Recovery Fund, Italia e Spagna restano inascoltate
Nessuna intesa al Consiglio Europeo, né sul Recovery Fund, né sul bilancio pluriennale. L'Ue è divisa come sempre: il gruppo dei "frugali" del Nord che non vogliono prestare altri soldi al Sud. Il gruppo Visegrad è sempre più compatto. Francia e Germania dominano la scena. Italia e Spagna: irrilevanti e inascoltate
Sino alla serata di ieri il Consiglio Europeo non aveva deliberato né un documento di intenti, né un accordo. Non c’era intesa su nessuno dei punti in discussione: Bilancio Pluriennale, sino al 2027; Recovery Fund; sanzioni a Turchia (per guerra in Libia e estrazione gas naturale in acque territoriali greche e Cipriote. L’Europa senza identità ha fallito davanti alla prova storica della solidarietà reale, se ci sarà accordo esso sarà una ghigliottina nelle mani di ciascun paese contro un altro, si aprirà una guerra di tutti contro tutti e di bande armate nella Unione europea.
I gemelli siamesi, Sanchez e Conte, che si sono prodigati solo nell’ultima settimana in visite ufficiali nelle capitali dell’Europa occidentale (in particolare Francia, Svezia, Germani e Olanda), sino a tarda sera hanno ricevuto schiaffoni. Non ne siamo felici, prendiamo atto della inadeguatezza di tali signori che rappresentano Italia e Spagna. Immaginare di giungere ad intese diplomatiche così cruciali per il futuro del proprio paese e per l’intera Europa dedicandoci qualche giorno nell’ultima settimana, è segno di totale incompetenza. Visitare solo qualche paese e non considerare nemmeno l’ipotesi di condividere le proprie ragioni con Grecia, Cipro, Malta e i paesi del centro ed est Europa, ugualmente diffidenti verso scandinavi e olandesi, è segno di scarsa attitudine al ruolo che ricoprono.
La notte di sabato e la mattina di domenica potrà risolvere tutti i nodi gordiani che rimangono sul tavolo dopo le riunioni di venerdì e sabato? No, forse un accordicchio al ribasso, più facilmente un rinvio laconico. Le parole del Primo Ministro sloveno Jansa, poco prima della cena di sabato sera, rendono bene il clima complessivo:”L’Europa mostra ancora una volta la sua complessa differenza”. Parliamoci chiaro sul tavolo ci sono decisioni complesse: tanti soldi, Mille e ottocento venti miliardi, tra Recovery Fund (750miliardi) e Bilancio Pluriennale (2022-2027); il nodo politico di chi sarà chiamato a verificare che le spese siano veramente strutturali ed efficaci; il legame tra finanziamenti e stato di diritto; quali saranno le spese del Bilancio, chi e quanti soldi saranno chiamati a versare i singoli Stati e, non ultimo, seri temi di politica estera. Diciamo subito che l’Italia deve prendere atto del semplice fatto di non essere più considerata tra i potenti fondatori della Unione, solo Francia e Germania giocano questo ruolo con autorevolezza. I paesi ‘frugali’ non sono più solo 4 ma diventano 5, la Finlandia si è aggiunta a Svezia, Austria, Danimarca e Olanda (3 su 5 sono governi Socialisti e di Sinistra). I Gruppo di Visergrad, di fatto coordinato dalla Polonia, rappresenta gli interessi di tutti i paesi del centro est Europa e, di fatto, Croazia e Bulgaria si muovono come ufficiali di collegamento tra Germania e Gruppo Visergrad.
Dopo un venerdì nero, nel quale la giornata terminava con il veto di Olanda e Austria, sia sul complessivo Budget Pluriennale, sia sulla quota di finanziamenti a fondo perso del Recovery Fund, sia sugli organi preposti ai controlli delle spese ed i poteri di verifica incrociata di ciascun paese sulle spese altrui. Il Presidente del Consiglio Michel, nella serata di venerdì presentava una nuova proposta, con un taglio dei finanziamenti a fondo perso per i paesi interessati al Recovery Fund, più stretti controlli di verifica… La notte di venerdì si chiudeva con le chiarissime dichiarazioni del Primo Ministro Polacco e di quello Olandese. Il Primo Morawiecki a definire i “frugali” come “avari e miseri”; l’altro, l’olandese Rutte a ripetere:”Nessun soldo se non ci sono condizioni stringenti e verificabili da ciascun paese sulle spese di altri”. Nemmeno una ulteriore concessione alla ‘mediazione’, fatta da Michel agli ‘avari’, riduzione di 50 Miliardi di finanziamenti a fondo perso nel Recovery Fund, aveva trovato aperture, anzi proprio Olanda, Austria e gli scandinavi socialisti invocavano la ‘regola della unanimità’ nelle decisioni del Consiglio e così attivavano (al di là delle stravaganti affermazioni del nostro Conte sulla ‘non necessario consenso unanime’), la ‘bomba atomica’ della riunione.
Il compromesso di Michel su cui la discussione si è svolta anche nel pomeriggio, prevede un meccanismo complesso per il pagamento dei finanziamenti del Recovery Fund, nel quale le competenze e le possibilità di veto e verifica di ciascun paese sarebbero riconosciute. In parole povere, la Commissione potrà pagare ma, dopo il parere unanime del Comitato Economico e finanziario che, se non decidesse alla unanimità, lascerebbe ad ogni singolo paese la possibilità di bloccare il finanziamento e ciò obbligherebbe la Presidente Von Der Leyen a riferire al Presidente del Consiglio Europeo che, a sua volta, dovrà riferire al primo Consiglio Europeo. In realtà, con la scusa della verifica incrociata e del veto per ogni paese, ogni finanziamento del Recovery Fund (sia quelli a fondo perso, sia quelli in prestito), sarebbe suscettibile di veto e blocco per mesi o addirittura anni. Nel pomeriggio di ieri, bisogna ammetterlo, oltre allo scoramento dei Socialisti europei che hanno dovuto prendere atto di come tre dei loro Governi (scandinavi) assumessero posizioni ben poco solidali, il nostro Conte d’Italia ha avuto un sussulto solitario di orgoglio, ponendo sul tavolo l’urgente necessità di uniformare i regimi fiscali e combattere univocamente paradisi e riciclaggi vari (un messaggio diretto all’Olanda).
Ungheria e Gruppo Visegrad hanno insistito per togliere da ogni accordo qualunque riferimento agli ‘standard europei’ sullo Stato di Diritto, tutt’altro che definiti e chiari e, piuttosto, usati come minaccia dai gruppi parlamentari di Socialisti, Sinistre e Liberali ogni qualvolta vengono sconfitti nelle lezioni nazionali di un paese della unione. Sullo stesso argomento , l’Ambasciatore USA in Polonia ha criticato duramente ogni tentativo di penalizzare i paesi di Visegrad, ribadendo che la Polonia e l’Europa dell’Est non è più composta da paesi immaturi, ma da pesi seri, democratici, rispettosi dello Stato di diritto e fedeli alla amicizia atlantica.
Infine, appena dopo la riunione tra Macron e i 5 ‘frugali’, lo stesso Presidente francese faceva trapelare di essere pronto a rientrare a Parigi alle 23.00. La riunione riprende oggi, Domenica 19 Luglio e non è detto che si troverà una intesa efficace. Quattro messaggi chiari dal Consiglio Europeo: i paesi ‘avari’ non solo aumentano ma dimostrano un coordinamento impeccabile; il Gruppo Visegrad cresce di fatto ed altrettanto agisce all’unisono; i soldi arriveranno, meno del previsto e con controlli tali che per ogni ‘tranche’ ci sarà una guerra; i Governi Socialisti Europei non dimostrano né solidarietà di partito, né solidarietà comunitaria ed europea; l’Italia è fuori da ogni gioco, come la Spagna, sembriamo sempre più come quei nobili senza regno a cui non si nega la tavola principale ma dei le cui ragioni sono sempre più mal sopportate. E’ indispensabile costruire una grande coalizione con Europei del sud, paesi adriatici e del centro ed est Europa. Facciamo valere nei fatti di essere stati tra i fondatori dell’Unione europea, se invece l’Italia non dimostrerà di meritare quella memoria, se non saremo protagonisti di reti di solidarietà reale con altri paesi europei, se seguiteremo ad immaginare di esser rispettati solo per il nostro glorioso passato, a malapena saremo sopportati per l’inadeguatezza del presente. Alle prossime riunioni verremo invitati solo per aperitivi e dessert.
Comunque vada l’eventuale riunione di domenica 19 luglio, non sarà un successo, sarà invece una prova di totale inadeguatezza europea. La superbia e supponenza di alcuni paesi e la vergognosa incapacità di altri non sono altro che lo specchio della fallimentare e confusa leadership istituzionale: in questi giorni il Commissario Europeo al Commercio Hogan è di fatto ancora sospeso dall’incarico per il suo desiderio di concorrere alla guida del WTO; la Presidente Von Der Leyen sotto indagine da parte dell’Ombudsman Europeo per il suo video messaggio a favore dei conservatori croati il Commissario agli Esteri Borrell gioca alla ‘tre carte’ con Turchia, Grecia, Francia e Cipro…Finiamola qui per pietà, l’Italia e l’Europa meritano di meglio. Si è persa ogni dignità perché si è smarrita ogni strada della nostra identità cristiana.