Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Venceslao a cura di Ermes Dovico
SCHEGGE DI VANGELO

Ricchi e poveri

C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo (Lc 16,19)

Schegge di vangelo 28_09_2025 English Español

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”». (Lc 16,19-31)

Mentre il povero ha un nome (Lazzaro), il ricco, pur protagonista del racconto, rimane innominato. Questo probabilmente accade perché ha perso la propria identità, perché ha scelto di vivere separato da Dio per sempre. La sua condanna non deriva dal possesso delle ricchezze, che in sé sono cosa buona (il Vangelo ci mostra che anche molti ricchi si salvano, come Zaccheo o Giuseppe di Arimatea), ma dall’egoismo con cui le ha utilizzate, come se non dovesse rispondere a nessuno del loro uso. Chi vive nella povertà materiale, può essere più incline a riconoscere la propria fragilità e a rivolgersi fiduciosamente alla Provvidenza divina. Ma per tutti vale lo stesso criterio: senza la Fede e l'impegno a fare la volontà di Dio, sia ricchi che poveri possono smarrirsi. Hai mai pensato a come usi ciò che possiedi e se lo consideri davvero un dono di Dio da condividere con chi ha bisogno?