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OPZIONE BENEDETTO

Quelle parole di Gaenswein sui media cattolici

«La crisi della Chiesa, nel suo nocciolo, è una crisi del clero. (…) Dunque è scoccata l’ora dei laici forti e decisi, soprattutto nei nuovi mezzi di comunicazione cattolici indipendenti»È un passaggio importante dell'intervento fatto da mons. Gaenswein la scorsa settimana a Roma, che merita di essere ripreso.

Editoriali 17_09_2018
Mons. Gaenswein con Benedetto XVI

Abbiamo già avuto modo di menzionare l’importante intervento fatto la scorsa settimana a Roma da monsignor Georg Gaenswein, prefetto della Casa apostolica e segretario personale di Benedetto XVI. Egli parlava all’incontro con Rod Dreher, il giornalista americano autore de “L’opzione Benedetto”, e nell’occasione ha affrontato senza mezzi termini la gravità della crisi attuale della Chiesa spingendosi a definire lo scandalo degli abusi sessuali «l’11 settembre della Chiesa».

C’è però un passaggio del suo intervento che è passato sostanzialmente inosservato e che invece merita di essere sottolineato, perché rappresenta un giudizio nuovo e originale che ci riguarda da vicino. Indicando come esempio il lavoro giornalistico di Dreher, monsignor Gaenswein ha affermato: «La crisi della Chiesa, nel suo nocciolo, è una crisi del clero. (…) Dunque è scoccata l’ora dei laici forti e decisi, soprattutto nei nuovi mezzi di comunicazione cattolici indipendenti».

C’è un riconoscimento senza precedenti al lavoro di blog e di testate online come la nostra, che in questi anni si sono impegnate nel rendere ragione della fede e di quanto la Chiesa ha insegnato per due millenni. Non è soltanto una denuncia dei mali che affliggono la Chiesa, anche se in tempi di omertà e copertura di immoralità che vogliono farsi dottrina, anche questo è necessario. È anche un lavoro di costruzione, di recupero del Magistero della Chiesa, delle ragioni delle verità rivelate, di racconto di storie ed eventi che manifestano la bellezza di vivere la novità di Cristo. «Una mano per combattere e una mano per costruire», diceva San Luigi Grignon di Montfort descrivendo le anime chiamate dalla Madonna a far fronte ai nemici di Dio.

Quello di monsignor Gaenswein è, indirettamente, anche un giudizio perentorio su certa stampa cattolica “ufficiale” (un caso soprattutto italiano) che è chiaramente malata di clericalismo, conformismo ed ecclesialmente corretto. Lo si vede anche nelle ultime settimane: tutte le energie sono concentrate nel gettare fango su chi chiede verità, su chi chiede conto di un sistema di corruzione che intende allontanare la Chiesa dagli insegnamenti di Gesù. Giornalisti abituati a distribuire patenti di cattolicità (più volte negli ultimi tempi da uno di loro siamo stati etichettati come “sito sedicente cattolico”), ad alzare la penna rossa per correggere i colleghi che scrivono cose diverse da quelle desiderate, ad aggiornare puntualmente la lista dei buoni e dei cattivi, a evocare improbabili cospirazioni contro il Papa e via di questo passo. Tutto per non affrontare la realtà, tutto per distrarre dall’unico atteggiamento che oggi, come ai tempi di San Benedetto, è necessario per riscoprire l’essenziale: Quaerere Deum, cercare Dio.  È quello che ha ricordato monsignor Gaenswein, citando il memorabile discorso di Benedetto XVI il 12 settembre 2008 al College des Bernardins di Parigi davanti all’élite intellettuale di Francia. Ed è quello che dovrebbe muovere le nostre giornate.