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Africa

Rapiti altri cristiani in Nigeria

Sono almeno 13 i cristiani evangelici sequestrati mentre stavano partecipando alle funzioni domenicali nella loro chiesa  

Diversi fedeli della Evangelical Church Winning All di Aaaaz-Kiri sono stati rapiti in Nigeria il 14 dicembre, nello stato centrale di Kogi. Stavano partecipando alla funzione domenicale quando degli uomini armati hanno fatto irruzione nella loro chiesa sparando e hanno portato via almeno 13 persone. Cinque malviventi sono stati uccisi dalla polizia sopraggiunta. Altri sono stati feriti, ma sono riusciti a scappare. Come nella maggior parte dei casi, si ritiene che il rapimento sia a scopo di estorsione. Solo due settimane fa era stata attaccata un’altra chiesa a Ejiba, nello stesso stato. Il pastore della chiesa, sua moglie e diversi fedeli sono stati rapiti e sono tuttora nelle mani dei loro sequestratori. L’addetto all’informazione dello stato di Kogi, Kingsley Fanwo, esprime preoccupazione per il fatto che, con l’intensificarsi delle operazioni contro le bande armate nei vicini stati di Niger e Kwara, i malviventi si stanno spostando nel Kogi. In gran parte della Nigeria i sequestri a scopo di estorsione sono diventati tanto frequenti da costituire una vera e propria emergenza nazionale. In particolare si verificano nel nord ovest e nel centro del paese. Nello stato del Niger a fine novembre sono stati rapiti più di 250 bambini della scuola cattolica St Mary di Papiri e con loro anche 12 insegnanti. Solo una parte di loro sono stati finora liberati. Il governo nigeriano ha di recente dichiarato che la maggior parte dei sequestri sono opera dei gruppi jihadisti Boko Haram e Iswap. Ma molti osservatori hanno contestato questa affermazione e ritengono che invece responsabili siano delle bande criminali, cosa che sembra confermata dal fatto che i due gruppi jihadisti sono attivi nell’estremo nord est del paese. Pressato anche da interlocutori internazionali, tra i quali il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il presidente Bola Tinubu ha ordinato ai responsabili della sicurezza di moltiplicare l’impegno e ha approvato l’invio di militari e agenti di polizia nelle regioni più colpite.