Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Natale del Signore a cura di Ermes Dovico
LO STUDIO DEL SINDONOLOGO

Sacrilegi e dispersioni: rischi nella "nuova" Comunione

Da oggi Messe domenicali cum populo. I vescovi hanno imposto la comunione sulla mano. «Ma questo comporterà un numero maggiore di dispersioni di frammenti eucaristici». Lo dice il sindonologo Fanti, che ha effettuato uno studio scientifico analizzando le particole al microscopio. «Nella distribuzione in mano, e peggio ancora col guanto che ha una superficie più liscia, le dispersioni sono innumerevoli. Le dita dei fedeli che portano alla bocca la Particola le aumentano ulteriormente. Il rischio è quello di un’infinità di sacrilegi». 

Ecclesia 24_05_2020

La mano e il guanto della sfida. Oggi la Chiesa italiana celebrerà le prime messe domenicali col popolo dopo quasi 100 giorni. E i fedeli si troveranno obtorto collo una sola modalità per ricevere la comunione: in mano. Vietato dunque riceverla in bocca. Si dovranno “autocomunicare” quando invece S. Agostino dichiarava che questo Sacramento non deve essere toccato da persone o cose non consacrate. I preti invece dovranno amministrarla con i guanti in lattice o in pochissimi casi, come disposto dall’arcivescovo di Trieste e altri, con una pinzetta apposita.

Abbiamo già scritto del fatto che rifiutare la comunione in bocca costituisce un’offesa alla coscienza di molti fedeli che la vivono come un sacrilegio, ma questo non sembra impensierire più di tanto i vescovi. I vescovi hanno fatto finta che la scienza dicesse che è pericoloso ricevere la comunione in bocca, o meglio, forse non aspettavano altro che l’occasione per mettere al bando, e per sempre, la comunione in bocca, e magari in ginocchio, che fa tanto pre-Concilio.

In realtà la scienza non lo ha mai detto perché le poche volte che qualche medico si è chiesto se ricevere il Corpo di Cristo in bocca costituisca un rischio igienico maggiore rispetto alla mano, puntualmente l’evidenza ha virato a favore della bocca. O si è risolta con un bel pareggio.

Ma dato che ormai la scienza cerca di sostituirsi anche negli aspetti spirituali, la scienza allora ci dice che nella modalità di distribuzione con un guanto in lattice e di ricezione in mano, aumentano esponenzialmente i rischi di dispersione di frammenti di ostia consacrata. E questo significa rischio concreto di sacrilegio ad ogni Messa, ad ogni comunione.

La tesi è sostenuta dal professore Giulio Fanti, docente di Misure Meccaniche del Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell’Università di Padova ed esperto sindonologo con alle spalle molti studi e pubblicazioni sul Sacro lino. Fanti si è visto rifiutare la comunione in bocca nella Basilica del Santo e – d’accordo con il suo padre spirituale – ha provato ad indagare che cosa succede alla particola quando entra a contatto con le nostre mani e per giunta con un guanto in lattice.

Il risultato della sua ricerca è stato messo a disposizione della Nuova Bussola Quotidiana.

E, fondamentalmente, dice una cosa precisa: «Nella distribuzione in mano, e peggio ancora col guanto che ha una superficie più liscia della pelle, le dispersioni di frammenti Eucaristici sono innumerevoli. Le dita dei fedeli poi, che portano alla bocca la Particola aumentano ulteriormente la dispersione di frammenti nell’ambiente». La tesi di Fanti vuole arrivare a dimostrare che la distribuzione della comunione in mano e col guanto favorisce un’infinità di sacrilegi: «Il Corpo di Cristo viene calpestato in chiesa e poi anche gettato nella spazzatura col guanto».

Fanti si è procurato 5 ostie (non consacrate, ovviamente) assicurandosi che fossero di ottima consistenza e non facilmente “sfaldabili” e le ha adagiate sul guanto. «Già in questa prima fase, ad un’osservazione a occhio nudo – ha detto lo scienziato alla Nuova BQ – sono visibili alcuni frammenti delle dimensioni anche superiori a 2 mm (vedi foto a fianco).

Quindi l’Ostia consacrata a contatto con le dita del sacerdote, poi posta sulla mano del fedele che la prende poi con le dita dell’altra mano, disperde innumerevoli frammenti, dispersione che invece avviene in misura notevolmente ridotta se portata direttamente nella bocca che riceve e poi assimila anche la “polvere eucaristica” e i frammenti di cui è ricoperta.

È possibile che si debba sempre mettere in conto una dispersione, per così dire, fisiologica e quindi scusabile, stiamo parlando di micro-frammenti. Ma prima di prevederla bisognerebbe fare di tutto per ridurre al minimo i rischi di dispersione che si possono evitare. Non curarsi di queste accortezze segna un confine preciso tra l'accidentale e il sacrilegio vero e proprio: ed è evidente che riceverla in mano aumenta questo rischio.

Ma di quanti frammenti stiamo parlando?

Nella seconda parte del suo esperimento infatti, Fanti ha raccolto i vari frammenti sparsi sul guanto su un foglio nero e ne ha campionati alcuni in un vetrino da microscopio dotato di vetro copri oggetto (foto).

«Sono apparsi, con mio grande stupore e angoscia, almeno un centinaio di particelle più piccole aventi dimensioni dell’ordine del decimo di millimetro. Scuotendo leggermente una particola sul tavolo, poi, è caduta dall’ostia una “nuvoletta” di micro-particelle, aggiungendosi alle non poche già presenti sul foglio nero».

Fanti ha utilizzato per i suoi esperimenti uno stereo microscopio zoom da 10 a 40 ingrandimenti e un microscopio ottico da 50 a 1250 ingrandimenti. «Nemmeno io avrei immaginato il numero di frammenti che si depositano perché le particole sono facilmente frantumabili».

Che dire? «E’ un grave sacrilegio - insiste -. Pensiamo a cosa accade mediamente in una Messa se 50 o 100 persone fanno la comunione in mano. È uno scempio: il Corpo di Cristo, perché di questo sicuramente si tratta, calpestato e gettato in spazzatura!».

Certo, bisogna considerare che ad impossibilia nemo tenetur, ma questo significa che si debba seriamente valutare quale sia il rischio di dispersione fisiologica che si possa correre e quello invece che potrebbe essere evitato. Stante le attuali disposizioni, da oggi le dispersioni di Particola si possono verificare:
1) Nelle mani del sacerdote, «perché il guanto in lattice è liscio e impastato spesso con talco, quindi favorisce una dispersione maggiore».
2) Nel breve passaggio in aria dopo essere uscita dalla pisside ed è per questo che una volta il chierichetto teneva il piattino tra sacerdote e fedele, che poi a sua volta veniva purificato.
3) Infine nella mano e nelle dita del fedele come abbiamo visto.

Con la comunione in bocca, si eliminerebbe il terzo rischio e con l'abbandono del guanto, si limiterebbe il primo rischio, perché le dita del sacerdote, disperdono meno e poi verrebbero purificate come accadeva prima. Va poi considerato che le particole vengono confezionate in buste di grandi quantità quindi subiscono già una frammentazione con lo sfregamento che le ricopre di polvere.

Resta l’ultimo interrogativo. Davvero siamo sicuri che Gesù sia presente in ogni piccolo frammento anche invisibile? «Il Miracolo Eucaristico di Lanciano ci ricorda che il peso dei cinque grumi di sangue era lo stesso del solo frammento – conclude Fanti -. Inoltre, secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica, l’Ostia Consacrata è il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di N.S. Gesù Cristo. In ogni sua parte».