seguito delle minacce subite, decise di lasciare temporaneamente il Guangxi, ritornandovi nel dicembre 1855. Un uomo, irritato per la conversione di una donna a Gesù Cristo, lo denunciò infine al mandarino locale, accusandolo di causare disordini e di predicare una fede proibita in quella zona della Cina.
Arrestato insieme ad altri cristiani, venne bastonato pesantemente, sottoposto ad altre torture e rinchiuso in una piccola gabbia di ferro, con un foro sul lato superiore per farvi passare il collo del condannato. In pratica morì per impiccagione e solo a morte avvenuta gli fu tagliata la testa. Era il 29 febbraio 1856. Padre Chapdelaine aveva 42 anni. Venne beatificato da Leone XIII nel 1900 e, come detto, proclamato santo da Giovanni Paolo II cento anni più tardi.