Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
SCHEGGE DI VANGELO

Santa Famiglia di Gesù, Maria, Giuseppe

I genitori di Gesù si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero... (Lc 2,41-52)

Schegge di vangelo 30_12_2012

"I genitori di Gesù si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero le sue parole. Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini." (Lc 2,41-52)

Gesù, Maria, Giuseppe salgono insieme al tempio. La famiglia di Nazaret vive davanti a Dio e a lui si consegna. Il fedele adempimento delle prescrizioni legali esprime la sostanza stessa della vita, intesa come dono di Dio e come rapporto con lui. Il fatto nuovo che qui avviene, illumina i tre personaggi come un lampo nella notte. La coscienza e l’intelligenza di Gesù, provocate dall’ambiente del tempio, si destano. Gesù riconosce nel tempio la sua casa e intravvede per la prima volta in modo esplicito la propria identità di figlio e il compito di fare la volontà del Padre suo. A loro volta, anche Maria e Giuseppe sperimentano in concreto la dimensione straordinaria della loro maternità e ‘paternità’. La sofferenza patita nelle ore angosciose in cui hanno ricercato Gesù fa loro riconoscere che il figlio non appartiene a loro ed è chiamato a una missione speciale.                                                                               L’avventura eccezionale della famiglia di Nazaret esprime in modo chiaro qual è il compito di ogni famiglia: accompagnare i figli a compiere la volontà del Padre, secondo la specifica vocazione di ciascuno. L’attenzione alla volontà di Dio scioglie la reciproca dipendenza e rende liberi di realizzarsi secondo la vocazione di ciascuno. I figli si incamminano verso il loro futuro, mentre la paternità e la maternità si realizzano non come possesso, ma come accompagnamento e sostegno. È il compito lieto e doloroso affidato ad ogni famiglia.