Quella relazione del Parlamento europeo sull'utero in affitto
Una relazione del Parlamento europeo chiede di «introdurre chiari principi e strumenti giuridici per far fronte alle violazioni dei diritti umani correlate alla gravidanza surrogata».
A fine anno il Parlamento Europeo ha approvato la Relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo, nel 2017 e sulla politica dell’Unione Europea in materia, in cui il paragrafo 48 chiede di «introdurre chiari principi e strumenti giuridici per far fronte alle violazioni dei diritti umani correlate alla gravidanza surrogata». Tale pratica viene spesso utilizzata da coppie gay maschili.
La formula è ambigua perché pare dire: esiste una gravidanza surrogata che viola i diritti umani, ma ne esiste un’altra che non li viola. Preoccupiamoci solo di quest’ultima. Quindi non è una condanna alla maternità surrogata in quanto tale, ma solo agli effetti eventualmente lesivi dei diritti umani.
E infatti il Parlamento ha bocciato la bozza presentata dall’eurodeputato slovacco Miroslav Mikolášik che condannava in radice tale pratica dato che «mina la dignità umana della donna dal momento che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono utilizzate come merce». Bozza sicuramente meno peggiore della precedente, ma che colpevolmente non cita il nascituro, il primo, anche se non l’unico, soggetto vilipeso dalla pratica dell’utero in affitto.