a cura di Anna Bono
  • Gibuti

Sale il bilancio dei morti in due naufragi al largo delle coste di Gibuti

 

Due imbarcazioni sovraccariche di emigranti sono affondate al largo delle coste di Gibuti il 29 gennaio. L’incidente si è verificato circa 30 minuti dopo la partenza da Godoria. A contribuire al disastro sembra siano state le condizioni proibitive del mare che in quel momento era molto agitato. 16 persone sono state salvate. Le vittime finora accertate sono 31, ma decine di persone risultano disperse. Un sopravvissuto ha detto che sulla sua barca viaggiavano 130 persone. Non si sa quante si trovassero sull’altra. Le operazioni di soccorso continuano, ma la speranza di trovare altri sopravvissuti si fa sempre più debole. In una nota, il portavoce dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, Joel Millman, ha detto che quasi sicuramente le due imbarcazioni erano dirette in Yemen. Da alcuni anni Gibuti è diventato infatti un punto di transito di emigranti diretti nella Penisola Araba in cerca di lavoro. “Questo tragico incidente – ha detto in un comunicato Lalini Veerassamy, capo della missione a Gibuti dell’Oim – conferma i rischi che gli emigranti vulnerabili corrono nell’innocente ricerca di una vita migliore”. La rotta migratoria dal Corno d’Africa allo Yemen, attraverso il golfo di Aden, è da sempre considerata una delle più pericolose, anche perché spesso i traghettatori costringono i passeggeri a scendere in acqua al largo delle coste dello Yemen per non essere intercettati dalla guardia costiera del paese.