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OCCHIO ALLA TV

Reazione a catena

Giochi di parole, associazioni di numeri, orecchio musicale e tanta voglia di mettere alla prova non soltanto la conoscenza della lingua italiana ma anche – forse soprattutto – l’intuito. Sono questi gli ingredienti di base di “Reazione a catena”.

Occhio alla Tv 30_06_2011

Giochi di parole, associazioni di numeri, orecchio musicale e tanta voglia di mettere alla prova non soltanto la conoscenza della lingua italiana ma anche – forse soprattutto – l’intuito. Sono questi gli ingredienti di base di “Reazione a catena” (RaiUno, dal lunedì al sabato ore 18.50), gioco a premi estivo della fascia preserale condotto da Pino Insegno.

Il meccanismo è di quelli che piacciono al pubblico, perché consente anche agli spettatori a casa di provare a indovinare le parole mancanti o le giuste sequenze, proprio come i concorrenti in gara. Questi ultimi, divisi in due squadre da tre, si sfidano in una serie di prove di varia difficoltà, basate sulla logica e sull’intelligenza associativa.

Il nome del programma è la traduzione del format “Chain reaction” della Nbc, che ha più di trent’anni ma evidentemente funziona ancora. Le modalità per legare fra loro le parole o i numeri sono analoghe a quelle proposte in altri giochi televisivi e questo crea familiarità tra il pubblico.
Si vincono premi in denaro, ma rispetto ai quiz in cui conta quasi esclusivamente il caso o la fortuna, qui ai concorrenti è richiesto qualche sforzo di pensiero in più. L’unica nota a volte un po’ stonata è la conduzione di Insegno, attore comico e caratterista, che non sempre riesce a contenere la sua esuberanza, spesso eccessiva nei toni e nei modi.

Ma è una pecca che i telespettatori hanno mostrato di saper perdonare, come conferma il successo ottenuto da questa trasmissione, che è riuscita a risollevare gli ascolti del preserale di RaiUno pur in un periodo di solito “avaro” in termini di audience.