Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
memoria liturgica

Santa Giuliana di Norwich, gloria dell'Inghilterra cattolica

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La mistica inglese stava morendo appena trentenne quando, 650 anni fa, improvvisamente smise di soffrire e fu destinataria di sedici visioni raccolte e commentate nel libro delle Rivelazioni dell'Amore Divino. Un tesoro di grazia e bellezza tradotto anche in musica.

Ecclesia 13_05_2023

650 anni fa, il 13 maggio 1373, una malattia gravissima colpiva all’improvviso una donna trentenne, «semplice e illetterata», che avrebbe suscitato la domanda: «l’Inghilterra cattolica ha mai dato alla Chiesa un tesoro più prezioso delle rivelazioni di Madre Giuliana [di Norwich]?» (F. W. FABER, All for Jesus, Londra 1876, p. 162, nostra traduzione).

Giuliana di Norwich, vissuta dal 1342 al 1430 circa, in quei giorni era in punto di morte. Ma improvvisamente, dopo che il sacerdote al suo capezzale le mostrò il Crocifisso, Giuliana smise di soffrire ed ebbe sedici visioni che poi, scegliendo la vita di anacoreta, racconterà e commenterà — prima scrittrice ad usare il volgare — nel suo libro, le Rivelazioni dellAmore divino. Esse sono «sono di certo uno dei libri spirituali più notevoli del Medioevo. Vi si trovano dei passaggi la cui bellezza rivaleggia con le rivelazioni della Beata Angela da Foligno» (J. B. DALGAIRNS, An Essay on the Spiritual Life of Medieval England, in W. HILTON, The Scale of Perfection, Londra 1901, pp. XVII-XVIII, nostra traduzione). Tralasciando i particolari, si può dire brevemente che le prime dieci rivelazioni si riferiscono alla  passione di Cristo, la decima appartiene alla storia della devozione del Sacro Cuore,  l’undicesima riguarda la Vergine Maria, la dodicesima Dio creatore, la quattordicesima Dio padrone e sovrano e la sedicesima Dio redentore. Il libro si conclude con il mistero della Santissima Trinità.

Parlando di questa mistica inglese, Papa Benedetto XVI ricordò le parole di Giuliana di Norwich, riportate dal Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 313, in risposta a quella domanda che anche i santi si sono posti: «Se Dio è sommamente buono e sapiente, perché esistono il male e la sofferenza degli innocenti? […]. Illuminati dalla fede — continuò il Santo Padre — essi ci danno una risposta che apre il nostro cuore alla fiducia e alla speranza: nei misteriosi disegni della Provvidenza, anche dal male Dio sa trarre un bene più grande, come scrisse Giuliana di Norwich: “Imparai dalla grazia di Dio che dovevo rimanere fermamente nella fede, e quindi dovevo saldamente e perfettamente credere che tutto sarebbe finito in bene…”. Sì, cari fratelli e sorelle, le promesse di Dio sono sempre più grandi delle nostre attese. Se consegniamo a Dio, al suo immenso amore, i desideri più puri e più profondi del nostro cuore, non saremo mai delusi. E tutto sarà bene”, ogni cosa sarà per il bene”» (Benedetto XVI, Udienza generale, 1° dicembre 2010).

William Mathias († 1992) è uno dei più importanti compositori gallesi della sua generazione, dallo stile essenzialmente tonale, risentendo l’influsso di compositori come Bartók († 1945), Hindemith († 1963), Stravinskij († 1971) e Tippett († 1949). Autore di musica orchestrale (tra cui 3 sinfonie e 12 concerti), di musica da camera e dell'opera The Servants, Op. 81, Mathias non si è disinteressato alla musica liturgica e ha ricevuto molte commissioni. Già dal 29 luglio 1981, giorno delle nozze dei Principi di Galles, Carlo dInghilterra e Diana Spencer, per cui aveva  scritto Let the People Praise Thee, O God, op. 87, esisteva una fruttuosa collaborazione fra Mathias e la Cattedrale di San Paolo a Londra. Quando gli Amici della Cattedrale gli commissionarono un pezzo, da cantarsi il 30 giugno 1987 alla presenza della loro patrona, la regina madre, Mathias scelse opportunamente un testo dal capitolo 11 delle Rivelazioni dellAmore divino di Giuliana di Norwich, che include le ultime frasi di questa illustre figura inglese citate da Benedetto XVI, che sono anche il motto degli Amici della Cattedrale.

Ne nacque un pezzo tranquillo e riflessivo, con armonie che cambiano lentamente: As Truly as God is Our Father, per coro e organo. Con una certa audacia, dice il testo in italiano: «Com’è vero che Dio è nostro Padre, / così è vero che Dio è nostra Madre. / Nel nostro Padre, Dio Onnipotente, / riceviamo il nostro essere; / Nella nostra Madre misericordiosa / Siamo rifatti e restaurati. / Le nostre vite frammentate sono legate insieme; / e donandoci e abbandonandoci, / per grazia, allo Spirito Santo / siamo resi integri. / Io sono la Potenza e la Bontà del Padre; / Io sono la Saggezza della Madre; / Io sono la Luce e la Grazia che è amore beato; / Io sono la Trinità; / Io sono la sovrana Bontà di ogni genere di cosa; / Io sono Colui che ti fa amare, / Io sono Colui che ti fa desiderare, / Io sono l’appagamento infinito di tutti i veri desideri.  / Tutto sarà bene, e ogni cosa sarà per il bene. Amen». Possano «Madre Giuliana», com’è scritto sul suo monumento funebre, e la musica di Mathias insegnarci a trovare la gioia e ad adoperarci per la vera pace.