Santa Maria dei Miracoli, la chiesa delle spose
La basilica di Santa Maria dei Miracoli, a Miano, alla cui Vergine le spose sono solite portare i loro fiori dopo la celebrazione del proprio matrimonio, è altrimenti nota come Santa Maria presso San Celso. Fu costruita dopo che Vergine apparve nella piccola cappella che Filippo Maria Visconti aveva fatto per Lei erigere.
Narra lo storico Paolo Morigia che nel dicembre 1485 la Vergine apparve ai fedeli riuniti in preghiera nella piccola cappella che Filippo Maria Visconti aveva fatto per Lei erigere nei pressi dell’abbazia benedettina milanese di San Celso e che a questa sua epifania venne attribuita la fine della pestilenza che dilagava, all’epoca, in città. Già l’anno successivo si decise di costruire in quel luogo un santuario il cui cantiere venne ufficialmente aperto una decina di anni più tardi e si protrasse per circa un secolo durante il quale si alternarono valide maestranze.
Inizialmente la direzione dei lavori venne affidata a Gian Giacomo Dolcebuono che progettò una pianta a croce latina, a navata unica ricoperta da volta a botte e una grande cupola. Il continuo afflusso di fedeli e pellegrini rese necessario l’ampliamento della fabbrica cui si aggiunsero le navate laterali e il deambulatorio attorno all’abside. Per accedere alla chiesa oggi si attraversa un quadriportico in stile classicheggiante lungo cui si succedono semicolonne corinzie che delimitano le arcate impostate sui pilastri. L’imponente facciata è opera di Martino Bassi che interpretò un precedente disegno di Galeazzo Alessi. Numerosi sono le statue e i rilievi che raccontano episodi della vita di Gesù nei quattro ordini, sormontati da timpano, in cui è suddivisa la superficie in marmo di Carrara.
Lo spazio interno, solenne e grandioso, venne decorato in due momenti distinti, rispettivamente espressione del gusto dominante presso la corte di Carlo V, sotto il cui controllo Milano era passata alla morte dell’ultimo Sforza (1535), e di quello più tardo, determinato dai dettami di Carlo Borromeo e della Riforma cattolica. Il risultato sono le numerose pale d’altare, firmate dai principali artisti del Rinascimento e del barocco lombardo, che adornano le cappelle laterali. Del Bergognone, per esempio, la prima cappella di sinistra conserva una bellissima Madonna che adora il Bambino tra i Santi mentre del Cerano, in una cappella successiva, si può ammirare la tela con il Martirio di Santa Caterina. E ancora nel deambulatorio la Caduta di San Paolo del Moretto si accompagna al Battesimo di Gesù di Gaudenzio Ferrari. L’altare maggiore è a forma di tabernacolo: nella nicchia è collocata la statua dell’Assunta di Annibale Fontana. Sotto la mensa si conserva la porzione di muro ambrosiano con l’affresco miracoloso, ormai evanescente, che diede origine alla chiesa.
La basilica di Santa Maria dei Miracoli, alla cui Vergine le spose milanesi sono solite portare i loro fiori dopo la celebrazione del proprio matrimonio, è altrimenti nota come Santa Maria presso San Celso. Fu qui che il vescovo Ambrogio rinvenne i corpi dei due santi martiri Nazaro e Celso. Il primo fu traslato nell’odierna omonima basilica, l’ambrosiana Basilica Apostolorum. Al secondo fu intitolato un piccolo sacello dove ne vennero collocati i resti le cui forme romaniche e neoromaniche si innalzano ancora oggi sul lato destro della basilica mariana.