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persecuzioni

Rapporto Fides: 18 missionari uccisi nel 2022

Nell'anno appena concluso hanno perso la vita 12 sacerdoti, un religioso, tre religiose, un seminarista e un laico, secondo l'annuale resoconto dell'agenzia Fides. Per ciascuno sono descritte le circostanze della morte e sono riportati alcuni cenni biografici Tra loro anche le italiane suor Luisa Dell'Orto e suor Maria De Coppi.

Libertà religiosa 06_01_2023

L’agenzia di stampa Fides il 30 dicembre ha pubblicato come di consueto un rapporto sui missionari uccisi nel mondo nel corso dell’anno appena terminato. Nel 2022 hanno perso la vita 12 sacerdoti, un religioso, tre religiose, un seminarista e un laico, per un totale di 18. Come sempre, Fides, nel presentare il rapporto, precisa che nell’elenco sono compresi tutti i cristiani cattolici che hanno perso la vita mentre erano impegnati in attività pastorali, quindi non solo i missionari ad gentes in senso stretto.

Il termine «missionario», ricorda, sta a indicare «tutti i battezzati, consapevoli che "in virtù del Battesimo ricevuto, ogni membro del Popolo di Dio è diventato discepolo missionario. Ciascun battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione"» (EG 120). Inoltre Fides preferisce non usare il termine «martiri», se non «nel suo significato etimologico di "testimoni", per non entrare in merito al giudizio che la Chiesa potrà eventualmente dare su alcuni di loro». Questo perché l’elenco include missionari morti in modo violento anche se non espressamente «in odio alla fede», ma per aver consapevolmente accettato il rischio che comporta vivere e testimoniare la fede in situazioni critiche, caratterizzate da degrado materiale e morale.

«Le poche notizie sulla vita e sulle circostanze che hanno causato la morte violenta di questi 18 missionari e missionarie – spiega Fides – ci offrono immagini di vita quotidiana, anche se in contesti particolarmente difficili, contrassegnati dalla violenza, dalla miseria, dalla mancanza di giustizia e di rispetto per la vita umana». Si tratta, racconta portando alcuni esempi nell’introduzione al rapporto, di «sacerdoti uccisi mentre stavano andando a celebrare la Messa con la comunità che guidavano, a spezzare quel pane e a consacrare quel vino che sarebbero stati alimento e vita per tanti fedeli. Una religiosa medico uccisa mentre era di guardia al centro sanitario della diocesi, pronta a salvare la vita di altre persone, e chissà quante ne aveva già salvate in passato. Una suora uccisa durante un assalto alla missione: invece di pensare a mettere in salvo la propria vita, si è preoccupata di andare a verificare che quella delle ragazze ospitate nel dormitorio fosse al sicuro. Ancora un laico, operatore pastorale, ucciso mentre andava verso la chiesa, a guidare una liturgia della Parola per i fedeli di quella zona, che non avevano un sacerdote residente».

Nella pagina web dell’agenzia Fides (www.fides.org) si può consultare il rapporto completo. Comprende, dopo l’introduzione, una prima parte che elenca i missionari uccisi suddivisi per continenti. Sono nove in Africa (sette sacerdoti e due religiose), otto in America Latina (quattro sacerdoti, un religioso, una religiosa, un seminarista e un laico), uno, un sacerdote, in Asia. Africa e America Latina in effetti sono da molti anni i continenti più pericolosi per i missionari cattolici. Dal 2011 al 2021 l’Africa ha registrato il numero più elevato di vittime tre volte (2018, 2019, 2021) e l’America Latina otto. Dei sette sacerdoti morti in Africa, quattro sono stati uccisi in Nigeria dopo essere stati sequestrati a scopo di estorsione. Due sacerdoti e una suora sono stati vittime di attacchi di uomini armati nella Repubblica democratica del Congo. Un sacerdote è morto in Tanzania, una suora in Mozambico. In America Latina, quattro missionari (un sacerdote, due padri gesuiti e un seminarista) sono stati uccisi in Messico, due (un laico e un sacerdote) in Honduras, un religioso in Bolivia e una religiosa ad Haiti. Tutti sono stati uccisi da uomini armati, in due casi durante un tentativo di furto e di rapina. Infine in Asia un sacerdote è stato ucciso in Vietnam da una persona mentalmente instabile.

Nella seconda parte del rapporto per ogni missionario sono descritte le circostanze della morte e sono riportati alcuni cenni biografici. Fides si dice grata a chiunque voglia integrare, aggiornare e se necessario correggere le informazioni riportate. Il più giovane è José Dorian Pina Hernandez, un seminarista di 25 anni della diocesi di Zacatecas, nel centro nord del Messico, ucciso da ladri il 27 dicembre 2022 insieme a un famigliare. Suor Maria De Coppi, 84 anni, missionaria comboniana italiana, è la vittima più anziana, uccisa in Mozambico durante l’attacco alla sua missione, nella provincia di Nampula, nella notte tra il 6 e il 7 settembre 2022. È italiana anche un’altra religiosa, suor Luisa Dell’Orto, piccola sorella del Vangelo di Charles de Foucauld, uccisa molto probabilmente nel corso di un tentativo di rapina il 25 giugno 2022 a Port-au-Prince, la capitale di Haiti.

Completano il rapporto un quadro riassuntivo del 2022, in cui sono indicati, per ogni missionario, nazionalità, istituto o diocesi di appartenenza, data e luogo della morte, e l’elenco dei missionari uccisi dal 1980 al 2021. Nel decennio 1980-1989 hanno perso la vita in modo violento 115 missionari: secondo Fides, tuttavia, si tratta di una cifra in difetto. Tra il 1990 e il 2000 il totale è 604, un numero molto più elevato rispetto al decennio precedente anche perché nel 1994 ben 248 sacerdoti sono caduti in Rwanda mentre era in corso il genocidio dei Tutsi. Infine dal 2001 al 2021, le vittime sono state 526.