Quegli apostoli del male, “asceti” alla rovescia
Esistono persone che amano talmente quel che la Chiesa chiama “peccato” da essere disposti a sacrificarsi per esso, arrivando a praticare una sorta di ascesi alla rovescia che, se bene indirizzata, li porterebbe alle più alte vette della mistica. E il caso di Wendy Russell Davis, senatrice liberal del Texas. Ecco perché.
Nell’Anno della Misericordia bisognerà pur arrendersi all’evidenza che con certuni è fatica sprecata. Certuni la misericordia non la vogliono proprio, sia perché non credono di averne bisogno, sia perché, loro, non ne avrebbero alcuna con quanti non appartengono alla loro fazione. Insomma, il classico dialogo tra sordi.
E se, evangelicamente parlando, due ciechi finiscono in un fosso, i sordi dove vanno a finire? Quando santa Bernadette riferì che la Madonna le aveva chiesto di sacrificarsi per i peccatori, le fu chiesto se sapesse di che cosa stava parlando. Esattamente: «Chi sono i peccatori?». E la ragazzina, semianalfabeta e nota per non essere molto acuta, rispose: «Quelli che amano il peccato». Notare: non quelli che fanno il peccato, ma quelli che lo amano. La profondità teologica di questa risposta impressionò i prelati inquirenti. Infatti, esistono persone che amano talmente quel che la Chiesa chiama “peccato” da essere disposti a sacrificarsi per esso, arrivando a praticare una sorta di ascesi alla rovescia che, se bene indirizzata, li porterebbe alle più alte vette della mistica. Proprio su questo quotidiano il nostro americanista Marco Respinti ha ricordato il caso di Wendy Russell Davis, senatrice liberal del Texas, stato nel quale ci vuole coraggio solo ad essere liberal.
Questa donna, bella cinquantenne e madre di due figli, il 25 giugno 2013 si produsse in una maratona ostruzionistica davanti al Senato texano al solo scopo di far saltare una legge antiabortista. Lei, che è favorevole a tutte le liberalizzazioni possibili e immaginabili, e, ovviamente, alla ghigliottina per chi non condivide l’agenda obamiana (figuratevi nel Texas, dove tutti girano armati), è rimasta undici ore in piedi, senza sedersi né appoggiarsi al suo scranno, senza bere e mangiare (neanche una caramella), parlando senza divagare o tergiversare e senza poter andare in bagno: la legge colà, proprio per scongiurare evenienze del genere, vieta tutto questo. All’uopo si è provvista di scarpe apposite, di un busto che le consentisse la prolungata posizione eretta, perfino di un catetere da cui orinare in una sacca legata alla coscia sotto la gonna.
A ciò si aggiungano i giorni (o le settimane?) necessari a scrivere l’interminabile discorso e le successive cure per corde vocali fortemente infiammate (nulla sappiamo delle vene varicose alle gambe). Un eroismo e un’abnegazione invidiabili, senza dubbio. Peccato (è il caso di dirlo) che è la causa a fare il martire, come giustamente dice sant’Agostino. Anche un rapinatore di banche rischia ogni volta l’incolumità fisica, la salute e la vita, ma lo fa per lucrare un vantaggio personale. Invece, la Davis si è sacrificata, letteralmente, per “gli altri”, onde tutti possano godere della libertà di aborto, nozze gay, cannabis indica e via dissolvendo. Ed è sempre “per gli altri” che quelli come lei si batteranno fino alla morte per mandare in galera o alla forca chi non condivide le loro opinioni, cominciando, in mancanza di meglio, col metterli alla gogna, intimidirli, boicottarli e assediarli sotto casa.
Come avverte il solito Vangelo, «i figli di questo mondo sono più scaltri dei figli della luce». E, come il loro padre, non dormono mai, disposti a digiunare, ad ammalarsi, anche a bere la propria urina (come faceva Pannella), a finire in carcere o picchiati dalla polizia pur di far prevalere la loro triste Causa. La Davis ha illustrissimi antecedenti a cui sono stati innalzati monumenti in bronzo e, perciò, sono ancora additati a esempio per i giovani. Pensate al nostro Mazzini, che condusse un’intera vita di privazioni, fughe, rischi ed esilio. Vitaccia da cani, del pari, fecero Bakunin e Marx, mentre altri loro emuli pagarono col “martirio” finale la loro dedizione all’anti-vangelo.
Se qualcuno sorride dei cattolici perché certi loro testimonial vivevano su una colonna o portavano il cilicio, ditegli che costoro adesso sono beati perché si sacrificavano per il Bene. E non peccavano contro lo Spirito Santo dicendo che il Bene è Male e viceversa. Un peccato, questo, che è l’unico –parola di Vangelo- per il quale non c’è Misericordia che tenga.