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IN PRIMO PIANO

Referendum: quorum raggiunto vittoria a valanga dei sì

  • Comitati referendari e opposizioni in festa per quella che viene considerata una vittoria politica contro il governo.
  • Bersani: "E' stato il referendum sul divorzio tra il paese e il governo". Di Pietro, orgoglioso: "Una vittoria straordinaria".
  • Berlusconi decreta la resa sui contenuti dei referendum: "Addio al nucleare, dovremo concentrarci sulle energie rinnovabili".

Attualità 13_06_2011
referendum
Basta un’ora dalla chiusura delle urne per confermare quanto evidente già  dalle prime ore della mattinata. Già alle 16 il Ministero dell’Interno parlava di un’affluenza alle urne attorno al 57% per i quattro referendum, affluenza confermata successivamente. E, non sorprendentemente, dalle schede scrutinate escono tra il 95 e il 97% dei sì, a seconda dei quesiti. 

Tra i primi ad esultare il leader di Sinistra, ecologia e libertà e presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola che commenta “Oggi vince l’Italia dei beni comuni e perde l’Italia delle Lobbies. Questa straordinaria partecipazione indica vitalità”.

Gli fa eco il leader dell’Italia dei Valori, Antonio di Pietro che parla di “Paese vivo, che crede nella Costituzione e che nei passaggi importanti fa sentire la propria voce”.  L’ex magistrato definisce il raggiungimento del quorum un “risultato straordinario” e si dice orgoglioso per aver fatto in modo che in questo Paese la legge fosse uguale per tutti.

Alle 16 anche la conferenza stampa del leader del Pd Bersani che ironizzando parla di referendum sul “divorzio tra l’attuale esecutivo e il Paese” e chiede al Governo di dimettersi e andare alle elezioni anticipate.
Nel pomeriggio arriva anche l’affondo di Futuro e Libertà: "Il risultato dei referendum parla chiaro e rappresenta una ulteriore e sonora bocciatura di Berlusconi", ha detto Italo Bocchino. Ora, ha continuato, “ il governo dovrebbe dare dimissioni utili a chiarire il quadro politico".

Soddisfazione è stata espressa anche dal Terzo Polo: "La grande partecipazione popolare ai Referendum dimostra la volontà  degli italiani di tornare ad essere protagonisti: è ormai chiaro che la maggioranza e il governo sono totalmente sordi, incapaci di capire ciò che vogliono gli italiani", si legge in un comunicato.

Poco prima della chiusura delle urne aveva parlato il premier Berlusconi: “Dovremo dire addio al nucleare in seguito del voto popolare e dovremo impegnarci sulle energie rinnovabili”. Sul tema delle energie si era espresso anche Scajola, ex ministro alle attività produttive che si è detto comunque  convinto "che il nucleare sia l'opportunità migliore per dare energia a basso costo. Detto questo – ha aggiunto -  bisogna rispettare il volere degli elettori. Bisogna prenderne atto ".

Sulle eventuali dimissioni del Governo dopo l’esito referendario si è espresso anche il ministro della difesa La Russa che sottolinea che  “quando la Democrazia Cristiana perse il referendum sul divorzio, continuò a governare per altri 20 anni”.

L’esito del referendum è al centro anche del vertice della Lega Nord in corso in via Bellerio a Milano al quale è presente anche Roberto Calderoli che ha detto: «Alle Amministrative due settimane fa abbiamo preso la prima sberla, ora con il referendum è arrivata la seconda sberla e non vorrei che quella di prendere sberle diventasse un'abitudine... Per questo domenica andremo a Pontida per dire quello che Berlusconi dovrà portare in Aula il 22 giugno». Il giorno è quello in cui è calendarizzata la verifica di governo in Parlamento. Calderoli ha messo le mani avanti: «Vorremmo evitare che, in quanto a sberle, si concretizzi il proverbio per cui non c'è il due senza il tre...».