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IL BIOGRAFO SEEWALD

Ratzinger, sentinella nella notte a difesa della Chiesa

Il biografo di Benedetto XVI Peter Seewald presenta a Roma la monumentale biografia "Benedetto XVI. Una vita". «Ratzinger ha imparato che la crisi, nella vita della Chiesa, non rappresenta la condizione straordinaria, ma permanente perché ogni epoca conosce i propri eretici, le proprie tentazioni». 

Ecclesia 06_12_2021

Nella conferenza stampa di presentazione de "Il sale della terra", a chi gli chiese perché avesse accettato di farsi intervistare da un giornalista comunista, l'allora cardinale Joseph Ratzinger rispose tranquillamente, dicendo di vederci "un segno della Provvidenza". Era il 1996, Peter Seewald era uno degli autori del liberal 'Süddeutsche Zeitung' e quel libro-intervista fu solamente il primo dei quattro best seller firmati da quella strana coppia. Che nel frattempo, però, è divenuta meno strana: l'incontro con colui che i nemici chiamavano Panzerkardinal, infatti, fu determinante per il riavvicinamento dello scrittore tedesco al cattolicesimo.

Nel 2020 Seewald ha pubblicato una corposa biografia di 1200 pagine edita da Garzanti e dal titolo "Benedetto XVI. Una vita". Sabato sera, di fronte ad una platea selezionata, il volume è stata presentato a Palazzo Mattei di Paganica, Roma, con il patrocinio dell'Enciclopedia Italiana - Treccani e della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI. Nel dibattito, moderato dalla giornalista Simona Sala, sono intervenuti lo scrittore Alessandro Acciavatti, l'ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, la vaticanista Giovanna Chirri che per prima diede lo scoop della rinuncia, il fondatore della Comunità di Sant'Egidio, Andrea Riccardi. Presenti anche i cardinali Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi, Gerhard Ludwig Müller, prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede e monsignor Georg Gaenswein, prefetto della Casa Pontificia nonché segretario personale del Papa Emerito, di cui ha portato i saluti.

Ma, soprattutto, era presente l'autore della biografia che ha dedicato parole di grande ammirazione e riconoscenza nei confronti di Ratzinger. Seewald ha ricordato come, da "ex comunista e redattore di 'Der Spiegel'" non apparteneva al campo di Ratzinger, ma rimase comunque impressionato da come l'allora cardinale si dimostrava in grado di armonizzare fede e ragione. "Non lo ha mai abbandonato il coraggio di opporsi ai 'si': a ciò che 'si' deve pensare, dire e fare, specialmente in una società che davvero sta per essere schiacciata dalle dinamiche dello spirito del tempo", ha detto il giornalista tedesco. Già dai tempi in cui veniva descritto caricaturalmente come il cane da guardia dell'ortodossia, Ratzinger incarnava - secondo il suo storico intervistatore - "l'affidabilità di chi annuncia fedelmente e genuinamente la dottrina della Chiesa nella continuità con i Padri e le riforme del Concilio Vaticano II".

Seewald si è concesso anche un passaggio sull'attualità, ricordando che "ultimamente Papa Francesco ha nuovamente elogiato il suo predecessore per aver lasciato un magistero luminoso; non si spiega tuttavia il perché egli non abbia potuto fare a meno di murare il libero accesso alla Messa tradizionale disposto da Benedetto e che stava a cuore al papa tedesco". Un riferimento, dunque, al motu proprio Traditionis custodes che ha riformato in senso limitativo il Summorum pontificum promulgato nel 2007. 

Seewald ha paragonato la figura di Benedetto XVI a San Giovanni XXIII perché, come lui, "lottò per un rinnovamento conforme alla necessità del tempo, ma insisteva sul fatto che la ricerca di quello che era al passo coi tempi non dovesse mai condurre ad una rinuncia del vero e di ciò che è valido, e a un vile adattamento, a ciò che è momentaneamente attuale".

Secondo il suo biografo, Ratzinger "ha imparato" che "la crisi, nella vita della Chiesa, non rappresenta la condizione straordinaria, ma permanente" perché "ogni epoca conosce i propri eretici, le proprie tentazioni" e "il messaggio del Vangelo è anche troppo ingombrante per trovare solo consenso, tanto più in un mondo secolarizzato che non sa più di cosa si parla quando si tratta di cristianesimo". Tra i campanelli d'allarme che oggi suonano a testimoniare la "crisi epocale" della Chiesa, secondo il giornalista tedesco, c'è anche "il movimento di vescovi e laici in Germania che vorrebbe dare una nuova costituzione alla Chiesa universale per mezzo dei cosiddetti processi sinodali e che, non ci sono dubbi, distruggerebbe l'identità della Chiesa".

Il contrario di quanto, invece, ha provato a fare Ratzinger ponendosi "per decenni, come una sentinella nella notte, posta sola a difesa della casa di Dio". E questo è stato, secondo Seewald, anche "il dramma della sua vita" ma anche "la sua missione": "riconoscere i pericoli, dare risposte e trasmettere in modo autentico il messaggio del Vangelo e gli insegnamenti e le tradizioni della Chiesa". L'autore, infine, ha spiegato di aver voluto scrivere questa biografia con più di mille pagine nella convinzione che sarebbe stato importante confutare "le molte rappresentazioni errate che ancora distorcono l'immagine di Benedetto XVI in vista del processo di beatificazione". Un processo di beatificazione che, si è detto convinto l'uomo che firmò con lui ben quattro libri-intervista, "ci sarà".