San Luca: la Madonna sui colli di Bologna
Nel 1194 a Bologna, sul Colle della Guardia, fu posta la prima pietra della Basilica della Madonna di San Luca, un santuario barocco costruito poi tra la fine del Seicento e i decenni successivi. Qui tuttora si venera la miracolosa icona della Vergine con Bambino, attribuita all’evangelista Luca.
Proseguendo la visita ai luoghi mariani di cui il territorio italiano è tutto costellato, arriviamo a Bologna, sul Colle della Guardia, così chiamato per l’antica presenza di un forte dove stanziavano le milizie che proteggevano la città. Qui, nel 1194, fu posta la prima pietra della Basilica della Madonna di San Luca cui si arriva varcando Porta Saragozza e percorrendo una via porticata che, sviluppandosi per quasi quattro chilometri, è la più lunga del mondo. Le sue arcate furono costruite tra la fine del 1600 e i primi decenni del secolo successivo, soprattutto grazie allo sforzo economico dei cittadini bolognesi che si adoperarono per recuperare i fondi necessari. Il porticato avrebbe, infatti, consentito ai numerosi pellegrini di raggiungere agevolmente il Santuario dove tuttora si venera la miracolosa icona della Vergine con Bambino, attribuita all’evangelista Luca.
La leggenda vuole che il dipinto sia stato portato fin qui da un eremita greco che l’avrebbe a sua volta ricevuto dai sacerdoti di Santa Sofia in Costantinopoli. Eseguita a tempera e foglia d’argento su tela di lino applicata ad una tavola di pioppo, l’immagine, di epoca bizantina, riproduce la consueta iconografia orientale della Madonna Odegitria, ovvero Colei che indica la via, per questo considerata la Madonna dei Viaggiatori.
La Santa Madre di Dio, che tiene in braccio il Suo Bambino ieratico e benedicente, indossa una veste blue e verde; il Suo viso è allungato, le Sue mani affusolate e lo sguardo è dolce e mesto. Si dice che vedendo questa icona Santa Bernadette, cui più volte a Lourdes era apparsa la Vergine, abbia confermato quanto l’immagine fosse realmente somigliante a Maria.
L’intensa devozione popolare fu motivo e ragione delle molteplici trasformazioni strutturali dell’edificio che assunse, infine, l’aspetto attuale dopo un radicale intervento eseguito nel XVIII secolo ad opera dell’architetto Carlo Francesco Dotti. Lo stile dominante è senz’altro barocco sia all’esterno, caratterizzato da volumi curvilinei e dal grande tiburio sormontato da cupola con lanterna, sia all’interno, il cui impianto di base è un’ellissi sulla quale si innesta una croce greca. Qui si conservano anche pregevoli dipinti di Guido Reni e del Guercino.
Una curiosità: alcuni studiosi ritengono che il porticato con i suoi 666 archi – che evocano il numero satanico – sia il simbolo del demonio stesso che in forma di serpente, terminando ai piedi del santuario è schiacciato dalla Madonna sotto il suo calcagno.