Prigionieri di un algoritmo? Al via la scuola di Dottrina sociale
Ascolta la versione audio dell'articolo
Oggi la Dottrina sociale della Chiesa è la grande dimenticata quando si affrontano le principali dinamiche sociali e politiche. Ecco perché la Bussola e l’Osservatorio Van Thuân insistono con la scuola di DSC, che questo autunno, dall'11 ottobre, avrà per tema: “Prigionieri di un algoritmo. Il virtuale imposto come reale”. Iscrizioni aperte.
Venerdì 11 ottobre, alle ore 21,00, avrà inizio la Scuola nazionale di Dottrina sociale della Chiesa che la Nuova Bussola Quotidiana e l’Osservatorio Cardinale Van Thuân organizzano ormai da diversi anni. Qui si può vedere il programma e le modalità di partecipazione.
In queste righe vorremmo fare una riflessione d’insieme sullo status della Dottrina sociale della Chiesa per motivare questa nostra insistenza a programmare una formazione continua su questo campo. Ogni anno, infatti, vengono organizzati due momenti, uno in primavera dedicato ai fondamenti, e uno in autunno dedicato alle applicazioni. Nella primavera scorsa è stato presentato il magistero sociale di Leone XIII e nella primavera 2025 faremo lo stesso con quello di Pio XI, data anche la ricorrenza centenaria dell’enciclica Quas primas con l’istituzione della Festa di Cristo Re. In questo autunno proponiamo l’argomento del superamento dell’umano nelle sue dimensioni naturali per sostituirlo con l’artificio. Cambiare o eliminare la natura umana richiede l’esercizio di un potere immane che, obiettivamente, impensierisce non poco. Il titolo generale delle lezioni è il seguente: “Prigionieri di un algoritmo. Il virtuale imposto come reale”.
Ma perché i due soggetti promotori insistono sulla formazione alla Dottrina sociale della Chiesa, mentre, se giriamo attorno lo sguardo, non vediamo un grande interesse per essa al punto che sembra dimenticata? È una posizione indietrista la nostra? A dire il vero, con ciò abbiamo già toccato una delle motivazioni che ci spingono a continuare, ossia la dimenticanza in cui sembra caduta la Dottrina sociale della Chiesa. Se osserviamo i criteri con cui la Chiesa è di recente intervenuta sulle principali dinamiche sociali e politiche, non possiamo non notare come abbia sempre evitato di adoperare, esplicitamente o implicitamente, i principi della sua Dottrina sociale, che è stata quindi la grande assente nel dibattito. Possiamo fare agevolmente qualche esempio. Gli interventi sulle immigrazioni non hanno tenuto conto dell’obbligo morale di governarle, sia in uscita che in entrata, né dei criteri fondamentali per farlo, riguardanti il bene comune sia degli immigrati sia delle società di accoglienza. Un’accoglienza indiscriminata non rispetta le indicazioni del magistero sociale sui doveri e sui diritti. La questione climatica è stata affrontata in modo acritico, con eccessive concessioni alla narrazione dominante, senza fare le debite distinzioni tra il piano scientifico, quello morale e quello politico, e scivolando verso una “personificazione” dell’ambiente naturale al punto da mettere in questione la centralità dell’uomo nel Creato. L’agenda gender è pure stata affrontata in modo confuso, con l’ammissione del riconoscimento giuridico e politico delle unioni civili anche di coppie omosessuali, con l’accoglienza – secondo un pastoralismo privo di idee – di tutte le forme di famiglia e con l’accettazione positiva del transgenderismo. Anche in questo caso i principi della Dottrina sociale della Chiesa sull’uomo e sulla donna, sulla teologia del corpo, sul matrimonio e sulla famiglia non sono stati applicati nel dovuto modo. Sul versante sanitario poi si è dovuto notare, purtroppo, un’assenza della Chiesa, resasi inutile. Ricordiamo infine la questione dell’Unione Europea, con gli episcopati del continente allineati a sostenere la nuova ideologia dell’europeismo.
In tutti questi ambiti la Chiesa avrebbe potuto accompagnare e guidare, insistendo sui principi tradizionali della Dottrina sociale della Chiesa, evitando di sposare frettolosamente ideologie riduttive o tendenziose, senza cedere alla tentazione di fare interventi diretti in campo politico e anche evitando di fare solo discorsi generici impostati su parole-slogan dallo scarso significato teologico e pratico, come accogliere, integrare, accompagnare, sognare… Il principio di sussidiarietà, per fare un esempio, avrebbe potuto venire impiegato sia a proposito dell’Europa, sia per fornire un giudizio sulla realtà di alcune nazioni, come quella italiana, dove sono emerse problematiche politiche e istituzionali – il premierato o l’autonomia differenziata – che da quel principio avrebbero potuto ricavare validi chiarimenti.
Del resto, dobbiamo anche notare che queste dimenticanze circa l’esistenza di una Dottrina sociale della Chiesa non sono fortuite, ma conseguono ad una impostazione nuova del rapporto con il mondo. Tra i tanti elementi di questa nuova impostazione ne ricordiamo qui uno solo, ossia l’idea che esista una fraternità esistenziale tra gli uomini – siamo tutti sulla stessa barca – che precede ogni scelta di ragione e di fede e che rappresenta lo sfondo non trascendibile che tutto condiziona. Se siamo tutti fratelli a priori, allora tutte le scelte religiose sono uguali, come tutte le scelte politiche e la Chiesa non ha più una Dottrina sociale con la pretesa di dire una verità originaria e unica. La Dottrina sociale sarà solo un’interpretazione, valida come tante altre, di quella fraternità esistenziale comune e precedente. Non sarà più la Chiesa a dare luce a quella fraternità esistenziale, ma il contrario; e la Chiesa non avrà più nulla da insegnare, ma tutto da imparare camminando insieme a tutti gli uomini.
Ecco allora perché insistiamo con le nostre Scuole nazionali di Dottrina sociale della Chiesa. Per lo stesso motivo vi invitiamo anche a frequentare quella di questo autunno 2024.
***
Leggi qui il PROGRAMMA della Scuola.
Per iscriversi, inviare un'emai a: scuole.ossvanthuan@gmail.com
oppure dal nostro sito: https://lanuovabq.it/it/catalogo-online/videocorsi/prigionieri-di-un-algoritmo-il-virtuale-imposto-come-reale