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DIBATTITO

Riflessioni sulla politica: Giovanardi e Miriano a confronto

Costanza Miriano e padre Botta spiegano le ragioni del Popolo della Famiglia e invitano all'unità. Il senatore Giovanardi ricorda il lavoro "eroico" di alcuni parlamentari e indica le condizioni per una forza politica capace di incidere sui temi a noi cari. Il direttore risponde e ricorda che la confusione e il disorientamento viene ben prima della politica.

Politica 13_06_2016
Giovanardi e Miriano

Caro direttore, 

vorrei partire dall'affermazione di Renzo Puccetti (articolo "Popolo della Famiglia, una lettura diversa dei risultati") sul "tradimento totale" dei cattolici del PD e del NCD in Parlamento per una pacata riflessione sul passato e sul futuro di quelli di Piazza San Giovanni e  del Circo Massimo.

Innanzi tutto voglio rilevare che non tutti hanno tradito: un manipolo di coraggiosi colleghi ha condotto fino in fondo la battaglia  sulle Unioni civili, fra gli altri Quagliariello, Gasparri, Malan , Sacconi, Roccella, Pagano, alcuni di loro addirittura abbandonando per protesta il partito di appartenenza e votando la sfiducia al Governo Renzi.Ricordo fra l'altro che se provvedimenti liberticidi come lo Scalfarotto sono  stati bloccati sino ad oggi  lo si deve proprio allo strenuo ostruzionismo portato avanti in commissione Giustizia del Senato dei soliti quattro gatti.

Personalmente mi sono anche fatto carico in questi tre anni di legislatura di fornire informazioni in tempo reale alle associazioni che hanno poi dato vita alle grandi manifestazioni di Piazza San Giovanni e del Circo Massimo.
In ambedue gli eventi con i colleghi parlamentari abbiamo responsabilmente accettato non soltanto di non poter prendere la parola ma persino di non apparire sul palco, per non "inquinare" con la nostra presenza la "purezza" delle manifestazioni": tutto questo era stato concordato nelle riunioni "ristrette" nelle quali a Roma si sono incontrati i leader di "Difendiamo i nostri figli" con i parlamentari impegnati nella battaglia istituzionale.

Con una certa sorpresa pertanto ho visto scendere in campo alle elezioni amministrative con il simbolo "Il popolo della Famiglia" all'insaputa degli altri componenti dello stesso, alcuni esponenti del Comitato, che non si sono fatti trovare quando ho tentato di avvertirli che stavano sbagliando tempi e modi dell'ingresso in politica, con il rischio di disperdere un immenso patrimonio di credibilità da spendere nelle due  decisive sfide che abbiamo davanti: il Referendum sulla riforma della Costituzione e le elezioni politiche che al più tardi si terranno fra 20 mesi.

Ripeto qui quello che più volte ho sostenuto sulla necessità di un impegno politico comune in vista di questi appuntamenti tra chi  è già impegnato nelle Istituzioni e in Parlamento e quelli che provenendo dal Movimento giustamente dovranno impegnarsi personalmente per essere eletti in rappresentanza di quelle piazze.

Parlo di una vera e propria forza politica che abbia come presupposto:
1) stare nel centro destra ed essere alternativi alla sinistra;
2) accettare soltanto coloro  che hanno testimoniato in maniera limpida e non contraddittoria il rispetto dei "princìpi non negoziabili";
3) essere strutturata in maniera democratica con una organizzazione che preveda la selezione della classe dirigente dal basso.

Una forza di questo tipo sarà in grado di fare vincere il centro destra e vincolare gli altri partiti di questa area (FDI, LEGA E FORZA ITALIA) al rispetto scrupoloso di questi princìpi  (che per quanto riguarda famiglia, adozioni e droga ero riuscito a garantire al Governo sino al 2011).

In caso contrario posso garantire che il problema dei cattolici in quanto tali nel prossimo Parlamento sarà definitivamente risolto, nel senso che quella "solida cinghia di trasmissione" fra "pre-politica e  politica" che Puccetti stranamente dice, con scarsa generosità,"essere stata del tutto assente" in questa legislatura, nella prossima sicuramente mancherà del tutto per l'assoluta assenza di deputati e senatori a cui fare riferimento. 

Sen. Carlo Giovanardi 

Cari amici della Bussola,

anche non volendo cedere all'allarmismo, anche mantenendo ben salda la speranza, non possiamo negare che stiamo vivendo tempi molto particolari, noi credenti che desideriamo con tutto il cuore continuare a essere piccolo gregge, e ricevere conferma che quello in cui crediamo è fondato su un deposito certo. Il pensiero che voi ci siate ci conforta molto, davvero. Ci sentiamo uniti a voi, al grande lavoro che fate, e a pochi altri amici con cui riconosciamo una consonanza di cuore e di idee. Per questo ci rattrista quando vediamo che gli amici si dividono. 

Vi scriviamo a proposito del PDF (popolo della Famiglia). L'avevate detto dall'inizio che non eravate d'accordo con la scelta di Adinolfi, e va bene, si può continuare a non essere d'accordo, ma noi pensiamo che, anche per non addolorare le tante pecore senza pastore, la cosa migliore sia valorizzare il contributo di ognuno, purché sia in adesione alla Verità.

Ognuno serve la causa comune come sa fare: l'azione politica, per esempio, non fa per noi, ma pensiamo che Adinolfi abbia fatto un tentativo legittimo, nel suo particolare stile, e che non abbia cercato di intestarsi tutta la piazza. Certo non diremo né pensiamo che quello sia l'unico voto cattolico possibile. Il PDF non esclude il CDNF e i Comitati per il no; non esclude, ovviamente, tutti quelli che vorranno farsi carico in altri modi della battaglia per l'uomo, non serve l'aut aut: la Chiesa - nel senso di popolo - è sempre per l'et et. Non crediamo che ci sia inconciliabilità tra partito e azione culturale/lobbystica negli altri partiti, per questo pensiamo che sarebbe naturale dare al Popolo della Famiglia la possibilità di giocare partendo da questo 1% per arrivare a fare meglio alle politiche senza più fuoco amico (i maestri dell'azione culturale/lobbystica sono i radicali: loro hanno fatto una potentissima azione nella formazione delle opinioni, senza rinunciare ad avere anche loro il loro piccolo partito). Se ci fosse un piccolissimo partito in grado di spostare, anche minimamente, qualcosa negli equilibri, sarebbe in grado di fare un'opera trasversale che sarà mano a mano sempre più fondamentale.

Sempre in comunione di preghiera.

Padre Maurizio Botta e Costanza Miriano


Cari amici,

intanto vi ringrazio per la passione che dimostrate, anche con queste lettere, alla comune causa per il bene comune. Sul Popolo della Famiglia non mi starò a ripetere, avendo già scritto l'essenziale. Permettetemi soltanto alcune sottolineature:

1. Giustamente il senatore Giovanardi ricorda un fatto su cui si sorvola sempre, non credo in modo disinteressato: la situazione nell'attuale Parlamento per chi sostiene la famiglia non è uguale a zero. C'è chi si è battuto e sta continuando a battersi, pur essendo una piccola minoranza. Non è molto e non garantisce nulla per il futuro, ma ignorarlo per giustificare altre strategie, pur legittime, non è onesto e non promette nulla di buono;

2. Fa piacere che Costanza Miriano e padre Maurizio Botta sostengano che il PDF non rappresenti tutta la piazza del Circo Massimo e che non sia l'unico voto cattolico possibile. È esattamente ciò che abbiamo sempre sostenuto noi. Quanto all'unità è giusto tendervi, ma non può essere concepita come "il primo che si alza detta la linea, e gli altri tutti dietro, guai a criticare". La Bussola non è un partito, non ha mai avuto aspirazioni a crearlo, non è nata per questo. Non abbiamo posizioni o progetti da difendere: semplicemente desideriamo giudicare ogni cosa - anche la politica - a partire dal Magistero. Possiamo sbagliare come tutti, ma anche dentro un'unità di intenti è giusto confrontarsi apertamente;

3. C'è un ultimo aspetto su cui dovremo tornare, ma che è bene almeno accennare: ci si lamenta giustamente dei politici, soprattutto di certi politici che si definiscono cattolici, ma non bisogna dimenticare che il problema nasce molto prima. A sostenere le unioni civili - pur differenziate dal matrimonio e dalla famiglia - sono anzitutto i vertici della Chiesa italiana. Una legge Cirinnà depurata dalle adozioni e da alcuni riferimenti alla legislazione matrimoniale era l'obiettivo dichiarato del segretario della CEI; obiettivo espresso nella linea editoriale di Avvenire per cui un'unione omosessuale stabile aumenta comunque il "tasso di solidarietà" della nostra società. E tale posizione è condivisa anche da diversi aspiranti politici che pure se la prendono con Alfano e Lupi. Purtroppo c'è una confusione che viene assai prima della politica, e in ballo non c'è un partito o l'altro: c'è la credibilità stessa della Chiesa. Perché se oggi si dice auspicabile una soluzione (vedi i Di.Co.) che appena dieci anni fa era considerata irricevibile e contraria alla dignità umana e al bene comune, i casi sono due: o non esiste una verità eterna e immutabile sull'uomo, e allora il cristianesimo è una menzogna; oppure questa verità esiste, ma ci sono dei pastori che stanno portando disorientamento nel popolo. In ogni caso una situazione drammatica. Su cui dovremo ritornare, perché il vero nodo della situazione sta qui, altro che partiti.

Riccardo Cascioli