Respingimenti assistiti, l'unica proposta ragionevole
Le frasi irresponsabili di Gentiloni a Davos, cioè non chiudere i porti italiani agli immigrati illegali, hanno subito provocato una nuova ondata di sbarchi, attraversate del Mediterraneo e morti in mare. Il centrodestra, nel suo programma, propone al contrario una politica di respingimenti assistiti. L'unica proposta ragionevole.
Stanno riprendendo su vasta scala gli sbarchi di immigrati illegali sulle coste italiane grazie anche all’incessante spola delle navi delle Ong e al criminale annuncio di Paolo Gentiloni che a Davos ha detto al mondo che l'Italia terrà aperti i suoi porti ai migranti. Un annuncio che incoraggerà nuove partenze dall’Africa, molti altri morti nel deserto libico e in mare e moltissimi nuovi sbarchi in Italia, unico Stato europeo ad accogliere chiunque paghi criminali per oltrepassare illegalmente le sue frontiere.
“Vogliamo continuare a salvare vite, non vogliamo chiudere i nostri porti" ha detto Gentiloni esprimendo una contraddizione latente poiché solo chiudendo l’accesso all’Italia i flussi cesseranno e nessuno naufragherà e affogherà. Difficile spiegare la politica sull’immigrazione di Gentiloni e del PD se non valutando l’indotto in termini di voti che può offrire la lobby dell’accoglienza e dei soccorsi (Ong, coop e associazioni varie anche del mondo cattolico) che incassa circa 4 miliardi all’anno. Sono 3.176 i migranti sbarcati nei primi 29 giorni del 2018, un quarto in meno rispetto allo stesso periodo del 2017 quando in tutto l’anno arrivarono poco meno di 120mila i clandestini, il 34% in meno rispetto ai 181mila del 2016.
Dei nuovi arrivati 2.622 sono partiti dalla Libia ed anche questo dato è in calo rispetto al 2017, quando erano stati 4.040 (-35%). Gli eritrei sono i più numerosi tra i migranti sbarcati quest'anno (580), seguiti dai pakistani (258), tunisini (232) e libici (192). L’arrivo di cittadini libici è nuovo e sembra indicare le crescenti difficoltà della popolazione libica di fronte al persistere di scontri tribali e instabilità. Il calo dei flussi rispetto all’anno scorso non deve ingannare: siamo solo all’inizio dell'anno e numeri e percentuali variano molto in fretta. Basti pensare che gli stessi dati del Viminale riferiti però al 22 gennaio, indicavano 2.749 sbarcati, cioè il 15% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso (2.393) e il doppio rispetto allo stesso periodo del 2016 (1.367).
Chiaro quindi che finchè non vi sarà una coerenza nell’iniziativa italiana i flussi continueranno, incoraggiati dalla prospettiva di raggiungere le coste italiane e l’Europa. E’ infatti inaccettabile che Roma appoggi e finanzi la Guardia costiera libica affinchè blocchi e rimpatri i migranti illegali ma al tempo stesso le flotte italiane, Ue e le navi delle Ong sbarcano in Italia i migranti che soccorrono in mare. L’unica soluzione ragionevole è inevitabilmente quella dei respingimenti assistiti, proposti da ormai quattro anni da chi scrive questo testo anche con numerosi articoli pubblicati dalla Nuova Bussola Quotidiana e in diverse conferenze incluso il “Cantiere” organizzato dalla Lega nel giugno 2016 (video).
In vista delle elezioni del 4 marzo la coalizione di Centrodestra ha reso noto un programma politico in 10 punti che alla voce Sicurezza parla esplicitamente di “controllo dei confini” e “blocco degli sbarchi con i respingimenti assistiti”. La proposta è stata ampiamente illustrata nel libri “Immigrazione tutto quello che dovremmo sapere” (Aracne dicembre 2016) e “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” (Aracne dicembre 2017) scritti con Giancarlo Blangiardo e Giuseppe Valditara. I respingimenti assistiti costituiscono infatti l’unica opzione ragionevole ed efficace in grado di bloccare i flussi scoraggiando le partenze e azzerando le morti in mare e nel deserto e il giro d’affari dei trafficanti.
Attuarli richiederebbe l’impiego delle stesse navi militari (una mezza dozzina) italiane ed europee (operazioni Mare Sicuro, Sophia e Triton) utilizzate oggi ma schierate a ridosso della costa della Tripolitania occidentale, da dove salpano i barconi, per soccorrere i migranti per poi riportarli in Libia in coordinamento con le autorità di Tripoli. Qui i clandestini verrebbero accolti dalle agenzie dell’Onu (che l’Italia finanzia) che ne curano già oggi il rimpatrio nei Paesi d’origine. I “respingimenti assistiti” permettono di chiudere i porti italiani agli immigrati illegali pur non impedendo di ricoverare per il tempo necessario in ospedali della Penisola persone bisognose di cure, scoraggiando i flussi migratori, poiché nessuno rischierebbe più la vita né pagherebbe migliaia di euro ai trafficanti sapendo che non raggiungerà mai l’Italia e il suo viaggio si concluderebbe sulla costa africana del Mediterraneo.
In questo modo si salverebbero migliaia di vite umane azzerando gli incassi dei trafficanti e diffondendo un chiaro messaggio che, dopo 650 mila sbarchi illegali dal 2013 a oggi, l’Italia non è più disponibile ad accogliere chiunque paghi criminali.