Salvare un matrimonio. Si può e si deve
Attraverso le esperienze raccolte come avvocato esperto in Conciliazione familiare, Massimiliano Fiorin in «L'amore non arrende» mostra come sia possibile salvare un matrimonio in crisi.
Di fronte alla crisi di un matrimonio è opportuno separarsi il più presto possibile per riappropriarsi della propria libertà, dei propri desideri, di se stessi? In presenza di figli, poi, non è conveniente che papà e mamma, quando il rapporto scricchiola, prendano in fretta strade diverse? Non è, forse, meglio rimpallarsi tra due genitori separati che condividere il tetto con due genitori scontenti? Nell’odierna «società liquida» è opinione largamente condivisa a tutti i livelli dell’analisi culturale, con partecipazione di medici, psicologi, giuristi, opinionisti di ogni ordine e grado, che ogni persona debba mettere a tema costantemente il proprio io, nella convinzione che se saprà soddisfare se stessa contribuirà alla contentezza di chi gli sta intorno e, in definitiva, a un mondo più felice.
Di conseguenza, nelle comunità moderne, amore, fedeltà responsabilità… non sono più le radici del vivere insieme e del bene comune; e risulta oggi difficile, quasi impraticabile, creare un collegamento tra l’amore coniugale e disposizioni interiori come dono, reciprocità e sacrificio…, parole, queste ultime, che hanno un retrogusto di vecchio e di vagamente coercitivo.
Bene così? L’individualismo è il segreto della felicità? Un libro dice il contrario. Si intitola L’Amore non si arrende. Introduzione alla Conciliazione familiare (Edizioni Ares, pp. 160, euro 14) ed è dedicato a quanti vogliano ripensare alle proprie difficoltà familiari da un’angolatura diversa da quella oggi tradizionalmente proposta, che lasci aperta la possibilità al recupero del rapporto. L’autore, Massimiliano Fiorin, porta sulla pagina e lascia parlare casi concreti che la professione di avvocato matrimonialista gli ha posto davanti in tanti anni di servizio. Di lui scrive Costanza Miriano nella sua Prefazione: «Non si possono affrontare da soli le crisi, bisogna avere qualcuno che ci aiuti a vedere chiaro, e che ci dica che è importante che quella famiglia non si sfasci. Credo che sia davvero una grande benedizione trovare un avvocato come Massimiliano sulla propria strada, uno che se gli parli di separazione non cominci subito a calcolare quanto gli può fruttare l’affare, ma che, al contrario, sia pronto a perdere un incarico di lavoro pur di salvare una famiglia». Sposato e padre di tre figli, Fiorin è considerato il massimo esperto in Italia di Conciliazione familiare, un metodo per affrontare le emergenze di coppia con un approccio professionale diverso da quello consueto. L’obiettivo? Valutare caso per caso che cosa ogni marito e ogni moglie possano ancora fare singolarmente e insieme per salvare il matrimonio.
Da questa esperienza sul campo il libro si è come fatto da sé. E, senza tanti ricami ideologici, ma attraverso, per l’appunto, situazioni e dati concreti – che i media e i tanti addetti al lavoro e all’indotto del divorzio generalmente non dicono – il lettore viene via via a conoscenza quasi per osmosi di come la dissoluzione della famiglia che è in atto stia mietendo un numero esorbitante di vittime. E, al contempo, generando malesseri individuali (il più comune la depressione, danni irreparabili nell’educazione dei figli) e collettivi (esplosioni di violenza, ma anche, più semplicemente, la perdita del senso comune e patrio che si apprendeva nell’appartenenza della famiglia…), senza contare gli ingentissimi danni economici…
Dal momento che i fatti, i dialoghi fra sposi e le riflessioni qui evidenziati rimangono, curiosamente, seminascosti dal pubblico dibattito – perfino sui media femminili e a target familiare – la lettura di queste pagine si pone come un’occasione unica per chi, vivendo un momento di difficoltà matrimoniale, voglia ponderare bene valutazioni e scelte fondamentali per la vita sua e di chi gli sta accanto, non accontentandosi del parere dello psichiatra o del consiglio dell’amica, ma addentrandosi nel vissuto di chi ci è già passato.