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FRANCESCO IN USA

Questo Papa che scandalizza liberal e conservatori

Mancano pochi giorni al viaggio apostolico a Cuba e Stati Uniti, un appuntamento importante per il papato di Francesco. I temi sul tavolo sono di grande rilievo (rapporti Cuba-Usa, il discorso all'Onu, la Giornata mondiale a Philadelphia). Poi il ritorno a Roma e quindi l'inizio, il 4 ottobre, del Sinodo ordinario sulla famiglia.

Editoriali 05_09_2015
La gigantografia che annuncia la visita di papa Francesco a New York

Mancano pochi giorni al viaggio apostolico a Cuba e Stati Uniti, un appuntamento importante per il papato di Francesco. I temi sul tavolo sono di grande rilievo, dalla questione Cuba-Usa, al discorso che il papa terrà all'Onu, per concludere con la Giornata mondiale della Famiglia a Philadelphia, dal 22 al 27 settembre. Poi il ritorno a Roma e quindi l'inizio, il 4 ottobre, del Sinodo ordinario sulla famiglia che si concluderà il 25 dello stesso mese. 

Lungo i tornanti di questi appuntamenti in agenda potremo conoscere meglio i lineamenti del pontificato di Bergoglio. Austen Ivereigh, già addetto stampa del cardinale Murphy-O’Connor, e autore del best-seller  Tempo di Misericordia, dice che il Papa viene spesso descritto come «agente del cambiamento», ma le sue parole e azioni sono distorte a causa della «fantasia liberale e dell'ansia conservatrice, che si alimentano a vicenda». Il punto, a giudizio di Ivereigh, è che la «restaurazione della misericordia» voluta dal Papa «non vuole cambiare l'insegnamento della Chiesa, ma rendere più facile l'accesso delle persone a questo insegnamento».

Il giornalista irlandese è intervenuto ad un seminario organizzato a Philadelphia (Usa) dalla Facoltà di Comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce di Roma, con la sponsorizzazione della rivista Columbia. All'incontro hanno preso parte circa 200 tra giornalisti ed esperti, per focalizzare l'attenzione sul prossimo viaggio del Papa negli Stati Uniti. Tra gli altri c'erano anche monsignor Joseph E. Kurtz, presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, l'arcivescovo di Los Angeles, José H. Gomez, e l'arcivescovo di Philadelphia, Chaput. Il direttore esecutivo del Catholic News Agency, Alejandro Bermudez, ha sottolineato che le attese per il viaggio del Papa, per quanto possano essere indagate, devono sempre fare i conti con “l'imprevedibilità” che caratterizza l'azione del Papa argentino. È il primo papa dell'America Latina, ed è fondamentale ricordarlo per «fornire il contesto in cui capire»il Santo Padre, ha detto Bermudez.

Presente anche monsignor Jean Laffitte, segretario del Pontificio consiglio per la Famiglia, il quale ha sottolineato che il Papa «vuole rendere tutti consapevoli che non possiamo fermare il nostro servizio con la mera affermazione delle verità dottrinali e dei precetti etici, ma dobbiamo essere preoccupati di come le persone possono ricevere la buona notizia del Vangelo nella loro concreta situazione personale». Il vescovo francese, professore all'Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e famiglia, ha appena pubblicato un libro, The Choice of family, che vede la prefazione di Carl Anderson, Cavaliere Supremo dei Cavalieri di Colombo, era anche lui presente al seminario. Per il Papa, ha detto Anderson, «la famiglia è il luogo principale in cui possiamo aspirare alla grandezza» e vede una continuità particolare tra gli insegnamenti del Beato Paolo VI e quello di Papa Francesco.

L'arcivescovo Gomez (Los Angeles) ha, invece, puntato l'attenzione su un altro tema caldo, quello degli immigrati. Ha rilevato che l'anno scorso l'arcidiocesi di Los Angeles ha battezzato «più bambini che a New York, Chicago, Philadelphia, e Washington DC insieme, e la maggior parte di loro sono figli di immigrati, e la maggior parte sono ispanici». Il problema dell'immigrazione è rilevante, molte sono le «sofferenze psicologiche e spirituali degli immigrati clandestini», situazioni che poi si riverberano anche sui problemi della famiglia. Per questo occorre molta «attenzione pastorale», «tenendo conto delle differenze culturali». Monsignor Kurtz, presidente della conferenza episcopale degli Stati Uniti, ha considerato che Papa Francesco attraverserà l'Oceano «come pastore e come un buon profeta», chiamando le persone alla conversione. Inoltre, ha aggiunto Kurtz, il Pontefice parlerà «della libertà di servire e di essere capaci di servire nella pubblica piazza». Su quest'ultima considerazione, forse, non tutti i convenuti si troverebbero d'accordo nel dare la stessa interpretazione “pastorale”.