Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Svipop
a cura di Riccardo Cascioli
Global warming

Requiem per un ghiacciaio

In Islanda un ghiacciaio non può più essere definito tale per via delle sue ormai ridotte dimensioni. Escludendo che si espanda di nuovo, come invece può succedere, ne hanno celebrato il funerale

Svipop 20_08_2019

 

Il Jakobshavn, il più grande ghiacciaio della Groenlandia, per decenni si è ritirato e invece dal 2016 ha ricominciato a crescere e continua a farlo. Per il terzo anno consecutivo si ispessisce su un’area sempre più vasta. I ghiacciai, si è sempre saputo, crescono e diminuiscono. Forse è dunque prematuro che l’Islanda pianga il “decesso” dell’Okjokull (Ok), uno dei suoi ghiacciai che, secondo i criteri scientifici, non può più essere definito tale dal 2014 a causa della sua progressiva riduzione. Sta di fatto che domenica 18 agosto si è tenuta nei pressi del “defunto” una cerimonia funebre durante la quale è stato scoperto un monumento, una sorta di lapide posta a  perpetuo ricordo del ghiacciaio un tempo da tutti amato e ammirato. Alla cerimonia hanno partecipato il primo ministro Katrin Jakobsdottir,  l’ex Alto commissario Onu per i diritti umani, Mary Robinson, e il ministro per l’ambiente, Gudmundur Ingi Gudbrandsson. Si tratta del primo monumento del genere al mondo, aveva spiegato annunciando l’iniziativa l’antropologo Cymene Howe, dell’Università di Rice, nel Texas, che insieme ad alcuni colleghi e a dei ricercatori islandesi ha proposto l’iniziativa, con l’intenzione di sensibilizzare gli animi al problema del global warming antropico: “celebrando un ghiacciaio deceduto vogliamo porre l’accento su tutto ciò che sta per sparire o morire nel mondo e attirare l’attenzione sul fatto che si tratta di un fenomeno provocato dagli uomini e del quale non dobbiamo essere fieri”. Il climatologo e glaciologo francese Jean Jouzel ha sottolineato l’interesse dell’iniziativa: “i ghiacciai sono un patrimonio, fanno parte del nostro ambiente. In Islanda hanno anche un ruolo quasi mistico. Evidentemente la loro scomparsa è un segno del riscaldamento del clima e contribuisce all’innalzamento del livello dei mari”. Sulla lapide è stata incisa una scritta in islandese e in inglese intitolata ‘Una lettera al futuro’ che dice: “Ok è il primo ghiacciaio islandese a perdere lo status di ghiacciaio. Nei prossimi 200 anni tutti i nostri ghiacciai seguiranno la stessa sorte. Questo monumento è per far sapere che sappiamo che sta succedendo e sappiamo che cosa bisogna fare. Solo tu sai se lo avremo fatto”. I 400 ghiacciai del paese si scioglieranno uno dopo l’altro se le emissioni di gas serra continueranno al ritmo attuale. A dirlo sono gli scienziati convinti che per la prima volta nella storia umana sia in atto un cambiamento climatico di origine antropica che sta provocando l’aumento della temperatura sulla terra. Si tratta peraltro, come è noto, di una congettura, una teoria controversa.