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L'INTERVISTA

Pray4charlie, il mondo che prega per Charlie

Conosciamo l'ideatore del sito www.pray4charlie.com che in pochi giorni è riuscito a catalizzare attorno a sè l'attenzione e le preghiere di milioni di persone nel mondo per un piccolo Charlie. Un miracolo di preghiere e fede tutto italiano.

Vita e bioetica 08_07_2017

Da un caso drammatico come quello del piccolo Charlie Gard, che solo in queste ore sembra poter finalmente svoltare nel verso giusto, si può trarre anche qualcosa di buono? La risposta è sì e va trovata nella commovente reazione di un popolo che si è mobilitato per proteggere un bambino di un Paese straniero e riaffermare che nessuna vita è a nostra disposizione. È grazie a questa straordinaria reazione al male che si è arrivati alla svolta di ieri, con il Great Ormond Street Hospital che ha chiesto all’Alta Corte una nuova udienza alla luce del protocollo sperimentale ricevuto dal Bambin Gesù, ravvivando così la speranza per Charlie.  

Sebbene piccolo, praticamente privo di rappresentanza politica e senza voce sui media che contano, è un popolo che ha tentato e sta tentando tutte le vie per aiutare Charlie e i suoi genitori. E, nel farlo, si è affidato con rinnovato slancio alla preghiera, all’adorazione eucaristica, alla potenza salvifica della Messa, custodendo e diffondendo la propria fede come una fiammella preziosa perché, come scrive sant’Agostino, Dio “è potente fino al punto di poter trarre un bene da qualsiasi male”.

Tra le tante iniziative di questi giorni, segnaliamo il lancio del sito di preghiera pray4charlie.com, completo di un calendario e una mappa dove si possono vedere i vari appuntamenti dei prossimi giorni, che vanno dalla recita del Rosario all’adorazione del Santissimo Sacramento, e che chiunque può far inserire inviando una semplice e-mail. Centocinquantacinque quelli svolti o programmati in circa cento luoghi diversi, prevalentemente italiani, ma con una discreta partecipazione anche dall’estero, da Lourdes a Medjugorje, dal Brasile alla Polonia, dal Pakistan agli USA.

La Nuova BQ ne ha parlato con Francesco Bellotti, uno degli ideatori del sito, spezzino di 45 anni e più volte portavoce delle Sentinelle in Piedi, che racconta come anche da questa amicizia sia nata l'iniziativa per Charlie.

Com’è nata l’idea del sito?

In modo spontaneo. Dopo aver letto una serie di articoli della Bussola su Charlie, abbiamo deciso di fare un’adorazione eucaristica domenica 18 giugno, che si è svolta in contemporanea a Genova e La Spezia. L’iniziativa è piaciuta molto, sia a chi ha partecipato, sia ai sacerdoti. Così, poi, con alcuni amici che si sono conosciuti grazie all’esperienza delle Sentinelle abbiamo creato una pagina Facebook e un sito per coinvolgere più persone possibili, a livello europeo, perché la questione ha valenza internazionale. Per ora la stragrande maggioranza delle veglie è programmata in Italia e anche quelle all’estero sono organizzate soprattutto da italiani, a parte il Brasile dove hanno mostrato molta sensibilità. Ma negli ultimi giorni ci hanno comunicato la prima veglia negli USA, in Texas, e poi in Pakistan e nella Repubblica Centrafricana.

La risposta è stata quindi positiva?

Sì, molto, anche perché il sito è semplice. Si possono programmare adorazioni eucaristiche, Sante Messe, Rosari e veglie di preghiere varie. Per esempio, l’1 luglio è stata fatta un’adorazione tutto il giorno a Cento, poi martedì c’è stata la Messa alla Cattolica. Dal 24 giugno si tiene un’adorazione a Trento per cinque ore al giorno. Ieri hanno pregato anche dei bambini della scuola di infanzia "San Giuseppe" a Boffalora, assieme alle suore canonichesse della Croce. Insomma, l’ingiustizia commessa nei confronti di questo bambino ha suscitato una grande risposta. Anche Gianna Jessen (l’attivista pro life, oggi quarantenne, sopravvissuta a un tentativo di aborto con una soluzione salina, ndr) ci ha dato una grande mano. L’avevamo conosciuta durante il suo tour in Italia e, appena ha saputo di Charlie, lei, con una petizione, nel giro di due giorni è riuscita a mobilitare il presidente Trump. E questo è un salto di qualità enorme.

Insomma, è stata un’iniziativa spontanea, ma nata da un gruppo già molto attivo nell’organizzarsi.

Beh, sì, avevamo come punto di partenza l’esperienza delle Sentinelle, cioè gente attenta e sensibile a questi temi. Da questa base l’iniziativa si è diffusa in modo sorprendente anche in luoghi in cui la nostra presenza non è radicata. Ricordiamo che qui si tratta di un bambino che volevano uccidere fino a ieri, contro la stessa volontà dei genitori, cosa davvero assurda e incomprensibile. E adesso ci siamo attivati anche per l’altra notizia da Londra del bambino di tre mesi di una coppia africana e di cui non è stato rivelato il nome, probabilmente anche per impedire la mobilitazione dei cittadini che vorrebbero cercare di salvarlo. Perché è chiaro che il nome di Charlie costituisce anche un simbolo, attorno al quale si sono riunite persone che condividono principi di libertà, verità e amore per la vita di ogni persona. Ora sembra che ci sia qualcosa di coordinato nel Regno Unito per uccidere i bambini che non soddisfano una certa qualità di vita, come la chiamano oggi: certamente si è diffusa anche una mentalità che permette allo Stato di arrivare a tanto. Però, il caso di Charlie dimostra anche che c’è un popolo che - se informato e aiutato e con qualche minimo strumento  di visibilità - si fa sentire e, con l’aiuto di Dio, può ribaltare sorti che ci volevano far credere ineluttabili. Poi c’è stato l’appello del Papa e anche la disponibilità data dal Bambin Gesù, che è una proposta concreta.

L’aspetto che fa sperare è che tutto sia partito dal basso.

Sì. E ora, specie alla luce del caso di quest’altro bambino di pochi mesi, è evidente che dobbiamo stare svegli. Specialmente in Italia c’è una forte sensibilità, ma bisogna anche renderla visibile per diffonderla e infondere coraggio. Si sta prendendo consapevolezza di questo strapotere dello Stato che ora assurge a decisore e stabilisce se un cittadino è meglio che muoia perché è troppo costoso: anche se non lo dicono così, ma raccontano che è “nel suo migliore interesse”. Da laici, è compito nostro e di tutte le persone di buona volontà prendere posizione pubblica e difendere convintamente valori che sono buoni per tutti. Dobbiamo darci da fare con gli strumenti anche minimi che abbiamo, perché questa cultura della morte va affrontata. Non è così ineluttabile, ricordiamo che a Londra avevano tutto pronto per dare la morte. Non dobbiamo rassegnarci. Senza la mobilitazione di popolo, Charlie l’avrebbero già ucciso.

Un popolo che, anche se piccolo, sta cercando di spostare le montagne.

Sì, un popolo che prega e non è disposto a bersi tutte queste storie che ci raccontano e che servono solo per accentrare il potere nelle mani di pochissimi e creare una società di schiavi. È  un potere che vuole decidere anche sulla vita e sulla morte. E noi dobbiamo fare qualcosa per fermare questa deriva.

Questa iniziativa dimostra anche che c’è ancora un popolo che crede nell’importanza della preghiera.

Certo, e c’è molta più gente che crede nella preghiera piuttosto che nei politici. È un po’ come nel Medioevo, quando di fronte alla peste, di fronte ai nemici alle porte, le persone si mettevano a pregare. Un popolo ovviamente che deve essere informato e, nella situazione mediatica attuale, questo diventa possibile solo grazie a quotidiani come la Bussola e a qualche altro piccolo giornale libero che ha pubblicato sul suo sito o sui social la verità su Charlie. Molti di noi hanno chiesto un miracolo. Per esempio, a La Spezia è stata chiesta l’intercessione di Itala Mela, che è stata proclamata beata il 10 giugno, altri ancora hanno chiesto l’intercessione di Chiara Corbella Petrillo. Dio si serve dei più deboli per liberarci dal male, questo piccolino sta facendo pregare tantissima gente e riscoprire la bellezza dell’adorazione.

Quali adesioni ci sono state dagli altri Paesi europei?

In Europa finora hanno partecipato dalla Polonia, da Tirana, da Lourdes, da Medjugorje. Lì, all’Oasi della Pace, hanno recitato il Rosario venerdì 30 giugno a mezzogiorno e mezza, cioè quando era in programma il distacco del supporto vitale. Sono stati organizzati anche un Rosario e un’adorazione in un seminario del Belgio. E se pensiamo alla situazione difficile della fede in quel Paese, mi sembra si tratti di un segno molto incoraggiante.