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APPROPRIAZIONE INDEBITA

Quando Putin fu battezzato in segreto

Il mondo cristiano ortodosso, copto
e greco-cattolico di rito bizantino ha celebrato il Santo Natale il 7 gennaio, seguendo come da tradizione
il calendario giuliano. Nell'occasione, a San Pietroburgo il premier russo Vladimir Putin ha ricorda il proprio battesimo amministrato in segreto
ai tempi di Stalin.

 

Mosca, 7. Oggi, 7 gennaio, le Chiese orientali che seguono il calendario giuliano - in particolare gli slavi ortodosssi, i copti e i greco-cattolici di rito bizantino - festeggiano il Natale. In Russia, Serbia, Ucraina, Georgia, Bielorussia, così come in Egitto, Siria, Libano e a Gerusalemme, si sono svolte divine liturgie nelle chiese e le famiglie si sono radunate nelle case per il tradizionale scambio di auguri. A Mosca, nella notte fra venerdì e sabato, c’è stata la solenne concelebrazione nella cattedrale di Cristo Salvatore presieduta dal Patriarca Cirillo, il quale, nel suo sermone, alla presenza del presidente russo Dmitrij Medvedev, ha invitato «a non ripetere gli errori» del passato: «Durante gli anni più oscuri, nei momenti più difficili della loro vita — ha detto il primate ortodosso — persone ufficialmente considerate non credenti hanno invocato e atteso il Signore. Oggi non abbiamo più bisogno di passare per situazioni estreme, possiamo liberamente essere con Dio se noi lo vogliamo».

Nel messaggio di Natale, Cirillo ha ricordato che l’anno passato non è stato facile per molti Paesi e popolazioni, comprese quelle che vivono nella Russia storica: tragici avvenimenti e cataclismi «hanno messo alla prova la nostra fede e la nostra resistenza». Il 19 dicembre, il Patriarca aveva lanciato un appello a non ripetere gli errori della Rivoluzione del 1917, sfociata in un «bagno di sangue», rivolgendosi indirettamente alle decine di migliaia di persone che nei giorni precedenti avevano manifestato contro il Governo guidato da Vladimir Putin. Quest’ultimo - riferisce l’Ansa - ha scelto proprio la notte di Natale, e la cattedrale di San Pietroburgo, per ricordare un segreto custodito per sessant’anni: «È proprio qui che sono stato battezzato in segreto da mia madre ai tempi di Stalin», ha confidato ai giornalisti il premier russo all’uscita della chiesa. Il racconto di come avvenne il battesimo del piccolo Vladimir (correva l’anno 1952 e Stalin era ancora vivo) è apparso sul sito dello stesso Putin: «Accompagnata da un vicino, mia madre mi portò a battezzare in segreto sfidando la contrarietà di mio padre, ufficialmente ateo e iscritto al Partito comunista». In un messaggio ufficiale per il Natale ortodosso, Putin ha esortato la Chiesa a «continuare a sviluppare una cooperazione costruttiva con le istituzioni statali». E Cirillo, oggi in un’intervista, ha chiesto al Governo di utilizzare lo strumento del dialogo e di ascoltare di più la gente, correggendo se necessario la rotta.

Dalla Russia all’Egitto dove i cristiani hanno celebrato il Natale copto in un clima segnato dalle recenti violenze contro la loro comunità e dai timori per il successo dei partiti islamici alle elezioni. Da venerdì un dispositivo di sicurezza rafforzato è stato predisposto accanto alle chiese, proprio in vista della tradizionale messa di mezzanotte. E proprio ieri, da Washington, il presidente statunitense Barack Obama ha insistito sulla necessità di proteggere le minoranze cristiane e di altre religioni, citando in particolare il caso dell’Egitto, dove i copti rappresentano il più importante gruppo cristiano del Medio Oriente. Il Patriarca della Chiesa copta ortodossa, Shenuda III, ha guidato la liturgia nella cattedrale di Abbasiya (Il Cairo) dove sono intervenuti numerosi responsabili politici e il «numero due» del Consiglio supremo delle forze armate, Sam Anan. I Fratelli Musulmani hanno a loro volta inviato una delegazione comprendente il capo del Partito della libertà e della giustizia, Mohammed Mursi, che ha portato gli auguri. Nella sua omelia, Shenuda ha osservato che «l’Egitto attraversa un periodo transitorio critico ma siamo certi che lo farà nella pace», ringraziando il ruolo delle forze armate, che «hanno sostenuto dei sacrifici per il bene dell’Egitto e del suo popolo».

Cerimonie si sono svolte anche a Baghdad - il rappresentante della Chiesa apostolica armena si è fatto portavoce della difficile esistenza dei cristiani in Iraq - e a Betlemme, dove alla messa celebrata dal Patriarca di Gerusalemme, Teofilo III, nella chiesa della Natività, ha assistito il presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen.

A Venezia, intanto, la mattina del 6 gennaio, nella storica cattedrale di San Giorgio dei Greci, è stata celebrata la solennità delle Sante Teofanie (Battesimo di Gesù Cristo). Il metropolita Gennadios, arcivescovo ortodosso d’Italia e Malta, con la partecipazione di autorità veneziane e di un considerevole numero di fedeli provenienti da tutto il Veneto e dall’estero, ha presieduto la divina liturgia e la solenne benedizione delle acque, al termine di una processione accompagnata dalla santa Croce e dalla santa icona del Battesimo del Signore in direzione dello storico Ponte dei Greci. Nel suo indirizzo di saluto, Gennadios ha inviato un messaggio di speranza, pace e unità, augurando agli ortodossi greci, italiani, romeni, bulgari, albanesi e di altra nazionalità, che hanno festeggiato uniti le Sante Teofanie, di rimanere fedeli alla fede e alla tradizione della madre Chiesa ortodossa. A conclusione del rito, il metropolita si è recato nella Sala della Metropoli, dove ha benedetto la «Vasilopitta» (torta in onore di san Basilio).

Pubblicato con il titolo Le celebrazioni del Natale ortodosso in L'Osservatore Romano del 7 gennaio 2012