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Cristiani Perseguitati
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Giornata internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza

Rapporto sui minori cristiani perseguitati

L’Ong Open Doors ha pubblicato un rapporto sulla situazione dei bambini e dei giovani cristiani che vivono nei 50 paesi in cui i cristiani sono più perseguitati

Il 20 novembre ricorre ogni anno la Giornata Internazionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, istituita dalle Nazioni Unite nel 1954. Per l’occasione, l’ong Porte Aperte quest’anno ha pubblicato un rapporto, intitolato “Esclusi”, sulla condizione dei bambini e dei giovani cristiani che vivono nei 50 paesi in cui i cristiani sono più perseguitati per la loro fede. Nel 74% dei paesi considerati sono esposti a violenza fisica. Nel 50% dei paesi rischiano di subire violenza sessuale. Le bambine e le adolescenti possono essere costrette a sposarsi contro la loro volontà nel 54% dei paesi. Anche dove questo non succede, è molto frequente che siano emarginati e isolati dai coetanei e dagli stessi famigliari. Nel 72% dei paesi si verificano dinamiche di esclusione, discriminazione ed emarginazione sistematiche e in tutti si verificano casi di molestie e discriminazione nelle scuole. “L’esclusione sociale – spiega il rapporto – non solo una condizione momentanea, ma un processo che limita gravemente le prospettive future di questi giovani”. L’accesso all’istruzione negato, limitato o ammesso ma in condizioni svantaggiate li condanna spesso a dover svolgere da adulti lavori sottopagati, pericolosi e questo inevitabilmente comporta povertà e stigma sociale. Particolarmente difficile è la situazione dei minori convertiti al cristianesimo, specialmente se in origine eano musulmani e indù. “Subiscono – spiega ancora il rapporto – pressioni enormi per mantenere segreta la loro identità e affrontano ritorsioni da parte di figure autoritarie come insegnanti o rappresentanti delle autorità statali. Negli ambienti scolastici vengono presi di mira con abusi verbali e fisici, spesso costretti a partecipare a rituali religiosi estranei alla loro fede. L’isolamento e la segregazione sociali non solo indeboliscono l’autostima di questi ragazzi, ma mettono a rischio il loro benessere psichico a lungo termine, rendendoli più vulnerabili a problemi come depressione e ansia”. In Mauritania e a Cuba, ad esempio, le ragazze e i ragazzi cristiani in età scolare la cui fede viene scoperta possono vedersi rifiutati e considerati nemici dai loro compagni di scuola. Nella Penisola Araba, i bambini di origine musulmana che si convertono al cristianesimo si trovano a sopportare l’ostracismo sociale e gli abusi non solo in classe, ma anche in pubblico, nei centri commerciali e nei parchi giochi. Nelle regioni settentrionali del Camerun, i figli di genitori convertiti possono essere umiliati per la loro nuova fede ed emarginati socialmente.