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ITINERARI DI FEDE

Santa Maria Assunta, duomo di Como

Como desiderava che il suo Duomo fosse consacrato a Maria decidendo, così, di trasferire la cattedra episcopale in una chiesa intitolata alla Vergine, costruita ex novo a partire dal 1396. È questa l'origine dell'attuale duomo.

Cultura 23_03_2014
Duomo di Como

Periferica rispetto all’antico centro di Como, in epoca romana e più tardi medievale, era l’area dove sorge l’attuale Cattedrale che nel IX secolo ereditò questo ruolo rispettivamente da S. Abbondio, fuori le mura, e da S. Eufemia, ora S. Fedele. La città, infatti, desiderava che il suo Duomo fosse consacrato a Maria decidendo, così, di trasferire la cattedra episcopale in una chiesa intitolata alla Vergine, costruita ex novo a partire dal 1396. Il lavori iniziarono dalla facciata, a salienti spezzati, tripartita da lesene, coronate da guglie, che lasciano intuire la suddivisione dello spazio interno. Il grande ed imponente prospetto vive del dialogo tra le ampie superfici di marmo liscio e le preziose sculture in esse inserite. Il programma iconografico procede, dal basso verso l’alto, con l’umanità rappresentata dai due tondi con Adamo ed Eva e prosegue con il tema dell’Incarnazione sviluppato nelle lunette dei tre portali. Sopra quello maggiore la Vergine è al centro della teoria dei SS Patroni della città, collocati in nicchie gotiche cuspidate, sormontate dalla figura di un fanciullo che rappresenta lo Spirito Santo. Nella zona superiore, oltre il rosone centrale, tre edicole ospitano la figura di Dio affiancato da Maria e dall’Arcangelo Gabriele: culmine e apice dell’intera decorazione è, infine, la Resurrezione.

Una posizione particolarmente elevata, sul fianco sinistro della Cattedrale, è stata riservata alla statua di San Cristoforo che, secondo una tradizione medievale, avrebbe protetto il viandante che ne avesse incrociato lo sguardo. Rivolta verso il Broletto, opera dei maestri Rodari, è la porta cosiddetta “della Rana”, struttura rinascimentale che culmina con la statua della Vergine e ne rappresenta il trionfo. Di Tommaso Rodari sono anche le statue di Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane poste ai lati del portale della facciata principale.

Lo spazio è a croce latina con tre navate suddivise da pilastri cruciformi tra i quali trovano posto preziosi arazzi rinascimentali delle officine ducali di Ferrara, Firenze, e delle Fiandre. Dai leoni stilofori romanici, che si incontrano appena varcato l’ingresso, al presbiterio sopraelevato, riordinato dopo il Concilio Vaticano II e decorato con rilievi della precedente basilica di Santa Maria Maggiore, l’interno della chiesa è uno scrigno di opere d’arte. Tra queste sono senz’altro da menzionare diversi dipinti di Bernardino Luini e di Gaudenzio Ferrari, nonché l’altare ligneo di Sant’Abbondio, realizzato da Giovan Angelo del Maino nel 1514.

Infine, la cupola emisferica, celebre opera dell’architetto barocco Filippo Juvarra, si eleva su un tamburo ottagonale e raggiunge l’altezza da terra di 75 metri rendendosi, così, visibile da ogni punto della città  dalle colline circostanti.