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EDITORIALE

«Quaerere Deum» Questo è il tempo della chiarezza

L’inizio della campagna primaverile per la raccolta fondi per La Nuova Bussola parte quest’anno in un momento molto particolare per il nostro paese e per la Chiesa. Combattere le singole battaglie, pur doveroso, non è sufficiente. Davanti a una civiltà che va in rovina è più che mai necessario puntare all'essenziale, alla Verità.

Editoriali 03_06_2015
San Benedetto

L’inizio della campagna primaverile per la raccolta fondi per La Nuova Bussola parte quest’anno in un momento molto particolare per il nostro paese e per la Chiesa. Ed è per questo che ho deciso di accompagnare per la prima volta con un editoriale il messaggio di apertura che lancia la campagna, già di per sé eloquente.

Oggi inizia in commissione al Senato l’esame degli emendamenti al ddl Cirinnà che – come ormai ben sapete – vuole introdurre le unioni civili, ovvero il matrimonio (con un altro nome) per le coppie omosessuali, ed è solo un fronte di un’offensiva a tutto campo per imporre al nostro popolo il verbo omosessualista. È una rivoluzione antropologica senza precedenti nella storia che – come disse Benedetto XVI nel suo ultimo discorso alla Curia Romana – nel negare “maschio e femmina” come creati da Dio, porta «necessariamente a negare il Creatore stesso e con ciò, infine, anche l’uomo quale creatura di Dio, quale immagine di Dio viene avvilito nell’essenza del suo essere». Per questo «nella lotta per la famiglia è in gioco l’uomo stesso. E si rende evidente che là dove Dio viene negato, si dissolve anche la dignità dell’uomo. Chi difende Dio, difende l’uomo».

Malgrado questa chiarezza di giudizio non passa giorno che qualche vescovo o esponente di primo piano della Chiesa non porti confusione e il dibattito intorno al Sinodo sulla famiglia ne è purtroppo un drammatico esempio, per non parlare degli interventi riguardo alla situazione italiana di cui abbiamo dato un saggio purtroppo anche ieri.

Davanti a questa situazione ci sono segnali di reazione, e la manifestazione convocata per il 20 giugno a Roma – che sosteniamo in pieno - ne è un esempio, così come ci sono iniziative politiche per fermare il ddl Cirinnà e quelli che seguiranno. È importante che questa reazione ci sia, che vengano combattute le singole battaglie. Non importa che le forze in campo siano impari e l’impresa appaia disperata, si combatte anzitutto per la verità.

Ma soprattutto, davanti a una civiltà ormai al tramonto che ha scelto di suicidarsi in tutti i modi possibili – non solo il gender, ma anche la denatalità, l’aborto e l’eutanasia, la rinuncia a difendere i fondamenti della propria cultura davanti all’aggressione di altre culture e religioni –, davanti a questa civiltà agonizzante non basta combattere le battaglie sulle singole questioni, bisogna ricostruire le fondamenta di una nuova civiltà, che passa dalla nostra salvezza personale. Come fece Benedetto con i suoi monaci davanti alla civiltà romana che crollava: “Quaerere Deum”, cercare Dio, era il loro obiettivo come l’ha ricordato papa Benedetto XVI nell’indimenticabile discorso al Collège des Bernardins di Parigi il 12 settembre 2008 (clicca qui).

Vale la pena riprendere un passaggio di quel discorso perché descrive efficacemente il compito che abbiamo davanti: «…Si deve dire, con molto realismo, che non era loro intenzione di creare una cultura e nemmeno di conservare una cultura del passato. La loro motivazione era molto più elementare. Il loro obiettivo era: quaerere Deum, cercare Dio. Nella confusione dei tempi in cui niente sembrava resistere, essi volevano fare la cosa essenziale: impegnarsi per trovare ciò che vale e permane sempre, trovare la Vita stessa. Erano alla ricerca di Dio. Dalle cose secondarie volevano passare a quelle essenziali, a ciò che, solo, è veramente importante e affidabile. (…) Dietro le cose provvisorie cercavano il definitivo».

Cercare il definitivo dietro le cose provvisorie, passare alle cose essenziali. È l'obiettivo che deve avere ogni cristiano. È anche il programma di lavoro della Bussola. Informare giorno per giorno, combattere le battaglie quotidiane nella Chiesa e nel mondo – come abbiamo fatto finora - ma con la consapevolezza che non sono le singole battaglie a definire la nostra azione. Per questo non accetteremo mai di dire una mezza verità pur di vincere un round, o di esercitarci nell’arte del compromesso per sederci a trattare al tavolo del potere.

Questo è il tempo della chiarezza. Quando la confusione regna sovrana ed è seminata a piene mani anche da ecclesiastici, è più che mai necessario cercare e affermare le cose essenziali, le cose vere, che danno una speranza. Non accetteremo mai di dire che le convivenze sono buone pur di scongiurare le nozze gay, né che va bene la fecondazione assistita omologa pur di evitare l’eterologa, né che in fondo la salute riproduttiva è una cosa positiva se si limita l’aborto. E ancora, non ci piegheremo alla realpolitik ecclesiale, i nuovi farisei che cercano di conciliare la mentalità del mondo con la volontà di Dio: continueremo ad affermare che l’indissolubilità del matrimonio non contempla scorciatoie, che nel male non ci sono segni di bene, che la salvezza non sta nell’accomodamento ma nella conversione a Dio nell’unica Chiesa di Gesù Cristo. 

Cercare il definitivo dietro le cose provvisorie. Questo è ciò che abbiamo tentato di fare fino ad oggi, è ciò che faremo con ancora più decisione fin quando ne avremo la possibilità. Stiamo già pensando nuove iniziative e sviluppi che segnino questa strada con sempre maggiore chiarezza.

Ma la libertà – lo sappiamo tutti – ha un prezzo. E un’opera come La Bussola ha la possibilità di sostenersi solo grazie a chi – apprezzandone l’utilità – decide di contribuire anche economicamente, oltre che con l’indispensabile preghiera.

Sarete voi a decidere se ne vale la pena.