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Rivoluzione di Bill Gates: telecomando per abortire

E' l'ultima frontiera delle pratiche contraccettive e abortive:un chip sotto la pelle per abortire a comando, anzi a a telecomando. Lo stanno sperimentando tre ricercatori americani ed è finanziato dal magnate Bill Gates. Ma oltre a uccidere il bimbo, il telecomando abortivo ha anche altri pericolosi effetti collaterali...

Famiglia 19_07_2014
Bill Gates

Abortire a comando. Anzi a telecomando. E’ l’ultima trovata di Robert Langer, Michael Cima e John Santini, tre ricercatori del famoso Massachusetts Institute of Technology (Mit) uno dei centri di ricerca tecnologici più avanzati al mondo. Si tratta di un chip sottocutaneo della misura di due centimetri che controlla due miniserbatoi al cui interno c’è un preparato chimico: il levonorgestrel. E’ lo stesso principio attivo presente nella famigerata pillola del giorno dopo e, come lei, il chip sotto pelle è stato ideato per impedire gravidanze indesiderate. I suoi effetti possono essere sia contraccettivi che abortivi. 

La particolarità risiede nel fatto che il dispositivo può essere attivato a piacere con l’uso di un telecomando. Schiacci un pulsante e una minima quantità di ormone viene rilasciata dai serbatoi nei vasi sanguigni della donna finché non ne schiacci un altro è così si chiudono gli ugelli. Una maternità on/off. Un altro plus di questo chip che andrà sul mercato prima del 2018 è la sua durata: ben 16 anni. Bill Gates anni fa finanziò la MICROChips di Langer e Cima proprio al fine di mettere a punto una mini macchina della morte prenatale o comunque un aggeggio che avesse perlomeno effetti contraccettivi. 

Gates insieme alla sua famosa fondazione sta pensando di far assaggiare le meraviglie della nanotecnologia soprattutto alle donne dei Paesi in via di sviluppo. Ma con scarso successo pensiamo noi. Sia per motivi di prezzo – ma se è per questo la Melinda and Bill Gates Foundation potrà assumersi gran parte degli oneri finanziari – sia perché il telecomando lasciato in mano ad esempio alle donne africane ben presto finirà dimenticato in un cassetto. Infatti, in quei Paesi dove la povertà è spesso il solo cibo quotidiano da ingoiare, i figli in genere sono visti come una ricchezza e non come un nemico da cui guardarsi. E poi le metodiche contraccettive e abortive più sono tecnologiche e complicate meno presa hanno in quelle zone del pianeta. E’ solo quando la donna viene marcata stretta da un medico che i preparati contraccettivi o abortivi hanno un qualche successo. L’autonomia della maternità a telecomando porterebbe nel Sud del mondo a risultati opposti a quelli desiderati dai coniugi Gates. E dunque questo chip con molta probabilità si diffonderà solo sotto la bianca epidermide di noi occidentali.

Il chip made in Usa è l’ultima frontiera delle pratiche abortive almeno per due motivi. Innanzitutto, si allinea perfettamente ad un dogma dell’abortismo: che sia la donna a decidere quando diventare madre. In questo senso il telecomando collegato al chip incarna plasticamente il concetto di autodeterminazione: sono io che scelgo che canale guardare (il telecomando come archetipo dello scettro di potere domestico) e ora sono io che scelgo quando rimanere incinta. In secondo luogo, le pratiche abortive tendono sempre più a diventare meno intrusive e sempre più pervasive. 

Dall’aborto chirurgico siamo transitati a quello chimico praticato con pillole, da questo a quello quasi fisiologico realizzato con il microchip. L’aborto e la contraccezione non sono più “fuori di noi”, ma sono innestati in noi, diventano parte di noi, scorrono nelle nostre vene avvelenandoci il sangue. La donna si scopre essere una bio-macchina che si accende e si spegne con un click come la Tv o un condizionatore.

Ma non tutte le ciambelle escono con il buco. Avvertono infatti gli ideatori del chip che la frequenza su cui lavora il telecomando è intercettabile da altri e comunque è soggetta a disturbi ambientali. Gli scenari che si aprono sono dei più imprevedibili e bizzarri. Una volta si clonavano i telecomandi delle auto per rubarle, ora qualche malintenzionato o burlone potrebbe clonare il telecomando del chip dell’infertilità per tirare qualche scherzo mancino alle donne e così ad esempio regalare alla sua ex una gravidanza inaspettata. Per non parlare dei disturbi di frequenza: il vicino di casa pigia un tasto del suo telecomando Tv e la vicina rimane incinta. Ne pigia un altro e la donna perde il bambino. 

Oppure la donna stessa parla al telefonino e il suo chip smette di funzionare senza che lei ne sappia nulla. Figuriamoci poi cosa accadrebbe se si lasciasse in giro il telecomando per casa e, per esempio, venisse a farti visita tua nonna. Questa, incuriosita dall’aggeggio, lo prende in mano e lo avvicina al condizionatore dell’appartamento, senza successo. Almeno per la temperatura di casa. A quando invece un chip per far funzionare le sinapsi di ingegneri e ricercatori in modo corretto?