Profughi portati a Roma. Ecco perché
«È stata un’ispirazione di una settimana fa che mi è venuta da un mio collaboratore, e io ho accettato subito perché ho visto che era lo Spirito che parlava. Tutte le cose sono in regola: i documenti, lo Stato vaticano, italiano e greco hanno dato il visto». Così in aereo il Papa ha spiegato l'iniziativa dei 12 profughi portati a Roma.
«Il mio viaggio è stato umanitario». Così Papa Francesco ha dato spiegazione del motivo fondamentale del suo viaggio lampo sull'isola di Lesbo. Nella consueta conferenza stampa sull'aereo di ritorno a Roma il Pontefice si è ovviamente soffermato soprattutto sui temi legati al viaggio, non poteva mancare però un significativo riferimento alla recente esortazione post-sinodale Amoris laetitia. Vediamo i principali argomenti toccati dal Santo Padre.
I PROFUGHI MUSULMANI PORTATI A ROMA
Il Papa ha portato con sé sull'aereo tre famiglie di profughi siriani musulmani. «È stata un’ispirazione di una settimana fa - ha detto Francesco rispondendo a una domanda al proposito - che mi è venuta da un mio collaboratore, e io ho accettato subito perché ho visto che era lo Spirito che parlava. Tutte le cose sono in regola: i documenti, lo Stato vaticano, italiano e greco hanno dato il visto. Sono accordi presi dal Vaticano con la collaborazione della comunità di Sant’Egidio, sono ospiti del Vaticano e si aggiungono alle due famiglie già ospitate dalle parrocchie vaticane». È stato poi chiesto al pontefice perchè ha scelto proprio tre famiglie musulmane e non profughi cristiani, anche in relazione al problema del rapporto tra immigrazione e integrazione. «Non ho fatto una scelta tra cristiani e musulmani, queste tre famiglie avevano le carte in regola e si poteva fare. C’erano due famiglie cristiane che non avevano i documenti in regola... Non è un privilegio, tutti sono figli di Dio».
INTEGRAZIONE E IMMIGRAZIONE
Sul problema dell'integrazione ha detto che effettivamente c'è un problema di integrazione degli immigrati parlando dei ghetti in cui sono spesso costretti a vivere gli immigrati. «Alcuni dei terroristi che hanno compiuto attentati sono figli e nipoti di persone nate nel Paese, in Europa. Che cosa è successo? Non c’è stata una politica di integrazione, e questo per me è fondamentale, a tal punto che se lei vede nell’esortazione post-sinodale sulla famiglia c’è una parte sull’integrazione per le famiglie in difficoltà. L’Europa deve riprendere questa capacità di integrare, sono arrivate tante persone nomadi e hanno arricchito la sua cultura. C’è bisogno di integrazione».
NO AI MURI
«Ho sempre detto che costruire i muri non è una soluzione, dobbiamo fare ponti, ma i ponti si costruiscono con intelligenza, con il dialogo e l’integrazione. Capisco un certo timore, ma chiudere le frontiere non risolve niente, perché quella chiusura alla lunga fa male al proprio popolo. L’Europa deve urgentemente fare politiche di accoglienza, di integrazione, di lavoro, di crescita, di riforma dell’economia e tutte queste cose sono i ponti che ci porteranno a non fare muri»
SANDERS L'HO SALUTATO PER EDUCAZIONE
«Questa mattina mentre uscivo c’era lì il senatore Sanders che era venuto al convegno sulla “Centesimus annus”. Lui sapeva che io uscivo a quell’ora e ha avuto la gentilezza di venirmi a salutare, lui insieme alla moglie e un’altra coppia che era alloggiata a Santa Marta come tutti i membri del convegno. Quando sono sceso l’ho salutato, una stretta di mano, niente di più. Questa si chiama educazione, non immischiarsi in politica. Se qualcuno pensa che dare un saluto sia immischiarsi in politica, gli raccomando di trovarsi uno psichiatra».
AMORIS LAETITIA E I SACRAMENTI PER I DIVORZATI-RISPOSATI
Infine non potevano mancare le domande sulla recente uscita dell'esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia. Ci sono nuove possibilità concrete per i divorziati-risposati e l'accesso ai sacramenti? «Io posso dire sì. Ma sarebbe una risposta troppo piccola. Vi raccomando di leggere la presentazione del documento che ha fatto il cardinale Schönborn, che è un grande teologo e ha lavorato alla Congregazione per la dottrina della fede».
È stato poi chiesto al pontefice perché il riferimento all'accesso ai sacramenti è stato inserito in una nota al testo e non nel testo stesso. «Senta, uno degli ultimi Papi, parlando del Concilio, ha detto che c’erano due concili, quello Vaticano II, in San Pietro, e quello dei media. Quando ho convocato il primo Sinodo, la grande preoccupazione della maggioranza dei media era: potranno fare la comunione i divorziati risposati? Siccome io non sono santo, questo mi ha dato un po’ di fastidio e un po’ di tristezza. Perché quei media non si accorgono che quello non è il problema importante. La famiglia è in crisi, i giovani non vogliono sposarsi, c’è un calo di natalità in Europa che è da piangere, la mancanza di lavoro, i bambini che crescono da soli... Questi sono i grandi problemi. Non ricordo quella nota, ma se è in nota è perché è una citazione dell’Evangelii Gaudium».