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LA SITUAZIONE

Pronti a chiudere: irrazionalità e paura al comando

Ospedali vuoti, decessi a zero, contagi bassi e per nulla seri. Ma Governo e Regioni stanno preparando la stretta estiva con forti limitazioni ai viaggiatori. In un contesto dettato dall'irrazionalità in cui per fermare il contagio si pensa di iniettare a tutti un vaccino, che sta già dimostrando di non essere in grado di fermare il contagio. 

Editoriali 16_07_2021

Irrazionalità e paura. In Sicilia i giornali titolano: “353 casi, ma nessun morto e ricoveri stabili”. Sembrerebbe tutto tranquillo. E invece che cosa fa il governatore Nello Musumeci? Sta pensando a una stretta rigorosa. Anzitutto ha vincolato l’ingresso con tampone a chi arriva da Spagna, Portogallo e Malta. Per tutti gli altri si vedrà, ma quello che sta accadendo in queste ore, complice anche la fuga in avanti del premier francese Macron, è l’inizio di un nuovo giro di vite che non sappiamo dove ci porterà.

In Sardegna la “solfa” è la stessa: “Le isole tornano a blindarsi davanti alla variante Delta, che galoppa in tutta Europa, e all’arrivo in massa dei turisti che stanno facendo schizzare in alto i contagi”.

Che cosa c’è dietro questi annunci, queste sparate che non fanno altro che spaventare gli italiani ormai con le valige in mano? Ci sono la paura e l’irrazionalità che non hanno mai abbandonato i governanti. Eppure, prima di spaventarsi bisognerebbe guardare la realtà: e la realtà ci dice che la circolazione delle varianti del virus non viene già ora minimamente frenata dai vaccini, ma non è grave. Il paese più vaccinato al mondo, la Gran Bretagna è quello dove maggiormente si è sviluppata la variante delta. I dati di Israele, poi, che è stata la prima nazione “covid free”, dicono che in tutte le età i contagiati vaccinati (con due dosi) superano di gran lunga quelli non vaccinati. 

Solo che le terapie intensive sono vuote, ma anche i dati sui ricoveri ospedalieri in Italia ci parlano di un 98% dei reparti vuoti. Per non parlare poi delle vittime che sono a livello di zero. I positivi sono 40mila e sono per la maggior parte senza sintomi. Chi li ha, accusa prevalentemente tosse e raffreddore. Roba da rovinarsi una serata sotto le stelle, non certo l’estate.

Con dati di questo tipo bisognerebbe dormire più che tranquilli. Invece no. Il governo e le Regioni stanno alzando sempre di più il volume della tensione con lo scopo di criminalizzare i non vaccinati. Ma questi dati dimostrano proprio che il vaccino è efficace, ma non ferma il contagio, quindi protegge dalla malattia grave i più, specie gli anziani, specie quelli che non si curerebbero, ma non frena il contagio. Se non fosse efficace avremmo molti in terapia intensiva.

Il problema del vaccino semmai è legato alla sicurezza dato che le patologie da vaccino esistono e, seppur numericamente basse in termini assoluti, sono invece altissime: basti pensare che chi ne è colpito si è avvicinato al vaccino da sano, cioè senza alcun sintomo covid grave, ma questo è un capitolo totalmente ignorato dal governo.

Con la pantomima del Green pass, la fotografia è quella di un governo che per evitare i contagi sta seriamente interrogandosi se obbligare tutti i cittadini a inocularsi un antidoto ancora sotto sperimentazione che non impedisce di essere contagiati e contagiare. A questo aggiungiamo che non abbiamo del tutto la certezza sugli effetti avversi, gravi e no, ma nel frattempo diamo la colpa dei contagi alle varianti del virus, che nessuno è ancora riuscito a escludere che siano favorite dalla vaccino-resistenza nel corso della campagna di massa in atto.

In questa ottica si sta studiando la soluzione all’italiana del Green pass che non si è capito dal ministro per gli Affari regionali Gelmini se “italiana” sia legato alla nostra tipica propensione al compromesso o alle soluzioni pasticciate di casa nostra.

Si ragiona di intervenire con un Green pass almeno nei trasporti. Se domani dovessimo trovarci a viaggiare su un treno “covid free”, troveremmo questa situazione paradossale: il non vaccinato sarà avviato sulla via della discriminazione e sarà costretto a farsi in condizioni di asintomatico il tampone ogni due o tre giorni; il vaccinato, invece non dovrà farsi alcun tampone. Ma se li affianchiamo su un aereo, su un treno o in un qualunque luogo deputato ad essere gestito dal magico certificato europeo, possiamo affermare senza tema di smentita che, mentre del non vaccinato siamo sicuri che in quel momento non stia trasmettendo il covid, in quanto negativo, del vaccinato non possiamo affatto dirlo dato che potrebbe essere positivo, ma non reduce da tampone. Come la spieghiamo questa? Semplice: con la paura e l’irrazionalità.

La stessa irrazionalità che ha accompagnato le campagne iniziali pro-vaccino. Ricordate il ritornello? «Bisogna vaccinarsi per proteggere gli altri, soprattutto gli immunodepressi che non possono vaccinarsi», ripetevano gli scienziatoni. Ebbene: in Israele stanno iniziando a somministrare la terza dose di vaccino proprio agli immunodepressi. Motivo? «Così ricevono un bel po’ di dosi e siamo sicuri». Quindi, da non destinatari del sacro inoculo a destinatari in triplice dose. Quale scoperta scientifica ha avvalorato questa decisione e quale evidenza invece dettava quella precedente? Nessuna, in entrambi i casi. Se non l’irrazionalità e la paura.